Con 13 Assassini (2010), remake dell'omonima pellicola diretta da Eiichi Kudo nel 1963, Miike dà vita a un capolavoro complesso e raffinato, dove la ricerca estetica e la cura del particolare si notano in ogni inquadratura. Il cineasta si spinge fino alla perfezione per realizzare il suo personalissimo “cappa e spada” (Jidai geki in giapponese), restando però fedele alla tradizione del genere.
Giappone, 1844: Naritsugu, fratellastro dello shogun, è un signore feudale spietato, privo di umanità. Per porre fine alle sue nefandezze, lo shogun in persona convoca il nobile samurai Shinzaemon Shimada e gli ordina di uccidere il fratello. Shinzaemon arruola quindi un manipolo di valorosi guerrieri e organizza un'imboscata ai danni dell'esercito del feudatario, attirando i militari in un isolato villaggio di montagna. Il piano purtroppo fallisce miseramente a causa della superiorità numerica dei duecento uomini comandati dal perfido Hanbei, nemico di vecchia data di Shimada. Per i tredici samurai, caduti in una trappola micidiale, esiste un'unica soluzione: avventurarsi in una missione suicida. Ma la morte sopraggiungerà soltanto al termine di un'estenuante battaglia.
Le vicende narrate si svolgono durante il periodo Tokugawa (altrimenti conosciuto come periodo Edo, 1603-1868). A breve, le trasformazioni in atto nel Paese del Sol Levante proietteranno i Giapponesi dal medioevo alla modernità; un cambiamento inevitabile e traumatico. 13 Assassini è un omaggio alla figura del samurai, o meglio, alla sua inesorabile decadenza. Nell'inutile carneficina finale, il combattente senza macchia, che preferisce perdere la vita che l'onore, non può far altro che andare incontro alla morte. È il canto del cigno del guerriero puro, che perde così la propria funzione nella società, sostituito da un esercito regolare durante la Restaurazione Meiji (ciò nonostante il Bushidō, il codice etico dei samurai, gioca ancora un ruolo importante nel Giappone odierno). Rispetto a Sukiyaki Western Django (2007), dove prevale il gusto per il pulp, in 13 Assassini Miike smorza in parte i toni per mettere in scena un'opera epica, il poetico addio a un eroe romantico entrato oramai nella leggenda.
Ottimi gli attori, con una menzione speciale a Kōji Yakusho, splendido Shinzaemon, e a Koyata (Yūsuke Iseya), il tredicesimo “assassino”, che non è un autentico ronin, ma un vagabondo che si unisce in seguito al gruppo. Più scemo del villaggio che soldato, è l'elemento comico della tragedia, protagonista principale degli episodi in cui più emerge il caratteristico humour nero di Miike.
A giudizio di chi scrive, uno tra i più riusciti film di samurai, in ideale compagnia di classici come Rashomon (1950) di Akira Kurosawa e Seppuku (1962) di Masaki Kobayashi.
In onda su Rai 4, lunedì 22 dicembre alle 00.45.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Film in Tv
Scheda tecnica
Titolo originale: Jûsan-nin no shikaku
Anno: 2010
Regia: Takashi Miike
Sceneggiatura: Kaneo Ikegami, Daisuke Tengan.
Fotografia: Nobuyasu Kita
Durata: 141'
Interpreti principali: Kōji Yakusho, Hiroki Matsukata, Takayuki Yamada, Kazuki Namioka, Tsuyoshi Ihara.