L’intera storia ruota attorno al personaggio di Atticus Finch (Gregory Peck, vincitore per questo ruolo del suo unico Oscar) e alla sua battaglia contro la segregazione razziale nella pacifica cittadina di Maycomb, dove una denuncia di stupro effettuata dalla giovane Mayella Ewell contro il nero Tom Robinson (Brock Peters, I quattro dell’Ave Maria) diventa pretesto e metafora per un racconto di formazione tra discriminazione, diversità e poetico invito alla tolleranza.
Il buio oltre la siepe è anche un’opera politica, come politico è ogni film secondo i critici del Cahièrs du Cinema. In questo caso, non si può distinguere la pellicola dall’epoca in cui è stata realizzata, e non considerare la matrice letteraria e l’impegno del suo sceneggiatore, Horton Foote, nel trattare Harper Lee con rispetto e consapevolezza del mezzo cinematografico. Non si può dimenticare la felicissima mano di Robert Mulligan (Lo strano mondo di Daisy Clover, Strano incontro), o la straordinaria fotografia in bianco e nero che fissa le lancette nella determinatissima eppure indefinibile atemporalità della storia. Così come non si può non tenere presente la scelta di affidare a un attore come Gregory Peck, da sempre impegnato anche nel mondo civile, uno dei ruoli più significativi della narrativa contemporanea americana. Atticus Finch, il padre che mantiene saldi i propri principi e la propria morale, e che sa insegnare ai figli giustizia, compassione e generosità. Atticus, i cui monologhi diventano i precetti della società come dovrebbe essere, dell’America come dovrebbe avviarsi a diventare, crescere e maturare.
Aveva ragione Sidney Poitier quando, nella serata degli Oscar del 2002, ricevendo il premio alla carriera, evidenziò come «nulla si sarebbe messo in moto se non vi fosse stato un numero inestimabile di scelte coraggiose ed altruistiche intraprese da un manipolo di creatori visionari americani: registi, scrittori e produttori, ciascuno con un forte senso di responsabilità civile verso l’epoca in cui viveva».
Il film-svolta in questa presa di posizione è proprio Il buio oltre la siepe, che affronta con partecipazione e giusto equilibrio le delicate tematiche dei diritti civili, del razzismo e della necessità di una coscienza civica.
Il tutto viene portato nei cinema proprio nel 1962, in coincidenza con l’impegno politico del presidente Kennedy contro la discriminazione razziale e in favore dei diritti civili. Il 1962 è lo stesso anno in cui la Corte Suprema dichiara incostituzionale la segregazione razziale e in cui John Kennedy invia l’esercito per scortare in aula la prima matricola afroamericana, nell’Università del Mississippi. È un passaggio significativo, questo, se si considera come il concetto di educazione sia centrale nel film e nel romanzo. Un’educazione a una profonda coscienza morale e, al tempo stesso, una lezione sulle ineguaglianze sociali, sulla giustizia o meglio sul bisogno di giustizia, sulle radici dell’odio, sul potere dell’ignoranza e sulla necessità di abbattere i muri delle differenze e del pregiudizio, per costruire una società più libera, autentica, costruttiva e vera.
La decisione di produrre un film dal romanzo di Harper Lee, in un momento in cui l’opinione pubblica era attenta alle battaglie per i diritti civili riportate dai mass media, e quindi era maggiormente sensibile a interiorizzarne i messaggi, sottolinea anche come Il buio oltre la siepe possa essere considerato un «peana al valore civico di Hollywood», come scrive R. Armstrong nella sua analisi, il mezzo ideale per guardare alle realtà di un mondo solo temporaneamente inclinato nel proprio asse e che deve riscoprire la vera essenza degli esseri umani.
Francesca Borrione
Sezione di riferimento: Film in Tv
In onda su Rai Movie, mercoledì 12 giugno, ore 21.15
Scheda tecnica
Titolo originale: To Kill a Mockinbird
Regia: Robert Mulligan
Sceneggiatura: Horton Foote (da un romanzo di Harper Lee)
Attori: Gregory Peck, Mary Badham, Brock Peters, Robert Duvall
Fotografia: Russell Harlan
Musiche: Elmer Bernstein
Anno: 1962
Durata: 129'
Premi: Tre Oscar (Gregory Peck miglior attore protagonista; migliore sceneggiatura non originale; migliore fotografia)