Ormai è diventata un'abitudine. Una bella consuetudine radicata da lungo tempo e sempre più evidente e costante. Anche quest'anno, con la direzione artistica di Carlo Chatrian, il festival di Locarno, al via il 5 agosto, propone un programma sontuoso, superiore rispetto ad altre manifestazioni in teoria più blasonate ma in realtà in palese difficoltà e in netta crisi d'identità. Un cartellone straripante, per dieci giorni di cinema in cui si potrà spaziare tra mille suggestioni diverse, sempre sotto il segno della scoperta, della creatività, del coraggio, di una miscellanea stilistica in cui ognuno potrà trovare ampi motivi di gioia e sorpresa.
Michael Cimino, Edward Norton, Sabine Azéma, Cécile De France, Carmen Maura, Andy Garcia, Bulle Ogier, Marco Bellocchio: sono solo alcuni dei prestigiosi ospiti che interverranno a Locarno durante i dieci giorni di durata dell'evento, tra omaggi, premiazioni e conversazioni aperte al pubblico.
La selezione di Piazza Grande, come al solito, propone soprattutto titoli di ampio respiro dal punto di vista commerciale, senza peraltro mai dimenticare la qualità: nell'imbattibile cornice della Piazza, sullo schermo all'aperto più grande d'Europa, transiteranno tra gli altri Ricky and the Flesh di Jonathan Demme (con Meryl Streep, film d'apertura), Amnesia di Barbet Schroeder, Floride di Philippe Le Guay (con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain), il canadese Guibord s'en va-t-en guerre (con Suzanne Clément), La belle saison di Catherine Corsini, La vanité di Lionel Baier (ritorno a Locarno dell'autore di Les Grandes Ondes), Trainwreck di Judd Apatow e Southpaw di Antoine Fuqua (con Jake Gyllenhaal), oltre alla possibilità di rivedere capolavori come The Deer Hunter di Cimino e I pugni in tasca di Bellocchio.
Il concorso ufficiale prevede ben 19 titoli, provenienti da tutto il mondo, tra cui si segnalano a una prima occhiata l'attesissimo Cosmos, ritorno alla regia di Andrzej Zulawski dopo 15 anni, Chant d'Hiver di Otar Iosseliani (con Mathieu Amalric), il fluviale Happy Hour di Ruysuke Hamaguchi (317 minuti), No Home Movie di Chantal Akerman, Right Now Wrong Them di Hong Sang-soo, Sulanga Gini Aran di Jayasundara, Suite Armoricaine di Pascale Breton e The Sky Trembles and the Earth is Afraid and the Two Eyes are not Brothers del talentuoso Ben Rivers. L'Italia sarà invece rappresentata dal bucolico Bella e perduta, di Pietro Marcello.
È solo l'inizio. Il programma è talmente ampio che non si contano nemmeno i lavori di sicuro interesse sparsi nelle numerose sezioni collaterali, tanto che risulta praticamente impossibile poter fare un elenco esaustivo dei titoli da non perdere, considerando anche il fatto che in alcuni casi si tratta di autori magari poco noti ma tutti da scoprire. Seguiamo così soprattutto l'istinto e proviamo a segnalare, nella fondamentale sezione Cineasti del presente, il trip-horror tedesco Der Nachtmahr, lo svizzero Keeper (melò adolescenziale con Kacey Mottet Klein, il ragazzo lanciato da Ursula Maier nel bellissimo Sister), il francese Le Grand Jeu (con André Dussolier e Melvil Poupaud) e il serbo-canadese The Waiting Room, storia di un attore in declino alla ricerca del proprio presente e del proprio passato, senza dimenticare Dom Juan, adattamento filmico dell'omonimo testo di Molière con attori della Comedie Française e regia affidata al buffo e irresistibile Vincent Macaigne (La bataille de Solférino, 2 automnes 3 hivers), qui al suo debutto dietro la macchina da presa con un progetto similare a quello realizzato due anni fa da Valérie Donzelli con Que d'amour, presentato proprio a Locarno.
Fuori concorso troviamo tra gli altri Garoto di Júlio Bressane, I sogni del lago salato di Andrea Segre e Le boit dont les rêves sont faits di Claire Simon, mentre tra i film delle giurie si segnalano su tutti L'ombre des femmes di Philippe Garrel (applauditissimo a Cannes), Unrelated di Joanna Hogg (in concorso due anni fa con il pregevole Exhibition) e il glorioso Scarecrow di Jerry Schatzberg.
Non è ancora finita: una saporita retrospettiva dedicata a Sam Peckinpah, il concorso cortometraggi, molti autori esordienti, una carrellata di titoli provenienti dalla Svizzera, la sezione Open Doors quest'anno incentrata sull'Africa (Libia, Algeria e Tunisia), la Semaine de la Critique con sette titoli pronti a fondere fiction e rappresentazione documentaria, la storia del cinema con tanti splendidi film diretti o interpretati dai principali ospiti del festival, ulteriori mini-retrospettive dedicate ad autori come Marlen Khutsiev; un fiume in piena in cui navigare senza porsi alcun limite, per espandere i confini del cinema e scoprire orizzonti inattesi ed emozionanti.
Una maratona debordante, accompagnata dal fascino anche scenografico di un festival che sconta purtroppo ancora limiti logistici (la “malagevolezza” di molti luoghi in cui si svolgono le proiezioni) ma che dal punto di vista prettamente artistico ha ormai raggiunto e consolidato un livello eccezionale, con pochi eguali in Europa e nel mondo, nonostante l'incomprensibile atteggiamento di alcuni appassionati e addetti ai lavori, soprattutto italiani, che continuano a snobbarlo preferendo mete “tradizionali” sempre più asfittiche.
Appuntamento in terra svizzera dal 5 al 15 agosto. Tutto il programma sul sito ufficiale.
Alessio Gradogna
Sezioni di riferimento: Locarno, News
Michael Cimino, Edward Norton, Sabine Azéma, Cécile De France, Carmen Maura, Andy Garcia, Bulle Ogier, Marco Bellocchio: sono solo alcuni dei prestigiosi ospiti che interverranno a Locarno durante i dieci giorni di durata dell'evento, tra omaggi, premiazioni e conversazioni aperte al pubblico.
La selezione di Piazza Grande, come al solito, propone soprattutto titoli di ampio respiro dal punto di vista commerciale, senza peraltro mai dimenticare la qualità: nell'imbattibile cornice della Piazza, sullo schermo all'aperto più grande d'Europa, transiteranno tra gli altri Ricky and the Flesh di Jonathan Demme (con Meryl Streep, film d'apertura), Amnesia di Barbet Schroeder, Floride di Philippe Le Guay (con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain), il canadese Guibord s'en va-t-en guerre (con Suzanne Clément), La belle saison di Catherine Corsini, La vanité di Lionel Baier (ritorno a Locarno dell'autore di Les Grandes Ondes), Trainwreck di Judd Apatow e Southpaw di Antoine Fuqua (con Jake Gyllenhaal), oltre alla possibilità di rivedere capolavori come The Deer Hunter di Cimino e I pugni in tasca di Bellocchio.
Il concorso ufficiale prevede ben 19 titoli, provenienti da tutto il mondo, tra cui si segnalano a una prima occhiata l'attesissimo Cosmos, ritorno alla regia di Andrzej Zulawski dopo 15 anni, Chant d'Hiver di Otar Iosseliani (con Mathieu Amalric), il fluviale Happy Hour di Ruysuke Hamaguchi (317 minuti), No Home Movie di Chantal Akerman, Right Now Wrong Them di Hong Sang-soo, Sulanga Gini Aran di Jayasundara, Suite Armoricaine di Pascale Breton e The Sky Trembles and the Earth is Afraid and the Two Eyes are not Brothers del talentuoso Ben Rivers. L'Italia sarà invece rappresentata dal bucolico Bella e perduta, di Pietro Marcello.
È solo l'inizio. Il programma è talmente ampio che non si contano nemmeno i lavori di sicuro interesse sparsi nelle numerose sezioni collaterali, tanto che risulta praticamente impossibile poter fare un elenco esaustivo dei titoli da non perdere, considerando anche il fatto che in alcuni casi si tratta di autori magari poco noti ma tutti da scoprire. Seguiamo così soprattutto l'istinto e proviamo a segnalare, nella fondamentale sezione Cineasti del presente, il trip-horror tedesco Der Nachtmahr, lo svizzero Keeper (melò adolescenziale con Kacey Mottet Klein, il ragazzo lanciato da Ursula Maier nel bellissimo Sister), il francese Le Grand Jeu (con André Dussolier e Melvil Poupaud) e il serbo-canadese The Waiting Room, storia di un attore in declino alla ricerca del proprio presente e del proprio passato, senza dimenticare Dom Juan, adattamento filmico dell'omonimo testo di Molière con attori della Comedie Française e regia affidata al buffo e irresistibile Vincent Macaigne (La bataille de Solférino, 2 automnes 3 hivers), qui al suo debutto dietro la macchina da presa con un progetto similare a quello realizzato due anni fa da Valérie Donzelli con Que d'amour, presentato proprio a Locarno.
Fuori concorso troviamo tra gli altri Garoto di Júlio Bressane, I sogni del lago salato di Andrea Segre e Le boit dont les rêves sont faits di Claire Simon, mentre tra i film delle giurie si segnalano su tutti L'ombre des femmes di Philippe Garrel (applauditissimo a Cannes), Unrelated di Joanna Hogg (in concorso due anni fa con il pregevole Exhibition) e il glorioso Scarecrow di Jerry Schatzberg.
Non è ancora finita: una saporita retrospettiva dedicata a Sam Peckinpah, il concorso cortometraggi, molti autori esordienti, una carrellata di titoli provenienti dalla Svizzera, la sezione Open Doors quest'anno incentrata sull'Africa (Libia, Algeria e Tunisia), la Semaine de la Critique con sette titoli pronti a fondere fiction e rappresentazione documentaria, la storia del cinema con tanti splendidi film diretti o interpretati dai principali ospiti del festival, ulteriori mini-retrospettive dedicate ad autori come Marlen Khutsiev; un fiume in piena in cui navigare senza porsi alcun limite, per espandere i confini del cinema e scoprire orizzonti inattesi ed emozionanti.
Una maratona debordante, accompagnata dal fascino anche scenografico di un festival che sconta purtroppo ancora limiti logistici (la “malagevolezza” di molti luoghi in cui si svolgono le proiezioni) ma che dal punto di vista prettamente artistico ha ormai raggiunto e consolidato un livello eccezionale, con pochi eguali in Europa e nel mondo, nonostante l'incomprensibile atteggiamento di alcuni appassionati e addetti ai lavori, soprattutto italiani, che continuano a snobbarlo preferendo mete “tradizionali” sempre più asfittiche.
Appuntamento in terra svizzera dal 5 al 15 agosto. Tutto il programma sul sito ufficiale.
Alessio Gradogna
Sezioni di riferimento: Locarno, News
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