Nonostante il delinquente sia sorvegliato da un agente di polizia, Pierret non può far altro che assecondare le richieste dei rapitori, che gli hanno concesso soltanto tre ore per portare a termine la missione. Diventato suo malgrado complice del criminale e incastrato da un manipolo di poliziotti corrotti, Samuel finisce per trasformarsi in un perfetto capro espiatorio. Caduto in una trappola mortale, può contare solo sul sostegno di Sartet, a cui è legato da un destino beffardo. Ma intanto il tempo scorre inesorabile e la vita di Nadia è appesa a un filo.
Dopo Pour Elle, suo primo lungometraggio, Fred Cavayé ripropone la storia di una famiglia qualsiasi, la cui serenità è distrutta da un episodio improvviso e imprevisto, un evento che comunque non dipende dalla volontà dei protagonisti. Un inizio quasi fotocopia accomuna infatti À bout portant (conosciuto anche con il titolo Point Blank) e il film d'esordio del regista francese. I punti in comune non si fermano qui: Samuel, come Julien Auclert (Vincent Lindon) in Pour Elle, dopo il comprensibile trauma della prima ora, supera il senso d'impotenza e la frustrazione per difendere con le unghie e con i denti ciò che ha di più caro. L'uomo qualunque diventa una sorta di eroe pronto a tutto pur di salvare la moglie. Samuel appare più maldestro di Julien, ma entrambi sono disposti a sconfinare nel mondo dell'illegalità per ottenere una giustizia che la legge non può garantire. Non a caso sarà grazie al pregiudicato Sartet che Pierret riuscirà a liberare Nadia e dimostrare la propria innocenza. Ecco dunque che il ruolo di giusto va senz'altro assegnato al malvivente spietato, che adotta però un codice morale assente tra i membri corrotti delle forze dell'ordine.
Per tutta la durata del film si respira l'ansia vissuta da Samuel, preoccupato di arrivare troppo tardi; il ritmo frenetico scandisce la folle corsa contro il tempo, che si concluderà in una stazione di polizia. Ma se in Pour Elle la metodicità e l'acquisita freddezza consentono a Julien di raggiungere la meta, in À bout portant prevale la confusione e il lieto fine arriverà soltanto dopo una serie di caotiche vicissitudini. Non sempre la sceneggiatura riesce a stare al passo con la vertiginosa sequenza degli eventi e non mancano incongruenze nella trama, specie nei momenti risolutivi della vicenda, che Cavayé sembra volere concludere con troppa fretta.
Tuttavia À bout portant è un polar per nulla disprezzabile, che non merita l'etichetta di brutta copia di Pour Elle, sebbene il primo lungometraggio del regista francese sia senza dubbio più efficace. L'ottima interpretazione di Vincent Lindon fa di sicuro la differenza anche perché il Samuel di Gilles Lellouche non convince fino in fondo. Colpisce invece la figura di Hugo Sartet, probabilmente il vero protagonista del film, di cui esiste un remake sudcoreano uscito in patria nel 2014 con il titolo Target (Pyojeok).
In onda su Rai 4, sabato 4 luglio, ore 12.55.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Film in Televisione
Articoli correlati Gilles Lellouche: Thérèse Desqueyroux
Articoli correlati Vincent Lindon: Pour Elle Les Salauds Quelques heures de printemps
Scheda tecnica
Titolo originale: À bout portant
Anno: Francia, 2010
Regia: Fred Cavayé
Sceneggiatura: Fred Cavayé, Guillaume Lemans
Fotografia: Alain Duplantier
Durata: 84'
Interpreti principali: Gilles Lellouche, Roschdy Zem, Gérard Lanvin, Elena Anaya, Mireille Perrier, Claire Pérot.