Il giovane sovrano, eterno fanciullo, si dedica ai suoi passatempi, delegando con noncuranza la gestione del potere ad alcuni consiglieri della corona, personaggi gretti e conservatori per interesse. Costretto a prendere in sposa la cugina britannica Caroline Mathilda (Alicia Vikander), Christian (Mikkel Boe Følsgaard) trascura la propria consorte e il proprio erede preferendo la lasciva compagnia di donne la cui dissolutezza non fa che peggiorare la sua situazione. Il giovane Re è infatti sempre più distaccato dalla realtà in cui vive e la sua fanciullezza, che presagisce un'incombente ebefrenia, è motivo di preoccupazione per i ministri. La decisione di affiancargli un dottore personale è lo strumento grazie al quale viene introdotto a corte Johann Friedrich Struensee (Mads Mikkelsen), uomo di medicina, ma in segreto uno dei più importanti divulgatori delle idee propugnate dagli illuminati Rousseau e Voltaire.
A terzetto formato, tra Christian, Caroline e Johann inizia una serie di liaisons dangereuses che costringe il già mentalmente labile sovrano a una pozione di progressiva subordinazione nei confronti di Struensee, il quale, con l'appoggio anche sentimentale di Caroline, fa di tutto per mettere in pratica le nuove teorie rivoluzionarie.
Una volta nominato ministro, infatti, egli è in grado di attuare una politica liberale e umanista, promuovendo riforme dall'importanza storica: l'abolizione della schiavitù, della tortura e del carcere per molti reati minori. Ma Struensee non può certo pensare di modificare con tanta radicalità le leggi e le abitudini di una nazione senza pagare un prezzo. Nella coralità che contraddistingue il lavoro di Arcel, con le sue dinamiche di potere in cui politica è sottomessa alla fede e al rigoroso rispetto dell'estrazione sociale, i malumori non possono che trovare in alcuni consiglieri e ministri i loro portabandiera. La decisione di questi ultimi non può essere che una sola: eliminare Struensee.
Royal Affair, ispirato alle grandi pellicole epiche americane degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso, è un film in costume girato in maniera estremamente moderna; proprio per questo non si esaurisce nel compiacimento scenografico e storico, ma trova la sua compiutezza nello scontro ideologico sui cui si fonda l'intreccio. Possiamo dare per assodato che l'impossibilità di accedere a un budget di grandi dimensioni abbia contribuito a convincere – anche se sarebbe più opportuno dire “costringere” – Arcel a concentrarsi su quelle scelte, peraltro azzeccate, che hanno potuto rendere Royal Affair un ottimo film e non un lavoro sofferente dal punto di vista spettacolare.
Amori, idee e intrighi diventano, di conseguenza, i pilastri per una vicenda che fa del contagio ideologico la propria chiave di volta. Johann Friedrich Struensee è chiamato a seguire il giovane Christian, un incarico parzialmente tradito, poiché è l'intera società danese a “soffrire”. La cura? Non medicine, pillole o aghi, ma idee che possano “curare” tutte quelle ingiustizie sociali tipiche di una società iniqua e immobilista. Solo un matto come Christian può, quindi, permettere alle idee illuministe di propagarsi come un virus nella nazione da lui governata; è proprio in questo connubio pazzia/ideologia che si incontrano e si scontrano i due personaggi principali di questa equilibratissima opera filmica.
Royal Affair, nelle sue due ore e quindici minuti di durata, affronta una delle vicende più importanti della storia danese, e lo fa contando su una sceneggiatura magistrale, in cui ogni momento è parte organica di un racconto teso a raccontare quei piccoli intrighi sottomessi alla grandezza della storia.
Emanuel Carlo Micali
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: En kongelig affære
Anno: 2012
Regia: Nikolaj Arcel
Sceneggiatura: Nikolaj Arcel, Rasmus Heisterberg
Fotografia: Rasmus Videbæk
Musica: Cyrille Aufort, Gabriel Yared
Durata: 137’
Uscita in Italia: 29 Agosto 2013
Attori principali: Alicia Vikander, Mikkel Boe Følsgaard, Mads Mikkelsen