In una notte ad alto tasso alcoolico Áron senza nemmeno rendersene conto prenota un viaggio per Lisbona, usando la carta di credito del padre, all'insaputa di quest'ultimo. Resosi conto del danno compiuto, capisce che forse andarsene lontano e rincominciare da zero può essere l'unica soluzione per uscire dall'oblio e dai tristi ricordi. Ma la fuga può davvero essere la giusta soluzione?
A sorpresa arriva dall'Ungheria uno dei film più belli in concorso a Torino 32. For Some Inexplicable Reason è il lungometraggio d'esordio di Gábor Reisz, classe 1980, giunto al grande passo dopo una lunga gavetta in cui ha realizzato moltissimi cortometraggi all'Università del teatro e del cinema di Budapest. Il suo primo lavoro sull'ampia distanza è semplicemente folgorante, per come riesce a dipingere il di per sé poco originale ritratto di un ragazzo smarrito e travolto dalle onde della vita con uno stile freschissimo, acuto, scanzonato e al contempo malinconico.
Il film di Reisz è una continua esplosione di gag riuscitissime, lievi dolcezze e struggenti mancanze depositate nei capelli scompigliati, negli abiti trasandati e nello sguardo fanciullesco del protagonista Áron Ferenczik; uno spaccato di analisi sociale che prova con umiltà a fare un discorso sull'alienazione della classe media, azzeccando al contempo un'infinita serie di sequenze divertentissimi e irresistibili. Dalle prime battute, con le finte morti del protagonista, sino agli originalissimi titoli di coda, in cui tutti i membri del cast e della troupe corrono accanto al protagonista, il film non accusa mai momenti di stanchezza, e accumula una stratificata e ingorda serie di scene surreali in cui il senso del grottesco viaggia di pari passo con il puro gusto per la parodia.
La strepitosa reazione balbettante del padre che si ritrova sull'estratto conto l'addebito del biglietto aereo del figlio; la crudelissima delusione per la non-festa di compleanno organizzata dagli amici; l'orsacchiotto smarrito all'età di sette anni e incredibilmente ritrovato al deposito degli autobus; il tenero smarrimento di fronte a una ragazza semi-sconosciuta che lo accoglie nuda nel letto; la mostruosa inutilità del quotidiano nel momento in cui Áron trova finalmente un lavoro decente: i momenti in cui si è colti dalle risate si sprecano, senza che per questo si scada mai nella trivialità da quattro soldi tipica (ad esempio) delle commediacce di casa nostra. Tutt'altro: la narrazione scatena i toni della farsa a ogni occasione, incrociando il cinema di Gondry ma percorrendo una strada del tutto autonoma, senza mai perdere di vista lo spleen esistenziale del personaggio e la qualità della scrittura.
Così, sommersi dalle bizzarrie e accompagnati da un leitmotiv musicale che rimane impresso nella mente anche a distanza di giorni, ci troviamo a percepire una totale empatia nei confronti del goffo protagonista, ritrovando forse qualcosa di noi nelle sue sgangherate (dis)avventure, non dimenticando le problematiche reali che strisciano sotto la coltre di un umorismo intelligente e prelibatissimo.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Torino 32
Scheda tecnica
Titolo originale: Van valami furcsa és megmagyarázhatatlan
Regia, sceneggiatura, fotografia: Gábor Reisz
Montaggio: Zsófia Tálas
Scenografia: Péter Klimó
Musiche: Lóci Csorba, Gábor Reisz
Attori: Áron Ferenczik, Katalin Takács, Zsolt Kovács, Zalán Makranczi
Anno: 2014
Durata: 96'
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