Tratto dal dramma teatrale di Georg Büchner, Woyzeck narra le vicende del soldato semplice Friedrich Johann Franz Woyzeck (Klaus Kinski). Di umili origini, Woyzeck presta servizio in una piccola città tedesca, dove vive con l'amante Maria (Eva Mattes) e il loro figlio. Per mantenere la famiglia, arrotonda lo stipendio svolgendo mansioni per il suo capitano, che si diverte a tormentarlo, e sottoponendosi a improbabili esperimenti terapeutici avviati da un medico che lo sfrutta come cavia. Forse anche a causa delle discutibili cure, come quella che gli impone di mangiare soltanto piselli, la salute mentale di Woyzeck comincia a vacillare: un'incontrollabile frenesia si impossessa del suo corpo e un turbine di visioni sempre più allucinanti mette a dura prova la sua stabilità psichica.
Il comportamento dell’uomo spinge l’adorata Maria nelle braccia di un tamburo maggiore, un aitante soldato che la corteggia sfacciatamente in pubblico. Woyzeck non si accorge di nulla fintantoché le scherzose insinuazioni del suo superiore non scatenano in lui dubbi e sospetti. Una volta certo del tradimento, affronta il rivale, che però lo svergogna al cospetto degli avventori di una taverna; dopodiché trascina la donna in campagna e la uccide con un pugnale nei pressi di un stagno.
Tornato in paese in preda ai fumi dell’alcol, si intrattiene con una prostituta, la quale nota che la sua giubba è macchiata di sangue. L’uomo quindi scappa e si reca sul luogo del delitto, oramai completamente fuori di sé. Maria è a terra: Woyzeck le si avvicina e le chiede dolcemente perché abbia i capelli spettinati; poi entra nello stagno, cerca di pulire gli abiti sporchi e scaglia il pugnale al centro dello specchio d’acqua, dove egli stesso troverà la morte per annegamento.
Disadattato, disperato, eroe/antieroe, Woyzeck è simbolo dell'angoscia esistenziale e dell'incapacità di sottostare alle regole della società (“Woyzeck, tu non sei un uomo virtuoso” lo accusa il suo capitano). È un essere vivente prima che un essere umano: lo sguardo folle e il volto sfigurato di Kinski rivelano la lotta interiore di un alienato costantemente lacerato dal dualismo che oppone lo stato di natura a quello di diritto (“Va bene Woyzeck, sei un brav'uomo. Ma pensi troppo e questo affatica, hai sempre l'aria da bestia braccata” continua il superiore). Smarrito nel mondo civilizzato, egli non può far altro che macchiarsi dell'insano gesto per difendere la propria dignità, pur uscendone sconfitto a morte: compie un atto poetico, carico d'amore, anche se destinato al fallimento. Woyzeck è un puro che osserva il mondo con occhi diversi e, sebbene quel che ci regala sia il punto di vista di un uomo sull'orlo della pazzia, ci offre comunque un quadro assolutamente inedito della realtà.
Teatro del dramma è la campagna circostante Telč, cittadina della Repubblica Ceca, e un'indifferente natura ne è l'unica spettatrice.
Girato in poco meno di tre settimane e soltanto a pochi giorni dalla conclusione delle riprese di Nosferatu, Woyzeck è un film essenziale, fedele al capolavoro di Büchner, composto nel 1837 ma uscito postumo nel 1879. Inizialmente il ruolo del protagonista era stato assegnato a Bruno S., ma Werner Herzog cambiò idea all’ultimo momento e optò per Klaus Kinski. Dato che Bruno S. aveva chiesto appositamente un permesso di lavoro per partecipare alle riprese, il regista scrisse in brevissimo tempo la sceneggiatura de La ballata di Stroszek, ispirata proprio alla vita dell’attore. Premio come miglior attrice non protagonista al Festival di Cannes del 1979 a Eva Mattes, all’epoca compagna di Herzog.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Special Werner Herzog
Scheda tecnica
Titolo originale: Woyzeck
Anno: 1979
Regia: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein
Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus
Durata: 82'
Interpreti principali: Klaus Kinski, Eva Mattes, Wolfgang Reichmann, Willy Semmelrogge, Josef Bierbichler
Il comportamento dell’uomo spinge l’adorata Maria nelle braccia di un tamburo maggiore, un aitante soldato che la corteggia sfacciatamente in pubblico. Woyzeck non si accorge di nulla fintantoché le scherzose insinuazioni del suo superiore non scatenano in lui dubbi e sospetti. Una volta certo del tradimento, affronta il rivale, che però lo svergogna al cospetto degli avventori di una taverna; dopodiché trascina la donna in campagna e la uccide con un pugnale nei pressi di un stagno.
Tornato in paese in preda ai fumi dell’alcol, si intrattiene con una prostituta, la quale nota che la sua giubba è macchiata di sangue. L’uomo quindi scappa e si reca sul luogo del delitto, oramai completamente fuori di sé. Maria è a terra: Woyzeck le si avvicina e le chiede dolcemente perché abbia i capelli spettinati; poi entra nello stagno, cerca di pulire gli abiti sporchi e scaglia il pugnale al centro dello specchio d’acqua, dove egli stesso troverà la morte per annegamento.
Disadattato, disperato, eroe/antieroe, Woyzeck è simbolo dell'angoscia esistenziale e dell'incapacità di sottostare alle regole della società (“Woyzeck, tu non sei un uomo virtuoso” lo accusa il suo capitano). È un essere vivente prima che un essere umano: lo sguardo folle e il volto sfigurato di Kinski rivelano la lotta interiore di un alienato costantemente lacerato dal dualismo che oppone lo stato di natura a quello di diritto (“Va bene Woyzeck, sei un brav'uomo. Ma pensi troppo e questo affatica, hai sempre l'aria da bestia braccata” continua il superiore). Smarrito nel mondo civilizzato, egli non può far altro che macchiarsi dell'insano gesto per difendere la propria dignità, pur uscendone sconfitto a morte: compie un atto poetico, carico d'amore, anche se destinato al fallimento. Woyzeck è un puro che osserva il mondo con occhi diversi e, sebbene quel che ci regala sia il punto di vista di un uomo sull'orlo della pazzia, ci offre comunque un quadro assolutamente inedito della realtà.
Teatro del dramma è la campagna circostante Telč, cittadina della Repubblica Ceca, e un'indifferente natura ne è l'unica spettatrice.
Girato in poco meno di tre settimane e soltanto a pochi giorni dalla conclusione delle riprese di Nosferatu, Woyzeck è un film essenziale, fedele al capolavoro di Büchner, composto nel 1837 ma uscito postumo nel 1879. Inizialmente il ruolo del protagonista era stato assegnato a Bruno S., ma Werner Herzog cambiò idea all’ultimo momento e optò per Klaus Kinski. Dato che Bruno S. aveva chiesto appositamente un permesso di lavoro per partecipare alle riprese, il regista scrisse in brevissimo tempo la sceneggiatura de La ballata di Stroszek, ispirata proprio alla vita dell’attore. Premio come miglior attrice non protagonista al Festival di Cannes del 1979 a Eva Mattes, all’epoca compagna di Herzog.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Special Werner Herzog
Scheda tecnica
Titolo originale: Woyzeck
Anno: 1979
Regia: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein
Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus
Durata: 82'
Interpreti principali: Klaus Kinski, Eva Mattes, Wolfgang Reichmann, Willy Semmelrogge, Josef Bierbichler