Quest’anno poi la tendenza conservativa è sottolineata in modo macroscopico dalla presenza di Jean-Luc Godard, che ultraottantenne porta in Concorso un’opera di soli settanta minuti dal titolo già in partenza forte e provocatorio: Adieu au Language. Può sembrare la punta dell’iceberg di una coerente linea di condotta all’insegna della restaurazione, ma a onor del vero va detto che lo storico regista francese ha continuato in questi anni a usare il cinema come strumento da piegare e manipolare per indagare la molteplicità del presente e del reale. Magari con esiti (oggi) meno rilevanti e con soluzioni visive e formali che di questi tempi suonano sorpassate, ma con vitalità instancabile e mai doma.
Cannes, invece, preferisce adagiarsi su se stessa, appagata dal suo status di festival più importante del globo. Si tratta, dopotutto, di una rassegna che si è rafforzata proprio nella ripetizione ostinata di un modello costante. Gonfierà pure sempre gli stessi muscoli, ma non è vuota ostentazione di muffa, non è body building fine a se stesso: Cannes, sotto la guida di un Thierry Fremaux alla sua ultima edizione, ormai pronto a lasciare e quindi ben attento a sparare in cielo i suoi ultimi fuochi, di fatto raccoglie quasi sempre il meglio. E in questa consapevole superiorità non ha timore di irrigidirsi, di fissarsi su un piedistallo. Anzi, è proprio quest’ultima una delle sue pose preferite, in attesa del passaggio di testimone a Pierre Lescure e degli scenari più o meno rinnovati che esso sarà in grado di suggerire.
Oltre agli autori già citati, per tutti i titoli del Concorso l’attesa è sempre altissima: dal nuovo film di David Cronenberg Maps to the Stars, con Mia Wasikowska, Julianne Moore e Robert Pattinson, al nuovo film del talentuoso e instancabile Xavier Dolan, Mommy, definito da Fremaux un’opera “audace, barocca”, passando per Mike Leigh e Tommy Lee Jones. Il primo presenta un film dedicato al pittore William Turner, intitolato Mr. Turner, che diventa seduta stante uno dei capisaldi del Concorso: il regista inglese non è un autore estremamente prolifico ma fa sempre film sentiti e ispirati, non di rado baciati dalla meraviglia. Il suo ultimo Another Year ne era la riprova. L’attore premio Oscar ha invece realizzato un altro western che, come il suo precedente, bellissimo film da regista, Le tre sepolture, non dovrebbe mancare di ragioni d’interesse.
A rappresentare l’Italia in Concorso ci sarà invece Alice Rohrwacher, uno dei pochi nomi nuovi nella selezione ufficiale, con la sua opera seconda, Le meraviglie. Dopo il sorprendente Corpo celeste, presentato tre anni fa alla Quinzaine des Réalisateurs, è lecito riporre grandi aspettative in una giovane autrice che ha già dimostrato con un solo film una forza di sguardo poetica e originale. Il suo lavoro era dato dai bene informati alla Quinzaine anche quest’anno, ma alla fine, spiazzando un po’ tutti, è riuscito a imporsi in Concorso. Era data invece in Concorso da qualcuno Asia Argento col suo nuovo film da regista Incompresa, con Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg nel cast, definito da Fremaux “molto personale”. Alla fine le è toccato il prestigioso Un Certain Regard, dove se la vedrà, tra gli altri, con Mathieu Amalric, Lisandro Alonso, Wim Wenders, Jessica Hausner e con l’esordio alla regia di Ryan Gosling.
Per via delle elezioni europee che si svolgeranno il 25 maggio, la cerimonia di premiazione che vedrà la consegna della Palma d’oro e degli altri premi collaterali è stata anticipata quest’anno al 24 maggio. Il 23 maggio invece è stata scelta come data di premiazione per sezione Un Certain Regard. A presiedere la Giuria è stata chiamata la regista neozelandese Jane Campion, vincitrice della Palma d’Oro nel 1993 con Lezioni di piano.
A seguire, ecco l’elenco completo di tutti i titoli della selezione ufficiale.
Davide Eustachio Stanzione
Sezione di riferimento: News
CONCORSO
"Adieu au langage" (Jean-Luc Godard)
"The Captive" (Atom Egoyan)
"Clouds of Sils Maria" (Olivier Assayas)
"Foxcatcher" (Bennett Miller)
"The Homesman" (Tommy Lee Jones)
"Jimmy’s Hall" (Ken Loach)
"Le Meraviglie" (Alice Rohrwacher)
"Maps to the Stars" (David Cronenberg)
"Mommy" (Xavier Dolan)
"Mr. Turner" (Mike Leigh)
"Saint Laurent" (Bertrand Bonello)
"The Search" (Michel Hazanavicius)
"Still the Water" (Naomi Kawase)
"Two Days, One Night" (Jean-Pierre and Luc Dardenne)
"Wild Tales" (Damian Szifron)
"Winter Sleep" (Nuri Bilge Ceylan)
FUORI CONCORSO
"Coming Home" (Zhang Yimou)
"How to Train Your Dragon 2" (Dean DeBlois)
"Les Gens du Monde" (Yves Jeuland)
FILM D’APERTURA
"Grace di Monaco" (Olivier Dahan)
UN CERTAIN REGARD
OPENER: "Party Girl" (Marie Amachoukeli-Barsacq, Claire Burger, Samuel Theis)
"Amour fou" (Jessica Hausner)
"Bird People" (Pascale Ferran)
"The Blue Room" (Mathieu Amalric)
"Charlie’s Country" (Rolf de Heer)
"Dohee-ya" (July Jung)
"Eleanor Rigby" (Ned Benson)
"Fantasia" (Wang Chao)
"Harcheck mi headro" (Keren Yedaya)
"Hermosa juventud" (Jaime Rosales)
"Incompresa" (Asia Argento)
"Jauja" (Lisandro Alonso)
"Lost River" (Ryan Gosling)
"Run" (Philippe Lacote)
"The Salt of the Earth" (Wim Wenders and Juliano Ribeiro Salgado)
"Snow in Paradise" (Andrew Hulme)
"Titli" (Kanu Behl)
"Tourist" (Ruben Ostlund)
PROIEZIONI DI MEZZANOTTE
"The Rover" (David Michod)
"The Salvation" (Kristian Levring)
"The Target" (Yoon Hong-seung)
SPECIAL SCREENINGS
"The Bridges of Sarajevo" (various directors)
"Eau argentee" (Mohammed Ossama)
"Maidan" (Sergei Loznitsa)
"Red Army" (Polsky Gabe)
"Caricaturistes – Fantassins de la democratie" (Stephanie Valloatto)
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