Il gruppo che compone la BPM è solidale, tra colleghi esiste un forte spirito di squadra, proprio perché all'interno della brigata i membri sono consapevoli dello stress al quale ognuno di loro è sottoposto quotidianamente; una responsabilità logorante che non può non intaccare anche la vita privata di un poliziotto.
La ricerca estenuante di un neonato rapito o lo sgombero di un campo nomadi, interventi all'ordine del giorno, si mescolano a problematiche di carattere personale, come l'affidamento dei figli o la perdita del partner. A minare il difficile equilibrio raggiunto, innescando nuove dinamiche, sarà Melissa (la stessa regista che compare soltanto con il nome Maïwenn), una fotoreporter inviata dal Ministero dell'Interno per realizzare un libro di foto che documentino l'operato della BPM.
Gli ultimi minuti di Polisse , con un meraviglioso e sorprendente colpo di scena finale, rappresentano la perfetta quadratura del cerchio di un film che riesce a conciliare una sobria delicatezza con un crudo ma necessario realismo.
Maïwenn Le Besco , alle prese con il suo terzo lungometraggio, di cui ha curato anche la sceneggiatura, si ispira a casi realmente trattati dalla Brigade de Protection des Mineurs di Parigi. I dialoghi, originali e sofferti, tra gli investigatori e e le vittime di abuso, con la telecamera a mano che si sofferma sullo sguardo dei minori, sono testimonianze di dolore, ma anche di inconsapevolezza. Il ragazzino che ha subito uno stupro dall'insegnante di ginnastica si chiede per quale motivo il suo maestro debba andare in prigione, ne è addirittura dispiaciuto, perché “gli vuole bene”. La madre che masturba il figlio più piccolo per farlo addormentare non si rende conto di aver commesso una violenza e confessa di aver agito allo stesso modo con il maggiore.
Lo spettatore, grazie alla fotocamera di Melissa che regala ulteriore autenticità alle vicende della squadra, segue con partecipazione lo svolgersi degli eventi diventando anzi parte del gruppo, immedesimandosi nelle ottime interpretazioni di un grande cast nel quale si segnalano Karin Viard, Joey Starr, Marina Fois, Frédéric Pierrot, Naidra Ayadi (premiata con il César) e Sandrine Kiberlain.
La sceneggiatura, scritta a quattro mani con Emanuelle Bercot, ha il merito di incastrare alla perfezione episodi relativi alla sfera privata dei protagonisti con scene di vita professionale, con l'intento di far comprendere quanto il loro lavoro, appassionante ma sfibrante, possa condizionare i rapporti con familiari e amici.
Senza mai scadere nel meccanismo della lacrima facile, Polisse, premio della giuria a Cannes 2011, è un film lucido e toccante, che dimostra ancora una volta quanto il cinema francese goda di ottima salute, assestandosi su livelli difficilmente raggiungibili dalle produzioni di casa nostra.
Serena Casagrande
In onda su La7, giovedì 7 ore 22.30
Sezione di riferimento: Film in Tv
Scheda tecnica
Titolo originale: Poliss
Anno: 2011
Regia: Maïwenn Le Besco
Sceneggiatura: Maïwenn le Besco, Emmanuelle Bercot.
Fotografia: Pierre Aïm
Durata: 134'
Interpreti principali: Karin Viard, Joey Starr, Marina Foïs, Nicolas Duvauchelle, Maïwenn Le Besco.