Diversi però sono i piani di Nelly, a cui preme soltanto ritrovare l'amatissimo marito Johnny (Ronald Zehrfeld). Perciò insiste con il chirurgo perché possa restituirle sembianze il più possibile simili al suo autentico volto e, una volta dimessa, si aggira nei locali notturni di Berlino con la speranza di rintracciare il compagno musicista. Lene, che conosce la vera natura di Johnny, tenta di ostacolare in ogni modo la ricerca dell'amica, invano.
Una sera Nelly entra al Phoenix, un night club nel settore americano della città, e lo vede servire ai tavoli. Anche l'uomo la nota; la avvicina e le propone di mettersi in affari. Le racconta che lei assomiglia alla defunta moglie Nelly e che, con qualche accorgimento, potrà fingere di essere la consorte deceduta per richiedere l'eredità che le spetta. Se lo stratagemma andrà secondo i piani, spartiranno a metà il denaro.
Ancora troppo innamorata, la giovane ebrea rifiuta di credere alla cattiva fede del marito e accetta l'accordo. Riesce persino a ingannarlo, nascondendo il numero che le è stato tatuato sul braccio durante la prigionia e non svelando mai le sue doti canore (prima della guerra la donna si esibiva come cantante). Johnny le fa indossare vestiti e scarpe che appartenevano alla compagna, le tinge i capelli di castano e le insegna a comportarsi con i medesimi atteggiamenti dell'ex moglie. Così la superstite Nelly Lenz nasce un'altra volta, diventando l'alter ego di se stessa. Si sottopone a un gioco straziante, che mette in discussione tutto ciò che ha vissuto in precedenza, e porta a compimento il piano di un marito avido, che ha divorziato da lei subito dopo la sua cattura da parte dei nazisti (come le ha svelato Lene).
Con Il segreto del suo volto (Phoenix) il tedesco Christian Petzold affronta la pagina più lacerante della storia della Germania regalando un'opera intelligente e precisa, senza mai scadere nella banalità o nel dejà-vu. Una regia pulita segue con discrezione la palingenesi di Nelly, simbolo della rinascita di un intero popolo. Petzold però mette in evidenzia un aspetto fondamentale che accompagna qualsiasi forma di cambiamento, e lo fa attraverso la protagonista (determinata ad essere la Nelly di sempre): è inconcepibile fare tabula rasa del passato e ricominciare a vivere ex novo; non si può voltare pagina e dimenticare. Il titolo originale, Phoenix, ci ricorda infatti che l'uccello mitologico risorge dalle proprie ceneri dopo la morte. E non a tutti, purtroppo, sarà comunque possibile adattarsi alla nuova esistenza, come accadrà a Lene, che scriverà all'amica: “Cara Nelly, ti ho detto che non c'è modo di tornare indietro, ma per me non c'è neanche un modo di andare avanti. Mi sento più vicina ai nostri morti che ai nostri vivi”.
Magnifica l'interpretazione di Nina Hoss, già vista in precedenti lavori del cineasta tedesco, che raggiunge l'apice nella drammatica scena finale, quando canta Speak Low di Kurt Weill mentre Johnny suona il pianoforte.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Phoenix
Anno: 2014
Regia: Christian Petzold
Sceneggiatura: Christian Petzold, Harun Farocki
Fotografia: Hans Fromm
Durata: 98'
Uscita italiana: febbraio 2015
Interpreti principali: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf, Michael Maertens, Imogen Kogge.