Miguel è morto. Miguel si è suicidato, in una grande casa di campagna in mezzo ai boschi. Prima di farlo ha registrato con un microfono i suoi pensieri, il suono della natura e quello degli oggetti di uso quotidiano intorno a lui. Ora sei tra i suoi migliori amici sono là, in quella abitazione lontana dal resto del mondo (lontana dai vivi), per ascoltare le sue parole di quegli ultimi giorni, e per mettere a posto gli oggetti abbandonati tra mura che non ospiteranno più nessuno.
Dall’Argentina arriva a Torino il magnifico Noche, opera prima di Leonardo Brzezicki, e basta un attimo per essere catapultati in un altro mondo, immateriale e lontano. Perché Noche è un ponte diretto con l’aldilà, con chi non è più tra noi. Il cinema di Brzezicki si inserisce perfettamente all’interno della nuova cinematografia sudamericana, la stessa dei vari Pablo Larrain e Lisandro Alonso, giovani cineasti coraggiosi che cercano di fare i conti con le storie recenti dei propri paesi, utilizzando il cinema come arma di distruzione e resistenza. Elaborando il passato per cercare di venire a patti con il presente, attraverso le immagini. E anche i suoni, nel caso di Noche. Un’opera assolutamente astratta e priva di una logica consequenziale, dove allo spettatore viene chiesto di compiere un percorso attraverso un’esperienza estremamente ipnotica ed affascinante.
Tramite quella necessaria ambizione scriteriata che è propria solamente degli esordienti, Brzezicki guarda a modelli alti: a Tarkovskij, per esempio. A Sokurov, a Lynch; persino a Il grande freddo di Kasdan, se si vuole. Ma è un’ambizione che va inseguita e accettata, perché dietro la fascinazione delle basi comunicative (immagine e suono), Noche conferma uno sguardo vero e doloroso sulla realtà; si parla di morte, certo, ma il risultato è sorprendentemente vivo. Perché è un film sulla percezione di ciò che è stato e che non si ripeterà, e che riguarda tutti, indistintamente. Lavorando sul contrasto tra immagine (il presente) e suoni (il passato), il cineasta argentino cerca di afferrare l’invisibile e l’imponderabile. E se ci riesce è appunto perché sappiamo tutti quanto sia impossibile: ascoltando continuamente le registrazioni dell’amico defunto, e ripetendole a loro volta, i protagonisti tentano disperatamente di ricostruire un passato che non esiste più. Per sconfiggere la morte, o per cercare quantomeno di attribuirgli quel senso che invece non ha.
Immerso in una natura selvaggia ed estranea, Noche è uno sguardo alieno su un mondo in disfacimento, un film di fantascienza popolato da fantasmi che non si possono vedere. Gli elementi primordiali (l’acqua del fiume, il fuoco appiccato per bruciare gli oggetti di Miguel) contraddistinguono questo luogo concreto e materiale, mentre è da altrove che provengono quelle voci e quei suoni attraverso i quali si deve tentare di capire, di vedere, di accettare. Anche non riuscendoci, anche abbandonandosi ai propri istinti primordiali e brutali. E così, in un lento susseguirsi di dissolvenze e suggestioni ipnotiche, chi è sopravvissuto non può far altro che prendere coscienza dell’arrivo della notte. Dopo, sarà solo silenzio.
Giacomo Calzoni
Sezione di riferimento: Torino 31
Scheda tecnica
Regia: Leonardo Brzezicki
Sceneggiatura: Leonardo Brzezicki
Fotografia: Max Ruggieri
Montaggio: Robert Dalva
Attori: Flavia Noguera, Jair Toledo, Marìa Soldi, Gaston Re, Pablo Matias Vega
Anno: 2013
Durata: 85’
Dall’Argentina arriva a Torino il magnifico Noche, opera prima di Leonardo Brzezicki, e basta un attimo per essere catapultati in un altro mondo, immateriale e lontano. Perché Noche è un ponte diretto con l’aldilà, con chi non è più tra noi. Il cinema di Brzezicki si inserisce perfettamente all’interno della nuova cinematografia sudamericana, la stessa dei vari Pablo Larrain e Lisandro Alonso, giovani cineasti coraggiosi che cercano di fare i conti con le storie recenti dei propri paesi, utilizzando il cinema come arma di distruzione e resistenza. Elaborando il passato per cercare di venire a patti con il presente, attraverso le immagini. E anche i suoni, nel caso di Noche. Un’opera assolutamente astratta e priva di una logica consequenziale, dove allo spettatore viene chiesto di compiere un percorso attraverso un’esperienza estremamente ipnotica ed affascinante.
Tramite quella necessaria ambizione scriteriata che è propria solamente degli esordienti, Brzezicki guarda a modelli alti: a Tarkovskij, per esempio. A Sokurov, a Lynch; persino a Il grande freddo di Kasdan, se si vuole. Ma è un’ambizione che va inseguita e accettata, perché dietro la fascinazione delle basi comunicative (immagine e suono), Noche conferma uno sguardo vero e doloroso sulla realtà; si parla di morte, certo, ma il risultato è sorprendentemente vivo. Perché è un film sulla percezione di ciò che è stato e che non si ripeterà, e che riguarda tutti, indistintamente. Lavorando sul contrasto tra immagine (il presente) e suoni (il passato), il cineasta argentino cerca di afferrare l’invisibile e l’imponderabile. E se ci riesce è appunto perché sappiamo tutti quanto sia impossibile: ascoltando continuamente le registrazioni dell’amico defunto, e ripetendole a loro volta, i protagonisti tentano disperatamente di ricostruire un passato che non esiste più. Per sconfiggere la morte, o per cercare quantomeno di attribuirgli quel senso che invece non ha.
Immerso in una natura selvaggia ed estranea, Noche è uno sguardo alieno su un mondo in disfacimento, un film di fantascienza popolato da fantasmi che non si possono vedere. Gli elementi primordiali (l’acqua del fiume, il fuoco appiccato per bruciare gli oggetti di Miguel) contraddistinguono questo luogo concreto e materiale, mentre è da altrove che provengono quelle voci e quei suoni attraverso i quali si deve tentare di capire, di vedere, di accettare. Anche non riuscendoci, anche abbandonandosi ai propri istinti primordiali e brutali. E così, in un lento susseguirsi di dissolvenze e suggestioni ipnotiche, chi è sopravvissuto non può far altro che prendere coscienza dell’arrivo della notte. Dopo, sarà solo silenzio.
Giacomo Calzoni
Sezione di riferimento: Torino 31
Scheda tecnica
Regia: Leonardo Brzezicki
Sceneggiatura: Leonardo Brzezicki
Fotografia: Max Ruggieri
Montaggio: Robert Dalva
Attori: Flavia Noguera, Jair Toledo, Marìa Soldi, Gaston Re, Pablo Matias Vega
Anno: 2013
Durata: 85’