Questa ricerca di una corrispondenza tra i sensi, tuttavia, sembra coinvolgere Martine e Peter non solo sul piano artistico, ma anche personale. Martine è la tipica ventenne o giù di lì appartenente alla borghesia radical chic americana, fatta di suggestioni culturale europee, un certo snobismo di élite e uno stile di vita disinibito e disinvolto. La giovane famiglia che accoglie Martine sembra aderire perfettamente alle stesse abitudini e comportamenti: tutti i membri paiono vivere in modo svincolato l’uno dall’altro, fino a rasentare l’indifferenza reciproca, benché arricchita da arredamenti sontuosi, scampagnate in villa, conversazioni filosofeggianti sui pregi dell’educazione liberal.
Nel frattempo, mentre l’apparente idillio familiare svela la sua fragilità, la dodicenne Kolt (India Ennenga), la figlia che Julie ha avuto da un precedente matrimonio, si infatua di Marcello (Emanuele Secci), il suo insegnante di lingua italiana; una figura insopportabile, per quanto marginale, che incarna i peggior stereotipi americani sul latin lover italiano (fascino da quattro soldi, ammiccamenti volgari, camicia sbottonata). Kolt è una poetessa precoce, tanto sicura di sé quanto immatura, arguta ma acerba, chiusa in una solitudine che solo Martine pare in grado di cogliere. Perché Martine, per quanto adulta e sfrontata nel modo di porsi, è anche lei a un bivio, lavorativo e sentimentale.
Martine è come l’ape regina, flirta spudoratamente e gioca con la propria sessualità, conscia di attrarre sguardi e desideri su di sé. Sta forse tentando il modo di ‘sentire’ la vita così come sta cercando di riprodurre nel suo film l’inudibile suono della realtà, e il rumore della vita animale, così istintiva, fresca, immediata e priva di filtri. Martine che attira Peter nel gioco delle attrazioni, Peter che si lascia trascinare nell’eccitazione del sesso, del proibito, nel fascino cerebrale e non solo che Martine esercita deliberatamente su di lui. La coppia aperta non è poi così perfetta, la famiglia è tenuta insieme dalle abitudini, indipendente significa solo, e Martine, la bad girl travestita da principessa, attraversa il nucleo familiare pronta a prendersi tutto ciò che vuole, trafiggendo le debolezze e poi andandosene via, unico personaggio che sembra non dover fare i conti con la propria coscienza e con il proprio cuore.
Presentato al Sundance Film Festival 2012, Nobody Walks è la quarta regia di Ry Russo-Young, regista e sceneggiatrice indipendente, che qui collabora allo script con la golden girl Lena Dunham, già regista, autrice e produttrice del telefilm Girls (vincitore di tre Golden Globes nel 2013). Il film, in effetti, sembra un’esplorazione dilatata delle tematiche tanto care alla Dunham: la cultura europea in sala newyorchese, dialoghi per metà ostentatamente ‘dotti’ e per metà volutamente espliciti, personaggi femminili che reclamano la libertà sessuale e sentimentale al pari degli uomini. Perché altrimenti non siamo donne, senza quel pizzico di femminismo che mira a riscrivere la figura femminile nel cinema romantico (perché, alla fine, di questo si tratta) rendendola fredda, distaccata, spietata e indifferente come il peggiore stereotipo maschile.
La sceneggiatura a tratti fatica a imporsi, così come la sua protagonista, irrimediabilmente persa in un’indagine artistica che è solo un pretesto per portare Martine tra le braccia di Peter e poi vedere cosa succede. In ogni caso il film, pur senza personaggi emotivamente coerenti con se stessi, ha degli spunti interessanti, a partire dalla riflessione sull’opera d’arte sinestetica, frammento nel quale si sente molto l’impronta registica (in questo senso non priva di intriganti scelte visive). Da sottolineare anche un gruppo di attori molto capaci e a loro agio con il piccolo cinema indipendente fatto tutto di parole, in particolare Olivia Thirby, che utilizza il corpo come elemento portante di una interpretazione naturale eppure studiata, e John Krasinski, tutto passione, tormento e colpa.
Francesca Borrione
Sezione di riferimento: America Oggi
Scheda tecnica
Titolo originale: Nobody Walks
Anno: 2012
Regia: Ry Russo-Young
Sceneggiatura: Ry Russo-Young, Lena Dunha
Fotografia: Christopher Blauvelt
Musiche: Will Bates, Fall On Your Sword
Durata: 83 min.
Uscita in Italia: inedito
Interpreti principali: Olivia Thirby, John Krasinski, Rosemarie DeWitt, India Ennenga, Dylan McDermott.