A trionfare nel concorso lungometraggi, e ad aggiudicarsi il Narciso d'Oro, è stata l'autrice francese Marina De Van, con l'horror soprannaturale Dark Touch. La giuria, composta tra gli altri dallo scrittore Kim Newman, ha apprezzato la capacità di unire in modo originale il lato orrorifico e il racconto morale.
La regista, conosciuta anche per aver collaborato alla sceneggiatura di 8 donne e un mistero di François Ozon, aveva già affascinato i cultori del cinema di genere (e non solo) una decina d'anni fa, dirigendo e interpretando il radicale e interessantissimo Dans Ma Peau, per poi realizzare Ne te retourne pas (presentato a Cannes) e il film Tv Le petit poucet (passato a Venezia).
Dark Touch, coproduzione francese, irlandese e svedese, inizia una sera, in piena campagna, in una casa isolata che si anima quando gli oggetti e i mobili cominciano a scagliarsi contro le persone. Niamh, 11 anni, è l'unica sopravvissuta al massacro: i suoi genitori e il fratello sono morti. La polizia sospetta di una banda di vandali assassini e ignora la testimonianza di Niamh, che denuncia la rabbia omicida degli oggetti e dei luoghi. La bambina viene provvisoriamente accolta da Nat e Lucas, amici dei suoi genitori, che la riempiono di attenzioni e cercano di darle una vita normale con l'aiuto di un'assistente sociale. Ma Niamh non ritrova la pace, e intorno a lei i segni del pericolo e della violenza continuano a manifestarsi.
Il film della De Van ha vinto anche alcuni premi collaterali, mentre il Méliès d'Argento riservato al miglior lungometraggio europeo è andato al belga Au Nom Du Fils di Vincent Lannoo.
Alessio Gradogna
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