ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75-76-77
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

THE GUILTY – Elogio del fuori campo

4/12/2018

0 Comments

 
Foto
​Tutto in una stanza. Anzi due. 80 minuti di film, 80 minuti di vita. In tempo reale. Un ufficiale di polizia, Asger Holm, relegato a un noioso turno d’ufficio alle chiamate d’emergenza. L’ora di tornare a casa ormai vicina. Il telefono che squilla. Una cuffietta con un piccolo microfono incorporato. Una donna rapita che chiede soccorso, parlando in codice per non farsi scoprire dal suo aguzzino. Il destino nelle mani di chi non può muoversi da quelle pareti stinte. Lo spettatore inchiodato insieme a Holm. Un caotico intreccio di chiamate, conversazioni, comunicazioni spezzate a metà. La tensione, l’angoscia, il sudore dell’attesa. Due bambini in pericolo, un uomo che ha perso la testa. Forse. O forse invece una realtà molto diversa dalle apparenze. La macchina da presa pressoché immobile. Senz’aria. Intuire cosa stia accadendo, senza poterlo vedere. Pathos e batticuore. Dai titoli di testa ai titoli di coda.
​
The Guilty, candidato all’Oscar per la Danimarca e debutto nel lungometraggio del regista classe 1988 Gustav Möller, è stato presentato in anteprima nazionale in concorso al Torino Film Festival, dove ha messo d’accordo tutti, critici e spettatori, portandosi a casa il premio della giuria per la miglior sceneggiatura, il premio come miglior attore al protagonista Jakob Cedergren (ex-aequo con l’ottimo Rainer Bock del noir tedesco Atlas) e il premio del pubblico (pari merito con il bellissimo Nos Batailles di Guillaume Senez). Riconoscimenti meritati, per un’opera che riesce a ridefinire il concetto cinematografico del non-visto, ponendo in essere il trionfo assoluto del fuori campo, inteso come insieme di eventi che si svolgono lontano dall’occhio diretto dell’avventore. 
La Settima Arte, sin dalle sue origini, si è sempre imposta come valvola di sfogo con cui mostrare, raccontare, fotografare la/una realtà. Intorno ad essa, però, non ha mai smesso di seguire un percorso parallelo atto a cavalcare l’immaginazione del fruitore, attraverso una serie infinita di indizi, suggerimenti, tracce, orme e suggestioni abili a costruire nella mente la visualizzazione anche di ciò che l’obiettivo lascia ai margini, invisibile ma presente, indicato ma nascosto, palpitante ma silente. In questo senso, The Guilty supera brillantemente le convenzioni, tramutandoci in specchi riflettenti di una narrazione, quella che si svolge fuori dal campo visivo, inquietante e coinvolgente. 
Nell’arco della sua limitata durata il lavoro di Möller, tratto dalla registrazione audio di una vera chiamata di soccorso arrivata al 911, ci ingloba in un universo tanto ristretto quanto illimitato. Tutto il film si dipana tra poche fredde mura, ma i fatti decisivi deflagrano fuori, per le strade, in un altrove che costruiamo con la mente senza poterlo vedere, senza poterlo decodificare, senza poterci entrare. Noi siamo imprigionati lì con Asger Holm e i suoi colleghi (presenti ma ridotti a figurine di sfondo); siamo topi in una scatola, a mordere la tensione indossando e togliendo convulsamente quella cuffia, a comporre un numero dopo l’altro per unire le tessere di un cruciverba dalla difficile soluzione, a sentir fermare il fiato negli attimi in cui ogni illusione vincente pare perduta. 
​
Girata in pochi giorni, con l’ausilio di sole 3 telecamere, la pellicola danese ricorda in parte alcuni recenti one man show (ad esempio Locke di Steven Knight), ribaltando però il senso del discorso: qui non è il personaggio a lottare per la vita. Egli invece si trova suo malgrado responsabile della vita di qualcun altro; è un oracolo senza fede, reo di colpe non ancora espiate e lasciate anch’esse fuori campo. Nel tentativo di salvare questa donna sconosciuta c’è la sua redenzione, un tentativo di ritrovare la pace interiore smarrita, una missione pregna di umanità ed empatia ma anche di amor proprio. Il nostro giudizio nei suoi confronti peraltro non esiste, perché non ce n’è il tempo: i secondi scorrono veloci, la fibrillazione sale, la frustrazione pugnala, la speranza fluttua. 
The Guilty è un oggetto filmico che sorprende e appassiona, va dritto per la sua strada e non conosce deviazioni o comodi sentieri alternativi. Ci si ambienta per pochi istanti, poi squilla il telefono e una voce rotta di donna chiede aiuto. Da quell’istante si entra in una bolla e non se esce più. La finzione si nasconde, il realismo stringe le sue ali. Fuori da quelle due stanze c’è il dramma. Fuori dalla sala cinematografica non esiste nulla. Almeno per 80 minuti. Si chiudono le porte, il treno scatta, inizia la sua corsa e non si ferma. Fino all’ultimo sbuffo. Fino all’ultimo respiro.

Alessio Gradogna

Sezioni di riferimento: Eurocinema, Torino Film Festival

Scheda tecnica

Titolo originale: Den Skyldige
Regia: Gustav Möller
Sceneggiatura: Emil Nygaard Albertsen, Gustav Möller
Fotografia: Jasper J. Spanning
Attori: Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Omar Shargawi, Johan Olsen
Anno: 2018
Durata: 85’

0 Comments



Leave a Reply.

    LE NOSTRE
    ​PAGINE UFFICIALI
    Picture
    Picture

    ​EUROCINEMA

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutti
    Aki Kaurismaki
    Ananke
    Andy Serkis
    A War (krigen)
    Benedict Cumberbatch
    Bertrand Tavernier
    Blancanieves
    Bleeder
    Blind
    Bullhead
    Chloe Pirrie
    Cinema Britannico
    Cinema Italiano
    Cinema Scandinavo
    Cinema Spagnolo
    Cinema Tedesco
    Creation
    Death Of A Superhero
    Documentari
    Dogma 95
    Elio Petri
    Elle
    Elle Fanning
    Everyday
    Felix Van Groeningen
    Fucking Amal
    Gian Maria Volonté
    Ginger & Rosa
    Ida
    Il Caso Kerenes
    Il Grande Silenzio
    Il Mondo Sul Filo
    I Misteri Del Giardino Di Compton House
    Isabelle Huppert
    Italiano Per Principianti
    Jaco Van Dormael
    Jared Leto
    Jean-louis Trintignant
    Jennifer Connelly
    Jesus Franco
    Joachim Trier
    Kati Outinen
    King Of Devil's Island
    Klaus Kinski
    La Fiammiferaia
    La Isla Minima
    La Memoria Degli Ultimi
    La Morte In Diretta
    Lars Von Trier
    Laurence Anyways
    Leviathan
    Lina Romay
    Lotte Verbeek
    Lukas Moodysson
    Mads Mikkelsen
    Marcello Mastroianni
    Mariangela Melato
    Matthias Schoenaerts
    Melvil Poupaud
    Michael Winterbottom
    Mr Nobody
    My Nazi Legacy
    Nicolas Winding Refn
    Nina Hoss
    Nothing Personal
    Ombre Nel Paradiso
    Oslo 31 Agosto
    Pablo Berger
    Paul Bettany
    Paul Verhoeven
    Pawel Pawlikowski
    Peter Greenaway
    Rainer Werner Fassbinder
    Rams
    Romy Schneider
    Royal Affair
    Sally Potter
    Sergio Corbucci
    Shell
    Soledad Miranda
    Something Must Break
    Stellan Skarsgard
    Stephen Rea
    Submarino
    Suzanne Clement
    Tellurica
    The Bothersome Man
    The Broken Circle Breakdown
    The Guilty
    Thomas Vinterberg
    Todo Modo
    Tribeca Film Festival
    Turn Me On Dammit!
    When Animals Dream
    Xavier Dolan

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.