In occasione dell'uscita nelle sale del controverso Tulpa abbiamo fatto una chiacchierata con Federico Zampaglione, per toccare temi inerenti il film e argomenti collaterali come la situazione attuale dell'horror italiano, la distribuzione e certe storture create dalla stampa.
Il 20 giugno finalmente Tulpa esce nelle sale, anche se ha già avuto qualche proiezione pubblica, ad esempio al Noir Festival a dicembre. Si è già parlato molto del film, ancor di più se ne parlerà nelle prossime settimane. Sei soddisfatto dei riscontri finora ottenuti? Ti aspettavi qualcosa di diverso, nelle reazioni della gente e degli addetti ai lavori?
Sono molto contento, ad alcuni piace molto ad altri affatto. Insomma divide, ma tutti gli riconoscono uno stretto legame con i grandi gialli del nostro periodo aureo. Direi che è facilissimo esaltare un film come Tulpa, come è facile farlo a pezzi . Dipende da quanto ti va di stare al gioco e divertirti.
Tulpa è un chiaro e forte omaggio al glorioso cinema horror italiano degli anni Settanta/Ottanta. Quanto pensi possa essere utile, oggi, la riproposizione di quegli schemi e di quelle tematiche? Non si rischia a tuo avviso di restare un po' troppo ancorati al passato?
Nel mio film si sente molto la mano di Sacchetti, che ha portato con sé quelle atmosfere. Il mondo dei privè però è un elemento contemporaneo, così come l'utilizzo delle musiche e di una certa fotografia. Gli effetti speciali sono stati creati con mix sperimentale di analogico e digitale, e si sono visti per la prima volta su uno schermo. Leggo recensioni da tutto il mondo che parlano di scene di morte spettacolari e originalissime. Per il futuro, sempre se continuerò a fare film, mi piacerebbe approfondire il lato della sceneggiatura, che per il momento considero la mia parte meno solida.
Nel film ho apprezzato il fatto che le scene più violente e sanguinarie siano mostrate al pubblico in modo diretto, senza pudore, evitando la facile scorciatoia del "fuori campo"; una scelta coraggiosa, visto che in questo paese siamo ancora qui a dover fare i conti con le mannaie medievali della censura. Sei d'accordo?
Con Shadow avevo puntato tutto sulle atmosfere, in Tulpa l'aspetto grafico è preponderante e a volte sopra le righe. Comunque non avrebbe avuto senso fare un giallaccio all' italiana senza sesso e violenza in buone quantità.
A proposito di censura: hai avuti problemi in tal senso? Richieste di tagli? Il film esce integrale?
Sono andato personalmente in censura a difendere il film e per fortuna non ci sarà alcun taglio. Il film sarà però vietato ai minori di 14 anni... mi sembra cosa buona e giusta.
La protagonista del film, Lisa, pur essendo una manager di successo, frequenta un sex club per sfogare le frustrazioni e la solitudine che la circondano nella vita di tutti i giorni. A tuo parere questo personaggio può rappresentare un simbolo della malinconia che regna nella società contemporanea, dietro alle maschere che un po' tutti siamo costretti a indossare?
E' questo l'elemento più contemporaneo del film: la realtà mordi e fuggi, la crisi economica, la corsa verso il potere sfrenato e totalizzante contrapposto all'animalità, alla fragilità e al tentativo di sentirsi ancora vivi e pulsanti. Siamo piccole schegge impazzite gettate in un universo delirante.
Nel film la tua compagna è protagonista di molte scene di sesso piuttosto audaci, e con partner diversi, uomini e donne. Quanto è stato difficile filmare questi momenti, dovendo a tutti i costi accantonare ogni imbarazzo e separare la realtà privata e la finzione scenica?
Non e' stato affatto difficile. Lei e' un attrice e io un regista, ho solo cercato di farle dare il massimo per la buona riuscita del film e lei si è lasciata guidare. Il set è il set, la vita reale è tutta un'altra storia.
In poche settimane escono al cinema La stanza delle farfalle di Zarantonello, l'antologia collettiva P.O.E. e il tuo Tulpa. Pensi sia solo una fortunata coincidenza, o credi che davvero, finalmente, i distributori abbiano deciso di dare nuovo spazio all'horror italiano?
Il problema non sono solo i distributori, loro lavorano su ciò che funziona. La chiave vera è il pubblico. Se decideranno di smetterla di scaricare tutto e ricominceranno a sostenete questo genere andando in sala, vedrete quanto cinema di genere italiano ci sara' nei prossimi anni.
Non ti dà fastidio dover essere ogni volta etichettato dai media come "nuovo Re dell'horror", o definizioni simili, francamente stupide e fuorvianti?
E' una stronzata, una fesseria inventata dalla stampa che mi infastidisce e mi danneggia. Non sono re di nulla, sono un appassionato di un certo cinema che sta cercando di crescere e crearsi un suo stile.
A Courmayeur ho assistito a scene poco edificanti, con alcuni "colleghi" che hanno pesantemente criticato il tuo film durante la proiezione, salvo poi, a titoli di coda ultimati, venire da te e prostrarsi in mille complimenti. Non credi che questi atteggiamenti, per quanto purtroppo normali, siano perfino dannosi per chi invece potrebbe magari ricevere qualche consiglio utile per migliorarsi?
La vita è così e non puoi farci molto. Comunque mi accorgo di solito quando qualcuno mente. Sono una persona sensibile ed intuitiva. In ogni caso , ti ripeto, non mi esalto per critiche buone come non mi deprimo per quelle negative. Solo su Youtube ho superato i 40 milioni di visualizzazioni su di me, con migliaia di commenti, e ho letto di tutto e il contrario di tutto. Quello che conta è che io sia soddisfatto di ciò che sto facendo. E complessivamente lo sono.
Mi citi cinque film che nella tua vita hai amato tantissimo, e che sono stati fondamentali e imprescindibili per convincerti a provare una carriera da regista?
Profondo Rosso, The Beyond, Alien, Shining, La passione di Cristo (un grande torture porn).
Una curiosità: nei prossimi giorni andrai in qualche cinema, "in incognito", come alcuni fanno, per spiare le reazioni della gente durante le proiezioni del film?
Non lo escludo (risata... ndr)
Ultima domanda di rito: i tuoi progetti futuri, nel cinema e nella musica.
Un nuovo album su cui sto lavorando, mi piace molto ed è ispirato al cinema di genere come sonorità.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Interviste
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Il 20 giugno finalmente Tulpa esce nelle sale, anche se ha già avuto qualche proiezione pubblica, ad esempio al Noir Festival a dicembre. Si è già parlato molto del film, ancor di più se ne parlerà nelle prossime settimane. Sei soddisfatto dei riscontri finora ottenuti? Ti aspettavi qualcosa di diverso, nelle reazioni della gente e degli addetti ai lavori?
Sono molto contento, ad alcuni piace molto ad altri affatto. Insomma divide, ma tutti gli riconoscono uno stretto legame con i grandi gialli del nostro periodo aureo. Direi che è facilissimo esaltare un film come Tulpa, come è facile farlo a pezzi . Dipende da quanto ti va di stare al gioco e divertirti.
Tulpa è un chiaro e forte omaggio al glorioso cinema horror italiano degli anni Settanta/Ottanta. Quanto pensi possa essere utile, oggi, la riproposizione di quegli schemi e di quelle tematiche? Non si rischia a tuo avviso di restare un po' troppo ancorati al passato?
Nel mio film si sente molto la mano di Sacchetti, che ha portato con sé quelle atmosfere. Il mondo dei privè però è un elemento contemporaneo, così come l'utilizzo delle musiche e di una certa fotografia. Gli effetti speciali sono stati creati con mix sperimentale di analogico e digitale, e si sono visti per la prima volta su uno schermo. Leggo recensioni da tutto il mondo che parlano di scene di morte spettacolari e originalissime. Per il futuro, sempre se continuerò a fare film, mi piacerebbe approfondire il lato della sceneggiatura, che per il momento considero la mia parte meno solida.
Nel film ho apprezzato il fatto che le scene più violente e sanguinarie siano mostrate al pubblico in modo diretto, senza pudore, evitando la facile scorciatoia del "fuori campo"; una scelta coraggiosa, visto che in questo paese siamo ancora qui a dover fare i conti con le mannaie medievali della censura. Sei d'accordo?
Con Shadow avevo puntato tutto sulle atmosfere, in Tulpa l'aspetto grafico è preponderante e a volte sopra le righe. Comunque non avrebbe avuto senso fare un giallaccio all' italiana senza sesso e violenza in buone quantità.
A proposito di censura: hai avuti problemi in tal senso? Richieste di tagli? Il film esce integrale?
Sono andato personalmente in censura a difendere il film e per fortuna non ci sarà alcun taglio. Il film sarà però vietato ai minori di 14 anni... mi sembra cosa buona e giusta.
La protagonista del film, Lisa, pur essendo una manager di successo, frequenta un sex club per sfogare le frustrazioni e la solitudine che la circondano nella vita di tutti i giorni. A tuo parere questo personaggio può rappresentare un simbolo della malinconia che regna nella società contemporanea, dietro alle maschere che un po' tutti siamo costretti a indossare?
E' questo l'elemento più contemporaneo del film: la realtà mordi e fuggi, la crisi economica, la corsa verso il potere sfrenato e totalizzante contrapposto all'animalità, alla fragilità e al tentativo di sentirsi ancora vivi e pulsanti. Siamo piccole schegge impazzite gettate in un universo delirante.
Nel film la tua compagna è protagonista di molte scene di sesso piuttosto audaci, e con partner diversi, uomini e donne. Quanto è stato difficile filmare questi momenti, dovendo a tutti i costi accantonare ogni imbarazzo e separare la realtà privata e la finzione scenica?
Non e' stato affatto difficile. Lei e' un attrice e io un regista, ho solo cercato di farle dare il massimo per la buona riuscita del film e lei si è lasciata guidare. Il set è il set, la vita reale è tutta un'altra storia.
In poche settimane escono al cinema La stanza delle farfalle di Zarantonello, l'antologia collettiva P.O.E. e il tuo Tulpa. Pensi sia solo una fortunata coincidenza, o credi che davvero, finalmente, i distributori abbiano deciso di dare nuovo spazio all'horror italiano?
Il problema non sono solo i distributori, loro lavorano su ciò che funziona. La chiave vera è il pubblico. Se decideranno di smetterla di scaricare tutto e ricominceranno a sostenete questo genere andando in sala, vedrete quanto cinema di genere italiano ci sara' nei prossimi anni.
Non ti dà fastidio dover essere ogni volta etichettato dai media come "nuovo Re dell'horror", o definizioni simili, francamente stupide e fuorvianti?
E' una stronzata, una fesseria inventata dalla stampa che mi infastidisce e mi danneggia. Non sono re di nulla, sono un appassionato di un certo cinema che sta cercando di crescere e crearsi un suo stile.
A Courmayeur ho assistito a scene poco edificanti, con alcuni "colleghi" che hanno pesantemente criticato il tuo film durante la proiezione, salvo poi, a titoli di coda ultimati, venire da te e prostrarsi in mille complimenti. Non credi che questi atteggiamenti, per quanto purtroppo normali, siano perfino dannosi per chi invece potrebbe magari ricevere qualche consiglio utile per migliorarsi?
La vita è così e non puoi farci molto. Comunque mi accorgo di solito quando qualcuno mente. Sono una persona sensibile ed intuitiva. In ogni caso , ti ripeto, non mi esalto per critiche buone come non mi deprimo per quelle negative. Solo su Youtube ho superato i 40 milioni di visualizzazioni su di me, con migliaia di commenti, e ho letto di tutto e il contrario di tutto. Quello che conta è che io sia soddisfatto di ciò che sto facendo. E complessivamente lo sono.
Mi citi cinque film che nella tua vita hai amato tantissimo, e che sono stati fondamentali e imprescindibili per convincerti a provare una carriera da regista?
Profondo Rosso, The Beyond, Alien, Shining, La passione di Cristo (un grande torture porn).
Una curiosità: nei prossimi giorni andrai in qualche cinema, "in incognito", come alcuni fanno, per spiare le reazioni della gente durante le proiezioni del film?
Non lo escludo (risata... ndr)
Ultima domanda di rito: i tuoi progetti futuri, nel cinema e nella musica.
Un nuovo album su cui sto lavorando, mi piace molto ed è ispirato al cinema di genere come sonorità.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Interviste
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