Valérie Donzelli è stata una protagonista assoluta di Locarno 66. Membro della giuria del concorso internazionale, l'abbiamo vista anche come scatenata attrice protagonista in Les Grandes Ondes di Lionel Baier, e come regista per il suo nuovo lavoro Que d'amour, la cui anteprima mondiale è stata penalizzata da una programmazione scriteriata (un'unica proiezione, serale e in contemporanea con la premiazione di Werner Herzog) che ha dunque portato in sala un pubblico non numeroso (ma assai partecipe). Il film è stato commissionato da Arte France, alcuni autori hanno ricevuto l'incarico di realizzare pellicole tratte da rinomate opere teatrali, Valérie ha scelto una pièce di Marivaux e ha avuto l'opportunità di lavorare con attori della Comedie Française.
Tramite il suo occhio come sempre spontaneo e creativo, seguiamo la vicenda di Silvia, promessa sposa a Dorante; la ragazza, per conoscere meglio il carattere del futuro marito, ottiene dal padre il permesso di presentarsi a lui nei panni della serva Lisette, la quale finge di essere la sua padrona. In compenso lo stesso Dorante ha la medesima idea, e si presenta nelle vesti del servo Arlecchino, a sua volta travestito da padrone. Le due coppie iniziano un bizzarro balletto di finzione e fraintendimenti, le carte in tavola risultano più volte scompaginate, fino a che finalmente, un po' alla volta, le verità saranno svelate.
Cinema, teatro, televisione: mezzi d'espressione differenti che qui convergono con efficacia grazie all'abile mano di Valérie Donzelli, ancora una volta in grado di sorprenderci con la sua miscela di humour, fantasia, genuinità, purezza d'intenti. Que d'amour è un gioco divertente e innocuo che scorre via con facilità, sa non prendersi troppo sul serio e porta a termine il suo compito senza inciampare in inutili voli pindarici. Inganni, sussulti del cuore, colpi di fulmine, travestimenti, battute spiazzanti, innocenti seduzioni e irresistibili passioni, personaggi con cartoncini attaccati al petto che spiegano il loro ruolo del momento, didascalie da cinema muto, narrazione fuori campo, iridi, canzoni: per l'ennesima volta la Donzelli entusiasma per la vitalità assoluta del suo cinema.
In fondo è proprio per questo che la amiamo così profondamente: è una donna che ha ormai ottenuto un ampio successo a livello internazionale, ma che è ancora capace di emozionarsi come una bimba scoprendo l'imponente panorama delle 8000 persone che assisteranno a Les Grandes Ondes in Piazza Grande, o di ridere di gusto durante il film (lo diciamo con certezza perché eravamo seduti a due metri da lei) e sorprendersi davanti al caloroso applauso che il pubblico le riserva alla fine dei titoli di coda di Que d'amour.
Parliamo di un'autrice che fin dagli esordi nel 2001, per poi arrivare al debutto come regista con La reine des pommes, proseguendo con il meraviglioso La guerre est déclarée e con Main dans la main, continua a portare in dote un'idea di cinema schietta, armonica, anticonvenzionale, freschissima, priva di qualsiasi remora, capace di guardare al passato e vivere la contemporaneità con mirabile equilibrio espressivo. Il sorriso sbarazzino di Valérie ci ricorda sempre che finzione e realtà sono due facce della stessa medaglia, e che l'Arte, prima di tutto, è (e sempre dovrebbe essere) gioia e libertà.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
Scheda tecnica
Regia: Valérie Donzelli
Attori: Gérard Giroudon, Alexandre Pavloff, Léonie Simaga, Noam Morgensztern, Suliane Brahim
Fotografia: Sébastien Buchmann
Musiche: Philippe Jakko
Sceneggiatura: Valérie Donzelli, Anne Berest (tratta dall'opera teatrale di Marivaux)
Anno: 2013
Durata: 75'
Tramite il suo occhio come sempre spontaneo e creativo, seguiamo la vicenda di Silvia, promessa sposa a Dorante; la ragazza, per conoscere meglio il carattere del futuro marito, ottiene dal padre il permesso di presentarsi a lui nei panni della serva Lisette, la quale finge di essere la sua padrona. In compenso lo stesso Dorante ha la medesima idea, e si presenta nelle vesti del servo Arlecchino, a sua volta travestito da padrone. Le due coppie iniziano un bizzarro balletto di finzione e fraintendimenti, le carte in tavola risultano più volte scompaginate, fino a che finalmente, un po' alla volta, le verità saranno svelate.
Cinema, teatro, televisione: mezzi d'espressione differenti che qui convergono con efficacia grazie all'abile mano di Valérie Donzelli, ancora una volta in grado di sorprenderci con la sua miscela di humour, fantasia, genuinità, purezza d'intenti. Que d'amour è un gioco divertente e innocuo che scorre via con facilità, sa non prendersi troppo sul serio e porta a termine il suo compito senza inciampare in inutili voli pindarici. Inganni, sussulti del cuore, colpi di fulmine, travestimenti, battute spiazzanti, innocenti seduzioni e irresistibili passioni, personaggi con cartoncini attaccati al petto che spiegano il loro ruolo del momento, didascalie da cinema muto, narrazione fuori campo, iridi, canzoni: per l'ennesima volta la Donzelli entusiasma per la vitalità assoluta del suo cinema.
In fondo è proprio per questo che la amiamo così profondamente: è una donna che ha ormai ottenuto un ampio successo a livello internazionale, ma che è ancora capace di emozionarsi come una bimba scoprendo l'imponente panorama delle 8000 persone che assisteranno a Les Grandes Ondes in Piazza Grande, o di ridere di gusto durante il film (lo diciamo con certezza perché eravamo seduti a due metri da lei) e sorprendersi davanti al caloroso applauso che il pubblico le riserva alla fine dei titoli di coda di Que d'amour.
Parliamo di un'autrice che fin dagli esordi nel 2001, per poi arrivare al debutto come regista con La reine des pommes, proseguendo con il meraviglioso La guerre est déclarée e con Main dans la main, continua a portare in dote un'idea di cinema schietta, armonica, anticonvenzionale, freschissima, priva di qualsiasi remora, capace di guardare al passato e vivere la contemporaneità con mirabile equilibrio espressivo. Il sorriso sbarazzino di Valérie ci ricorda sempre che finzione e realtà sono due facce della stessa medaglia, e che l'Arte, prima di tutto, è (e sempre dovrebbe essere) gioia e libertà.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
Scheda tecnica
Regia: Valérie Donzelli
Attori: Gérard Giroudon, Alexandre Pavloff, Léonie Simaga, Noam Morgensztern, Suliane Brahim
Fotografia: Sébastien Buchmann
Musiche: Philippe Jakko
Sceneggiatura: Valérie Donzelli, Anne Berest (tratta dall'opera teatrale di Marivaux)
Anno: 2013
Durata: 75'
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