Eppure, nel momento del massimo bisogno, quando il dolore incombe e i mezzi di sussistenza non bastano più, nasce la necessità di varcare quella soglia e chiedere aiuto al vicino villaggio. È il momento per scoprire una nuova vita, un'altra realtà, curiosa e pasticciata, astiosa e al contempo capace di solidarietà e sorrisi. Per espiare le colpe di un passato che non si può dimenticare, e guardare al futuro con un occhio diverso.
Le Jour des Corneilles, opera prima di Jean-Christophe Dessaint, tratta dall'omonimo romanzo di Jean-François Beuchemin, presentata con successo allo scorso festival di animazione di Annecy, uscita nelle sale francesi a ottobre 2012 e (ça va sans dire) al momento inedita in Italia, è una romantica e tenera incursione nel rito di iniziazione di un bimbo selvaggio, orfano di madre, alle prese con Courge, l'orco delle fiabe, un padre scorbutico che cela nel profondo tempeste di rabbia e rimpianto. Nel contatto con il mondo che si cela al di là della foresta questo cucciolo senza nome scopre la luce dell'amicizia, dell'aiuto reciproco, e respira le prime suggestioni dell'amore, oggetto perduto da ritrovare chissà dove. La vicinanza con la dolcissima Manon, e con il padre di lei, dottore pronto a difendere il rude Courge dagli attacchi furiosi di certi paesani, scivola nei contorni di un processo di formazione, inclemente ma essenziale, attraverso il quale porgere un ultimo saluto a colei che più non è, per guardare finalmente oltre l'orizzonte.
Nel film di Dessaint, guidato da uno stile di animazione tanto classico quanto efficace, il mondo animale e quello umano sanno unirsi, mescolarsi, donarsi reciproco aiuto. L'idea dei personaggi, volpi e rospi e cavalli, con la testa di animale e il corpo umano, attua una brillantissima metafora volta a cancellare la distanza tra bestialità e ragioni dell'anima. Allo stesso modo, l'attacco in parata dei corvi in volo per portare a Manon il messaggio decisivo ai fini della narrazione è un'ulteriore lettera rivolta alla superficialità dell'uomo, schiavo di un disgustoso autocompiacimento di fronte alla sua presunta supremazia nei confronti del regno animale.
Tenero, ricco di sfumature, ricercatissimo nel dettaglio, Le Jour Des Corneilles si libra sulle ali dell'entusiasmo nella prima, splendida, ventina di minuti, tutta ambientata all'interno della foresta. Accusa poi qualche lieve incertezza nella parte centrale, situata nel villaggio, salvo tornare ad alzarsi verso il cielo nel finale, delicatissimo e davvero commovente. A impreziosire ulteriormente l'opera, in originale, ci sono le voci di Jean Reno, Isabelle Carré e soprattutto Claude Chabrol, che si è prestato al film poco prima di lasciarci. E in fondo è bello, bellissimo, che questo grande maestro abbia dato il proprio addio al cinema dando un tocco di ironia e umanità a un lavoro così puro, abile a confermare come ormai anche l'Europa, e soprattutto la Francia, possa competere ai massimi livelli nell'ambito dell'animazione, non può soltanto terra di dominio orientale.
Intanto, con il piccolo Courge e la dolce Manon, ci avviamo alla conclusione; è tempo di dire addio, senza più lacrime, perché il dolore adesso può essere spazzato via; ci si può concedere un ultimo abbraccio con quei fantasmi muti e gentili, per poi avviarsi lungo la strada verso l'età adulta; diventare grandi, sì, ma senza dimenticare l'età giovane, le ferite del vissuto, i concetti imparati con l'esperienza e l'acume. Fuori, oltre i rami nodosi, c'è un luogo in cui soffiare via le croste della perdita e avanzare passo dopo passo verso i segreti dell'avvenire. Con un amore fermo, indistruttibile, fortissimo, accoccolato lì nel cuore.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Animazione
Scheda tecnica
Titolo originale: Le Jour des corneilles
Regia: Jean-Christophe Dessaint
Sceneggiatura: Amandine Taffin, dal romanzo di Jean-François Beauchemin
Montaggio: Opportune Taffin
Musiche: Simon Leclerc
Anno: 2012
Durata: 94'
Uscita italiana: –
Voci: Lorànt Deutsch (il piccolo Courge), Jean Reno (papà Courge), Isabelle Carré (Manon), Claude Chabrol (il dottore)