Colpito dall'affermazione della maga, Edmond torna a casa e lascia la moglie (Rebecca Pidgeon). Dopodiché parte all'avventura, intenzionato a riprendere in mano le redini della propria esistenza e a ricominciare tutto daccapo. Ma la notte metropolitana lo inghiotte all'improvviso e la sua personale ricerca di riscatto si trasforma in un incubo.
Anche se Edmond ancora non lo sa, ha comprato un biglietto di sola andata per l'inferno. Il bestiario umano che incontra, i luoghi malfamati che frequenta e le situazioni grottesche in cui viene coinvolto servono soltanto a sviscerare gli aspetti più biechi dell'indole di un individuo da poco. Le paure che si celano dietro la facciata di un “colletto bianco qualunque” affiorano in superficie rivelando un essere meschino, attratto da ciò che gli crea repulsione e che sa disprezzare e odiare. Così la lotta per la libertà e la fuga dalla quotidianità finiscono per mostrare un nuovo Edmond, se possibile ancor più insignificante di quello “vecchio”. Un omino di nessun conto, capace però di atti feroci e spregevoli.
La collaborazione tra David Mamet e Stuart Gordon, autori che non hanno bisogno di presentazioni, dà vita a un'opera godibile, bizzarra e fastidiosa allo stesso tempo. In Edmond è infatti quasi impossibile non nutrire una certa avversione nei confronti del protagonista. Inizialmente si prova ammirazione per la scelta coraggiosa di lasciare lavoro e moglie, ma nel corso del film le cose prendono una piega ben diversa. La ribellione di Edmond sortisce un effetto opposto rispetto a quel che ci si poteva aspettare poiché emergono lati inediti e ripugnanti della sua personalità, troppo a lungo tenuti nascosti. La rivolta dunque non conduce sempre verso la libertà. Inutile “disobbedire” alle regole imposte dalla società se poi si rimane imprigionati da preconcetti e paure. Edmond non sarà mai davvero libero perché è un individuo frustrato e represso.
Piaghe profonde del mondo contemporaneo, frustrazione e repressione non possono che generare mostri. E sebbene Gordon e Mamet non cadano nella trappola del facile moralismo, lo strepitoso finale ha il sapore di una beffarda, ma quanto mai sacrosanta, legge del contrappasso.
Adattamento cinematografico dell'omonima pièce di Mamet del 1982, Edmond è un film vorticoso, che si svolge in una sola lunga notte. Caratteristica questa che lo accomuna a due capolavori come I Guerrieri della notte di Walter Hill e Fuori Orario di Martin Scorsese, con i quali condivide inoltre un'ambientazione tipicamente metropolitana. Grazie ai dialoghi brillanti e a una regia pulita, il pubblico segue con trasporto le vicende dello sprovveduto impiegato, interpretato da un William H. Macy che incarna alla perfezione lo stereotipo del fallito. Lo affianca un cast di tutto rispetto che va da Joe Mantegna a Julia Stiles, da Denise Richards a Rebecca Pidgeon (moglie di Mamet), senza dimenticare il cameo di Jeffrey Combs, l'attore feticcio di Stuart Gordon e dell'amico Brian Yuzna, protagonista, tra gli altri, di ottimi horror come From Beyond e dell'indimenticabile saga di Re-Animator.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: America Oggi
Scheda tecnica
Titolo originale: Edmond
Anno: 2005
Regia: Stuart Gordon
Sceneggiatura: David Mamet
Fotografia: Denis Maloney
Durata: 82'
Interpreti principali:, William H. Macy, Julia Stiles, Denise Richards, Joe Mantegna, Rebecca Pidgeon, Mira Suvari