Il progetto, finanziato da Philippe Godeau, Pathé e Wild Bunch, ha richiesto ben sette anni di scrittura – sempre per mano dello stesso Van Dormael – e sei mesi di riprese tra Belgio, Canada e Germania. Nei diciassette anni che dividono È pericoloso sporgersi da Mr. Nobody (2009) l'artista belga ha assistito all'uscita di Sliding Doors e Run Lola Run che, similarmente, trattavano le possibilità legate a come il caso, o il caos, possa modificare il corso delle vite. Ciò ha quindi spinto il regista a rivedere l'idea iniziale con l'obbiettivo di trascendere l'opposizione binaria di una singola scelta in favore di una maggiore e diversificata complessità, comunicando allo spettatore la netta sensazione di precipitare «nell'abisso formato dalla infinità delle possibilità».
Tutto è infatti possibile per il giovane Nemo finché è costretto a decidere; Van Dormael non ci mostra unicamente la vita che egli trascorrerà con la madre e quella con il padre, ma crea un universo in cui ogni singolo battito d'ali di farfalla si ripercuote sugli altri e sulla natura. Con chi dovrebbe andare Nemo? Non vi è risposta poiché ogni vita, e ogni sua sfaccettatura, è virtualmente degna d'essere vissuta; questo è Mr. Nobody.
Da questa decisione non definita – l'intervistatore del Nemo centodiciassettenne non sarà in grado di capire quale scelta abbia preso, e noi con lui –, e dalle sue pieghe, nasce quindi una serie indefinita di “rovine circolari” di ciò che sarebbe potuto essere ma che non si è attualizzato dal virtuale, o realizzato dal possibile. Sono queste “rovine circolari” – termine che prendiamo a prestito dall'omonimo e stupendo racconto di Borges contenuto nella raccolta Finzioni – che scaturiscono dall'immaginazione di un bambino di nove anni che si trova di fronte a una scelta impossibile ad affascinare e a rendere Mr. Nobody così suadente.
Jaco Van Dormael, tentando la via mediana tra ricercatezza linguistica e spettacolarità, mette in scena un discorso sul «concetto di complessità in un medium, quello cinematografico, che tende alla semplificazione. Mentre al cinema, ogni scena è indispensabile e ogni cosa trova il giusto ordine alla fine, […] la vita è piena di buchi, di possibilità, di scene inutili, e si muove inevitabilmente verso la morte. Ciò la rende bellissima» (parole pronunciate dal regista stesso durante un'intervista).
L'esaltazione del mezzo cinematografico è resa in quelle sporadiche sequenze in cui osserviamo il piccolo Nemo seduto al cinema, testimone e spettatore delle proprie vicende future. Lo possiamo sentire contiguo a noi, relegato in una ipotetica “caverna platonica” dal regista/demiurgo Van Dormael, mentre esperisce le ombre di ciò che potrebbe essere. La sala in cui Nemo è seduto appare come materializzazione di un dubbio metafisico circa la percezione del vero e del reale. Noi spettatori, proiettati nella figura del piccolo protagonista, di cosa stiamo fruendo? Nella comunanza di immobilità, di immedesimazione e nella quasi impossibilità di abbandonare la poltrona della sala cinematografica, siamo legati alla parvenza di realtà – uno stato del reale che risponde alla mancata attualizzazione delle vie del virtuale – che scorre di fronte ai nostri occhi. E tifiamo per Nemo, poiché è posto davanti alla totalità del suo universo.
Il regista, da “creatore” quale è, abolisce ogni consequenzialità tra passato, presente e futuro come lo conosciamo e mette in scena la visione di tutte le complesse ramificazioni che possono progredire, allungarsi e deformarsi dal nucleo appartenente a Nemo Nobody che è uno, nessuno e centomila allo stesso tempo.
L'epopea sognante e meravigliosa di Nemo si incarna in un film che nonostante la ricchezza degli eventi mostrati e delle possibilità narrative rimane sempre coerente senza attorcigliarsi su se stesso. Jaco Van Dormael mette così lo spettatore/attore di fronte a una serie di “rovine circolari” che si allontanano e si richiamano in un profondo connubio emozionale; un fulgido risultato di una mente che sin dagli esordi, si pensi al bel Toto le héros, ha cercato di raccontare l'ipotetico esistenziale.
Emanuel Carlo Micali
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Mr. Nobody
Anno: 2009
Regia: Jaco Van Dormael
Sceneggiatura: Jaco Van Dormael
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Pierre Van Dormael
Durata: 157’
Uscita in Italia: 12 settembre 2009 (Festival di Venezia)
Attori principali: Jared Leto, Sarah Polley, Diane Kruger, Juno Temple