Dai malintesi iniziali nascono le scene più esilaranti di Masquerade: Ha-seon fatica ad abituarsi alla rigida etichetta di corte, che esige un preciso protocollo per ogni azione del sovrano, come la defecazione mattutina al cospetto di uno stuolo di serve prostrate ai suoi piedi. Ha-seon è un uomo umile, ma dotato di una profonda sensibilità che lo contraddistingue dal freddo e paranoico Gwanghae: quando comprende che gli avanzi dei pasti regali vanno alla servitù, tralascia appositamente le migliori pietanze. Si oppone quindi ai membri più potenti del regno, approva leggi più giuste per il popolo, fa rilasciare un uomo condannato senza un valido motivo. Anche se novità tanto audaci fanno nascere dubbi sulla sua identità, Ha-seon continua a comportarsi come un vero re e si mette in gioco, pronto a morire per difendere i principi di giustizia nei quali crede. L’umanità del finto monarca conquista consiglieri, servi e la stessa regina. Gwanghae, una volta tornato al proprio posto, non potrà prescindere dalla lezione sul potere impartitagli dal suo sostituto.
Dramma storico in costume campione d’incassi in patria, Masquerade propone temi classici, più volte affrontati sia in ambito cinematografico che letterario, quali lo scambio di persona, gli intrighi di palazzo e le eterne contrapposizioni tra ricchezza e povertà, tra crudeltà e sensibilità. Tuttavia, la storia di Ha-seon appassiona ed emoziona grazie alla pregevole sceneggiatura, scritta dal regista Choo Chang-min (Late Blossom, Mapado) in coppia con Hwang Jo-yoon, già sceneggiatore di Old Boy. La scelta delle inquadrature, la cura del particolare, la bellissima fotografia di Lee Tae-yoon, i costumi di Kwon Yoo-jin e la colonna sonora completano il quadro di un’opera tecnicamente vicina alla perfezione. Masquerade deve comunque gran parte del suo successo anche all’interpretazione della star coreana Lee Byung-hun (A Bittersweet Life), vincitore del premio come miglior attore protagonista ai Daejong Film Awards, che si sdoppia nel ruolo dell'arido Gwanghae e dello spumeggiante e generoso Ha-seon. Lo accompagnano nel corso della vicenda due attori di vecchia data nei panni del consigliere Heo-gyun (Ryu Seung-ryong) e del capo degli eunuchi di corte (Jang Gwang).
Girato prevalentemente all’interno del palazzo reale, il film si contraddistingue inoltre per la minuziosa ricostruzione storica. La vicenda si ispira a un episodio marginale del passato coreano: un lasso di tempo di quindici giorni andato perduto negli annali della dinastia Joseon, proprio durante il regno di Gwanghae, artefice di riforme coraggiose e innovative.
Kolossal epico che sfrutta con sapienza l'elevato budget a disposizione, presentato in anteprima in Italia all’undicesima edizione del Florence Korea Film Fest e in seguito alla quindicesima edizione del Far East, Masquerade è contemporaneamente dramma e commedia: commuove e fa sorridere per merito di dialoghi brillanti e di un'intelligente alternanza dei registri narrativi.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Cinema dal mondo
Scheda tecnica
Titolo originale: Gwanghae, Wangyidoen Namja
Anno: 2012
Regia: Choo Chang-min
Sceneggiatura: Hwang Jo-yoon, Choo Chang-min
Fotografia: Lee Tae-yoon
Musiche: Kim Jun-seong, Mowg
Durata: 131'
Uscita in Italia: --
Interpreti principali: Lee Byung-hun, Ryu Seung-ryong, Jang Gwang, Kim In-kwon, Han Hyo-joo.