L’assunto di base è fuori di testa anche a volerlo riassumere in un abstract: un ragazzo (il sorprendente Diego Luna) lavora esibendosi come sosia di Michael Jackson per le strade parigine, quando l'incontro con una sosia di Marilyn Monroe (Samatha Morton, fragilissima e umana), della quale egli si innamora, li porterà a recarsi in Scozia, più precisamente in una strambissima isola in cui vivono una serie di personaggi che s’affaccendano per tramutare in realtà il loro sogno di teatranti. Un microcosmo popolato da nomignoli come Charlie Chaplin, il Papa, James Dean, la Regina Elisabetta, Abramo Lincoln, in una dimensione parallela e rovesciata nella quale il travestitismo legittimato è la massima forma di negazione di sé, il medium più letale di metamorfosi della nuova cultura del consumo. Il modo più diretto e più implacabile, in altre parole, per mutare la persona in personaggio, in maschera tragica e annichilente in cui l’atto più turpe è ammissibile perché svuotato da una buona dose di implicazioni morali e reali, come cristallizzato e reso artificiale dalla realtà parallela e dalla fumettistica bidimensionale nelle quali è inserito.
Tale idea la segnala a mo’ di monito e a chiarissime e allarmanti lettere il deturpato cosplayer impersonato dal Tony Manero di Alfredo Castro nell’omonimo capolavoro di Pablo Larraìn, per dire. Ed è proprio nella dimensione della reduplicatio del simulacro svuotato dal suo senso (leggasi: l’icona seriale resa soprammobile da parete per via della moltiplicazione warholiana cui è condannata) che prende vita il massimo paradosso e il più pericoloso colpo di coda della pop culture,, un rischio del quale Korine nel suo film non si sottrae dal mostrarci tanto i ristagni poetici quando le conseguenze più dolorose e meno indulgenti. L’ansia di voler scomparire dietro qualcun altro (già di per sé nevrosi non da poco) si lega a doppio filo con la riproduzione di due icone, Jackson e la Monroe, accomunate più di qualsiasi altre da una totale inadeguatezza alla vita terrena: il legame che si instaura tra di loro è pertanto utopica e sognante rilettura della realtà mossa da una precisa esigenza visionaria, che nella forzatura per assurdo prova a rintracciare la matrice vera della sua motivata bizzarria. Si esorcizza così il senso di morte con l’alterazione, consci che la trasformazione non può includere in alcun modo una distruzione.
Il grottesco sarà anche temperato, ma i momenti di surreale esacerbato non mancano affatto e alcuni di essi mozzano il fiato per la loro cattiveria priva di sconti: la scena delle suore (guidate da un prete sui generis interpretato dal grande amico di Korine Werner Herzog) che si suicidano buttandosi giù dall’aereo con la fede cieca nell’intervento divino (“Let me see your face, Lord, I believe in you, You’re always with me”) è un momento di lacerante e gretta stupidità fondamentalista degna del Seidl più esasperato. Per non parlare poi del monologo di un Denis Lavant che non viaggia quasi mai scorporato dal pigmalione Leos Carax (alle prese qui con un folgorante cameo) e che in Mr. Lonely assume la fisicità irruenta e ispessita di un Chaplin dalle disturbanti venature hitleriane. Immagini di forza indiscutibile, dalla pregnanza lieve e non urlata come mai accaduto prima in Korine, senza immersioni nel degrado melmoso e putrescente ma con una vena illustrativa più soffusa, per un film pieno di umori americani, di fucilate figurative e ballate immaginifiche che si fa fatica ad incasellare in una definizione. Si veda, ad esempio, quel Michael Jackson indimenticabile che fa il Moonwalk col mare in tempesta che si erge dietro di lui come una tavola quieta.
Le corde del cuore vengono toccate in svariati momenti di un’operetta imperniata sulla cifra stilistica dell’impennata incontrollata e sul lampo non perfettamente omogeneo, ma che dietro la parvenza di miscellanea sfilacciata e indefinita nasconde una coerenza emotiva invidiabile.
Davide Eustachio Stanzione
Sezione di riferimento: America Oggi
Scheda tecnica
Titolo originale: Mr. Lonely
Anno: 2007
Regia: Harmony Korine
Sceneggiatura: Harmony Korine, Avi Korine
Fotografia: Marcel Zyskind
Musiche: Jason Spaceman, Sun City Girls
Durata: 112’
Interpreti principali: Diego Luna, Samantha Morton, Denis Lavant, Werner Herzog, James Fox, Melita Morgan
Uscita italiana: --