Kate, idealista e non ancora contaminata dalle logiche di potere, rifiuta infatti la visione priva di scrupoli dei suoi superiori, per i quali conta soltanto il successo della missione, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo (poco importa se legale o meno). Troppo tardi l'agente capirà di essere caduta in un'insidiosa trappola. Pedina impotente di un gioco ben congegnato, Kate Macer prenderà allora coscienza di un'amara verità: non esiste una netta linea di demarcazione tra giusto e sbagliato se i buoni possono diventare molto cattivi. Non occorre quindi varcare il confine messicano per stanare i delinquenti, perché spesso il male è al di qua della frontiera.
Settimo lungometraggio del regista canadese Denis Villeneuve, thriller cupo e freddo, Sicario è un un atto di d'accusa nei confronti dei metodi sconsiderati, e spesso illegali, adottati dal governo degli Stati Uniti d'America per preservare la famigerata sicurezza nazionale. Come già accadeva in Prisoners (2013), suo primo lungometraggio americano, Villeneuve fotografa una nazione allo sbando, in preda al caos e alla paranoia collettiva, che agisce senza valutare gli effetti “collaterali” dei propri interventi, salvo poi dover correre ai ripari per limitare i danni. E, pure in questo caso, le procedure (il protocollo di cui si riempiono la bocca i portavoce ufficiali) non vengono mai rispettate. In realtà non esistono né regole né leggi da osservare e anche la tortura può tornare utile.
Ecco dunque che, al cospetto di una Kate che si preoccupa di muoversi sempre nell'ambito della legalità, il suo capo (Victor Garber) le spiega come funzionano davvero le cose: “Kate, guarda, non è una cosa che mi sono inventato io... Io non ho l'autorità per ingaggiare consulenti o per autorizzare missioni congiunte o per far partire agenti dalle basi aeree. Capisci cosa dico? Queste decisioni vengono prese lontano da qui, da funzionari che sono lì perché eletti non nominati. E se tu hai timore di operare oltre i limiti... Te lo posso garantire: non è così. I limiti li hanno spostati. Siamo intesi?”.
Villeneuve dipinge un quadro impietoso di un Paese che si sente in diritto di agire come meglio crede per perseguire i propri interessi. Se in Prisoners il cineasta canadese concedeva allo spettatore un barlume di lieto fine, in Sicario non lascia spazio a false speranze. Perché coloro che vogliono salvare il mondo dal (loro personale concetto di) male sono i primi a incarnare il lato oscuro dell'umanità.
La prova, di alto livello, di un Villeneuve sempre convincente supera gli ostacoli causati da una sceneggiatura a volte confusionaria. Alla riuscita di Sicario, in concorso a Cannes nel 2015, contribuiscono inoltre la pregevole fotografia di Roger Deakins, una più che positiva interpretazione di Emily Blunt (oltre che del resto del cast) e la notevole colonna sonora, che è valsa all'islandese Jóhann Jóhannsson la nomination agli Oscar 2016.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: America Oggi
Scheda tecnica
Titolo originale: Sicario
Anno: 2015
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Montaggio: Joe Walker
Fotografia: Roger Deakins
Musica: Jóhann Jóhannsson
Durata: 121'
Interpreti principali: Emily Blunt, Benicio Del Toro, Josh Brolin, Victor Garber, Jon Bernthal, Jeffrey Donovan