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METROPIA - Distopie di un’Europa in crisi

10/9/2013

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«Quando avevo sedici anni lessi Il processo di Kafka. Ricordo di esser rimasto molto affascinato dalla maniera in cui lo scrittore fondò le basi per un mondo in cui – come in un sogno – tutto ha senso, anche se in realtà non ce l’ha. Dove tutto è connesso e logico, ma completamente sbagliato ed ingiusto. In quella storia, Josef K. è la vittima di un sistema del tutto legale […]. Adesso provate ad immaginare d’essere schiacciati e repressi da questa forma di governo, e che il modo in cui esso agisce vi faccia sentire vulnerabili e indifesi a tal punto da rivalutare la vostra cognizione delle cose. Se vi trovaste in una situazione simile potreste essere portati a pensare che, addirittura, il problema siete voi e non più il sistema». (Tarik Saleh)

Metropia, finito di produrre nel 2009 dopo ben sei anni di realizzazione e presentato all'edizione 66 della Mostra di Venezia, è il terzo lavoro di una certa rilevanza per il regista svedese, ma di origini egiziane, Tarik Saleh (Sacrificio: Who betrayed Che Guevara e Gitmo – The New Rules of War). Proveniente dagli ambienti artistici più eterogenei, dal giornalismo alla produzione televisiva fino ai graffiti metropolitani, Saleh ci offre un film d’animazione oscuro e paranoico. Prodotto dalla svedese Atmo, Metropia è un’iperrealistica e sconfortante descrizione dell’anno 2024, in cui sono le grandi multinazionali ad organizzare la vita di qualsiasi individuo.
Alla fine degli anni Novanta l’umanità è testimone del crollo delle finanze internazionali e dell’esaurimento delle risorse naturali. La crisi globale sembra essere l’unico tratto d’unione tra i cittadini mondiali che, presi dallo sconforto, si affidano al grande progetto ideato dalla Trexx Inc.: creare una gigantesca rete sotterranea in grado di unire tutte le città europee con lo scopo di garantire pace, mobilità e lavoro ai suoi clienti. Roger, povero impiegato di call center, ogni qual volta entra nella Metro sente una voce nella sua mente che cerca di condizionarne i comportamenti. Un giorno, però, incontra in maniera fortuita l’attrice di una nota marca di shampoo e decide, affidandosi al suo istinto, di seguirla. Da questo evento in poi, Roger si ritroverà invischiato in una cospirazione internazionale dalla quale tenterà di fuggire.
Metropia, il cui impianto iconico viene descritto come se «Kafka avesse dipinto L’ultima cena con una mitragliatrice», offre un’animazione affascinante e innovativa che cerca di coniugare classico e moderno in una visione estremamente realistica dei possibili sviluppi concernenti l’attualità. Ancora una volta, su un soggetto a base fanta-sociale, aderisce una patina antiutopica che, con chiaro disamore verso il presente, ipotizza un futuro in cui non esistono cittadini, bensì clienti o consumatori. Saleh indovina una messa in scena claustrofobica e oppressiva che spesso risulta essere la parte maggiormente rilevante del suo ultimo lavoro. La componente puramente narrativa, pur non essendo scadente o incoerente, non riesce sempre a supportare in maniera adeguata tutto l’universo immaginato e creato dal regista svedese. Ciò non inficia, fortunatamente, il risultato finale dell'opera.
Nonostante qualche piccola incertezza, Metropia è un film che merita attenzione sia per la propria indole “adulta” e rassegnata sia per l’affascinante realizzazione compiuta da Atmo e dal regista. A quest’ultimo va il merito d’aver rappresentato in maniera esauriente tutte quelle ombre che si diramano dal sogno di pochi (multinazionali il cui unico scopo è il predominio economico) alla realtà distopicamente cupa della massa.

Emanuel Carlo Micali

Sezione di riferimento: Animazione


Scheda tecnica

Titolo originale: Metropia
Regia: Tarik Saleh
Sceneggiatura: Fredrik Edin, Martin Hultman, Tarik Saleh, Stig Larsson
Musiche: Krister Linder
Fotografia: Sesse Lind
Durata: 80’
Anno: 2009
Uscita italiana: 03/09/2009

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