Bob, uomo schivo e solitario, fa il barista in un locale gestito da suo cugino Marv, che una volta ne era anche il proprietario prima che arrivasse la mafia cecena a rilevarlo e a dettar legge nel quartiere. La vita di Bob, monotona e quasi priva di legami affettivi, sembra giungere a una svolta dopo il ritrovamento di un cucciolo picchiato e abbandonato e l’incontro con Nadia, che lo aiuta a prendersi cura del cagnolino. Tutto si complica a causa di una rapina nel locale a cui fa seguito la strana e minacciosa ricomparsa nel quartiere di Eric, ex della ragazza.
The Drop era uno dei titoli più attesi tra quelli selezionati quest’anno in Festa Mobile, come di consueto una delle sezione più ricche, variegate e appetibili del Torino Film Festival. Forse proprio a causa di queste altissime aspettative si arriva al termine della visione con un po’ d’amaro in bocca e con la sensazione di una buona occasione in parte sprecata. Il regista, nel passaggio dal cinema europeo a quello statunitense, è costretto a pagare pegno, dovendo incanalare la narrazione all’interno di binari più classici e tradizionali, ovvero assai più convenzionali rispetto allo stile emerso nel suo film precedente. La tensione costante, il dolore e la furia, elementi palpabili in Bullhead, qui si vanno smorzando e affievolendo. Siamo davanti a un prodotto, certamente ben confezionato, che rispetta i dettami e le codifiche del genere a cui appartiene.
The Drop, noir metropolitano tratto da un racconto di Dennis Lehane che lo ha anche sceneggiato, risulta convincente solo a tratti e perde compattezza nel suo insieme col procedere della narrazione. Probabilmente il film appartiene più al suo sceneggiatore, l’acclamato autore di Mystic River, che non al regista, il quale sembra mettersi al servizio della storia rinunciando in parte al suo stile, imbrigliando e disinnescando la sua poetica.
Buona la prova del cast a partire dal protagonista, il lanciatissimo Tom Hardy, reduce dall'ottimo Locke e qui alle prese con un personaggio che sembra muoversi come un automa, indifferente al mondo – non proprio idilliaco e edificante - che lo circonda. Un uomo semplice, con una vita piatta, anonima e “tranquilla” nonostante lavori in un bar gestito dalla malavita organizzata. Un orso che vive da sempre in semi-letargo, capace di non scomporsi davanti a situazioni crude e violente e in grado di conservare un suo codice etico e morale. Efficace l’intesa sullo schermo con Gandolfini, che interpreta la parte di Marv, un uomo incattivito e rancoroso. Alcuni siparietti tra i due non sono privi di una certa ironia e servono a stemperare l’atmosfera cupa e dolente che caratterizza il film di Roskam. Per il suo debutto americano il regista ha voluto inoltre affidare al suo connazionale, l’attore Matthias Schoenaerts, protagonista di Bullhead e già scoperto da Hollywood dove ha girato anche il remake del film belga Loft, il ruolo di un criminale psicotico e violento.
Il film, che probabilmente in Italia uscirà a marzo, s’intitolerà Chi è senza colpa: un'ennesima, infelice, sciatta e sciagurata traduzione che conferma quanto privi d’idee e d’inventiva siano i nostri titolisti.
Boris Schumacher
Sezione di riferimento: Torino 32
Scheda tecnica
Titolo originale: The Drop
Anno: 2014
Regia: Michael Roskam
Sceneggiatura: Denis Lehane
Interpreti principali: Tom Hardy, James Gandolfini, Noomi Rapace, Matthias Schoenaerts
Fotografia: Nicolas Karakatsanis
Musiche: Marco Beltrami, Raf Keunen
Durata: 106’