Åmål è un piccolo e noioso centro abitativo in cui Elin e le sue amiche sono costrette a crescere. Nulla di importante accade finché, con la sorella, decide di andare alla festa “sbagliata” e, un po’ per gioco, scommette di baciare Agnes, la padrona di casa. Elin, senza rendersene conto, si ritrova emotivamente coinvolta, e terribilmente in difficoltà a gestire i propri sentimenti; le avances di Johan, ragazzo dolce ma privo di personalità, non fanno altro che complicare il difficile cammino che dovrà affrontare per scoprire il suo vero io.
Diretto, sincero e privo di retorica, Fucking Åmål è uno sguardo fisso sulla realtà giovanile, piena di vita ma anche di insicurezza. Un’opera in cui il desiderio di esprimere e di vivere i propri sentimenti vince sulla grigia ipocrisia dei ruoli sociali. All’inizio del film vediamo Agnes che, al computer, scrive nel diario segreto il suo amore per Elin e anche la speranza di essere guardata, voluta. E così di nuovo a scuola, quando mette nero su bianco, ancora una volta, il nome dell’amata. Agnes cerca, con le modalità appartenenti agli adolescenti, di esplicitare i propri sentimenti, di dare corpo al suo amore.
Non è la sola, però. Anche Johan è fatalmente attratto da Elin e lo possiamo scovare intento a recuperare la foto di fine anno in modo da poter vedere e possedere la sua immagine. Fucking Åmål è infatti una di quelle opere filmiche in cui lo sguardo dei – e tra – i personaggi è la base su cui ipotizzare le dinamiche del testo. Consapevole del gioco delle parti, Moodysson dà vita ad una architettura scopica che ingabbia la giovane e confusa Elin; un sistema teso a metterla al cospetto delle trame relazionali e sociali che la vorrebbero perimetrare in contesti specifici e stereotipati. Agnes e Johan sono insieme carnefici e contendenti dell’immagine della giovane adolescente. La prima usa la foto di classe per masturbarsi nell’oscurità domestica della sua abitazione medio borghese, il secondo la custodisce gelosamente nel portafoglio, quasi fosse un legame tangibile.
A scuola come a casa, questo triangolo dagli equilibri incerti pone Elin al cospetto del proprio disagio che, diversamente da Agnes, è cosa nuova e sconvolgente. Moodysson, però, riesce a stemperare l’incalzante angoscia della ragazza grazie ad un lieto fine divertente ma non banale. Una folla di alunni si raggruppa davanti al bagno in cui, stipate, le due giovani stanno dichiarando i loro sentimenti reciproci. Ormai impossibilitata a sottrarsi ulteriormente allo sguardo pubblico, in questo spassoso climax in cui sempre più persone urlano e si agitano davanti a quella porta che la separa dal giudizio dei suoi coetanei, Elin, insieme ad Agnes, compie il suo inaspettato e glorioso coming out. Un gesto che non può far altro che sorprendere e sconvolgere il gruppo di amici e la comunità della “fottuta” Åmål, ma che permette loro di raggiungere una serenità insperata.
Similarmente a Get Real di Simon Shore, film dello stesso anno a tematica omosessuale maschile, Fucking Åmål mostra i contrasti e le possibilità che un amore considerato diverso può incontrare negli spazi claustrofobici di provincia.
Emanuel Carlo Micali
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Fucking Åmål
Anno: 1998
Regia: Lukas Moodysson
Sceneggiatura: Lukas Moodysson
Fotografia: Ulf Brantås
Musiche: Magnus Palmborg
Durata: 89’
Uscita in Italia: 4 febbraio 2000
Attori principali: Rebecka Liljeberg, Alexandra Dahlström, Erica Carlson