Primi anni '70: in piena Guerra Fredda la Polonia si ritrova sempre più attanagliata nella morsa dell’Unione Sovietica. L’alto ufficiale Ryszard Kuklinski, marito e padre di due figli, è ben visto dai vertici militari polacchi e soprattutto da quelli russi, grazie alle sue doti di abile stratega che gli hanno permesso di contribuire alla pianificazione dell’invasione sovietica in Cecoslovacchia che ha messo fine alla Primavera di Praga. Preoccupato per la minacciosa e spregiudicata politica estera sovietica, che potrebbe portare a un nuovo conflitto mondiale o peggio ancora a una devastante guerra nucleare, decide di collaborare con la CIA inviando agli americani documenti segreti col nome in codice di Jack Strong, mettendo così a rischio la sua vita e quella dei suoi cari.
Il nono lungometraggio del regista polacco Wladyslaw Pasikowski, grande successo di pubblico in patria, si fa apprezzare per l’accurata e minuziosa ricostruzione d’epoca e per come restituisce sullo schermo l’opprimente e minaccioso clima da Guerra Fredda che si respirava in quegli anni. L’efficace utilizzo di colori freddi, opachi e desaturati riporta alla mente La Talpa di Tomas Alfredson, uno dei titoli spionistici più eleganti e raffinati degli ultimi anni. Lo script, fitto di dialoghi, risulta un po’ faticoso nella prima parte, anche a causa di un ritmo non particolarmente elevato che riesce invece a decollare col passare dei minuti divenendo sempre più serrato e avvincente.
Buona la prova di Marcin Dorocinski, che riesce a dar vita a un bel ritratto umano di Kuklinski, figura tuttora controversa in patria dove per alcuni (Pasikowski è tra questi, come si deduce dalla visione del film) è considerato un eroe e per altri un traditore, un uomo che ha vissuto per anni in costante tensione e pressione e che ha dovuto nascondere a lungo anche agli affetti più cari la sua attività segreta. L’interpretazione di Dorocinski è estremamente controllata e volutamente sottotono ma risulta comunque intensa, a tratti persino dolorosa quando deve incassare le accuse e le lamentele della moglie e del figlio maggiore senza poter spiegare e ribattere alcunché.
Nelle didascalie finali del film veniamo a sapere che grazie al “caso Kuklinski” la Polonia poté entrare nella NATO (12 marzo 1999) e che i due figli del colonnello, venuto a mancare nel 2004, morirono in circostanze sospette nel corso degli anni ’90.
In conclusione Jack Strong si dimostra un buon film di genere, un thriller spionistico lontano dalla facile e immediata spettacolarità del cinema hollywoodiano e più vicino alla sensibilità del cinema europeo anche nelle rare e centellinate sequenze d’azione presenti nella parte finale.
Boris Schumacher
Sezione di riferimento: Torino 32
Scheda tecnica
Titolo originale: Jack Strong
Anno: 2014
Regia: Wladyslaw Pasikowski
Sceneggiatura: Wladyslaw Pasikowski
Fotografia: Magdalena Górka
Musiche: Piotr Witkowski
Durata: 128’
Interpreti principali: Marcin Dorocinski, Maja Ostaszewska, Patrick Wilson