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LOCARNO 66 - Les Grandes Ondes (à l'Ouest), di Lionel Baier

13/8/2013

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Aprile 1974. Il direttore dei programmi della radio svizzera assegna a due giornalisti una trasferta in Portogallo, allo scopo di realizzare un reportage dedicato alle strutture che hanno usufruito degli aiuti umanitari della stessa Svizzera. I due, un bizzarro reporter d'esperienza e una conduttrice ambiziosa, mostrano fin da subito caratteri molto diversi e di difficile compatibilità. Giunti a Lisbona trovano un tecnico del suono che farà loro da assistente, e partono, a bordo di un furgoncino scalcagnato che peraltro ancora ben resiste all'usura del tempo, mettendosi in viaggio alla ricerca di luoghi e persone che possano rendere interessante il reportage. Scopriranno un territorio per certi versi ancora molto arretrato, ma alla vigilia del ritorno in patria si troveranno a essere testimoni della Rivoluzione che proprio in quei giorni cambierà il destino del paese lusitano.
Presentato in Piazza Grande, Les Grandes Ondes è il primo capitolo di una potenziale quadrilogia con la quale l'istrionico regista Lionel Baier vorrebbe realizzare una sorta di cartografia dell'Europa, utilizzando i punti cardinali come espediente per raccontare la crisi contemporanea e al contempo esplorare gli eventi più significativi del recente passato. In questo primo lavoro Baier sceglie la strada della commedia, mescolando eventi realmente accaduti e finzione scenica in un racconto nel quale trovano posto numerose tematiche, dalle differenze culturali alla complessa vita sempre sul pezzo dei giornalisti, dal caos politico di un paese stanco della dittatura sino al fascino che la radio possedeva negli anni Settanta e che in qualche modo prova a sopravvivere ancora oggi.
Les Grandes Ondes è dunque un mélange di non semplice costruzione, nel quale infatti ogni tanto si notano sfilacciamenti e piccoli inciampi. Ciò nonostante Baier utilizza tonalità chiaroscure capaci di trovare un certo equilibrio, azzeccando numerose situazioni comiche di notevole impatto alternate a momenti velati da una certa malinconia. Quest'ultima è riscontrabile soprattutto nella figura di Cauvin (un grande Michel Vuillermoz, attore della Comedie Française), reporter di mezza età ferito durante una missione in Vietnam e ora costretto ogni sera a registrare vocalmente i suoi pensieri, a causa di una progressiva perdita della memoria. 
Accanto a lui una sensuale, scatenata e irresistibile Valérie Donzelli, nella parte di Julie, giornalista che vive l'emancipazione professionale e sessuale come una missione fondamentale e imprescindibile, e che è disposta a tutto pur di affermare la propria libertà di donna. Tra balletti, smorfie, stoccate vincenti, bagni nuda nel fiume, baci saffici e accoppiamenti promiscui, la Donzelli ancora una volta conferma la sua splendida versatilità, grazie alla quale continua a proporre un cinema meravigliosamente fresco sia come attrice che come regista.
Tra scuole di campagna, progetti iniziati e mai finiti, figure stranianti, strade polverose, cantanti di Fado e notti all'adiaccio, il piccolo mucchio selvaggio del film di Baier percorre la faticosa trasferta in terra portoghese, senza sapere che di lì a poche ore si scatenerà una Rivoluzione nella quale saranno coinvolti in modo veemente: Cauvin metterà a frutto le sue (in realtà scarsissime) conoscenze della lingua locale per ergersi a surreale paladino della sommossa, mentre Julie, il giovane interprete Pelé e il tecnico Bob abbatteranno tutte le barriere e si tufferanno in un indimenticabile baccanale orgiastico.
Divertente, volatile, sferzante, cauto in partenza ma capace di crescere molto nella seconda parte, Les Grandes Ondes gioca con i corpi, le incomprensioni linguistiche e le idiosincrasie ambientali, e fonde con brillantezza indagine etnografica, omaggi nostalgici, riflessione storica e piacevole gusto per l'intrattenimento. 

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: Locarno


Scheda tecnica

Regia: Lionel Baier
Attori: Valérie Donzelli,  Michel Vuillermoz,  Patrick Lapp,  Francisco Belard,  Jean-Stéphane Bron
Fotografia: Patrick Lindenmaier
Musiche: George Gershwin
Sceneggiatura: Lionel Baier, Julien Bouissoux
Anno: 2013
Durata: 85'

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