Nei grandi festival capita quasi sempre che ci siano gioielli nascosti all'interno delle sezioni collaterali. Sorprese non facili da scoprire, spesso fagocitate dai film di maggior richiamo. C'è bisogno di un buon mix di istinto e fortuna per trovarli: quando questo succede la soddisfazione è però notevole, e si ha la possibilità di assistere a opere di tutto rispetto.
Un ottimo esempio, in tal senso, può sicuramente essere L'Harmonie, inserito con notevole acume da Carlo Chatrian nel programma di Locarno 66, nella sezione Cineasti del presente, e diretto da Blaise Harrison, documentarista per ARTE e già autore nel 2011 dell'apprezzato Armand 15 ans l'été, selezionato a Cannes e premiato al Festival dei Popoli di Firenze.
L'Harmonie è un riuscitissimo esempio di docufiction in cui il regista, nell'arco di dieci mesi di riprese, segue le vicende dell'orchestra municipale di Pontarlier, un paese francese attorniato dalla neve. I 70 musicisti si preparano per i concerti, effettuano lunghe sessioni di prova, sfilano lungo le vie della città suonando durante il carnevale, poi tornano ad “allenarsi” per le successive esibizioni in programma. Ognuno di loro vive la musica in maniera del tutto personale e unica, cercando la giusta concentrazione prima e dopo le prove. C'è chi va a caccia, a pescare, o pedala in bicicletta. C'è chi si rilassa con il jazz, o si sfoga ascoltando a tutto volume brani epic power metal. Ogni membro della banda racchiude in sé un mosaico di dubbi, attenzioni, specificità che scivolano dagli spartiti alla vita di tutti i giorni, generando melodie in fondo mai banali.
Blaise Harrison conferma una volta di più come ormai le distinzioni tra documentario e film di finzione non abbiamo ormai alcuna ragion d'essere. Il suo (ottimo) lavoro abbraccia entrambi i campi di gioco, plasmandoli in una singola materia organica di ricco impatto visivo e sonoro; l'autore segue i musicisti estraendo godibilissimi e fondamentali momenti racchiusi nella loro quotidianità, e al contempo si aiuta con il montaggio per costruire una storia che possa respirare in autonomia, lasciandoci appassionare alle vicende di un microcosmo che unisce il particolare e l'universale senza alcuna foratura stilistica.
Harrison innalza la musica a soggetto preponderante della messinscena, alternando generi, velocità, epoche storiche, volando dalle sinfonie classiche alla Marsigliese, da tappeti sonori composti per l'occasione alla cavalcata metallica di Dawn of Victory degli italianissimi Rhapsody, creando contrasti affascinanti che si sposano con clamorosa sintonia alle immagini di quei volti accomunati dall'amore per la musica. Con ironia e sincera partecipazione, il regista cerca e trova l'armonia racchiusa ovunque, negli occhi di un noventatreenne che ha ancora tanta voglia di suonare così come nel viso mascherato di un bambino, nelle espressioni estatiche delle persone che assistono al concerto così come nella complicità intragenerazionale dei musicisti stessi; il mondo diviene un infinito contenitore di accese sinfonie sempre nuove, avvolte dall'eco primordiale della natura.
Prodotto anche da Ursula Meier (Home, L'enfant d'en haut), L'Harmonie abbatte le restrizioni della forma e trova una strada vincente; cinema libero, capace di portarci al cuore di ogni nota.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
Scheda tecnica
Regia: Blaise Harrison
Interpreti: L'orchesta municipale di Pontarlier
Musiche: Rhys Chatham
Sceneggiatura: Blaise Harrison
Sonoro: Cyril Harrison, Pascale Mons, Olivier Touche
Anno: 2013
Durata: 60'
Un ottimo esempio, in tal senso, può sicuramente essere L'Harmonie, inserito con notevole acume da Carlo Chatrian nel programma di Locarno 66, nella sezione Cineasti del presente, e diretto da Blaise Harrison, documentarista per ARTE e già autore nel 2011 dell'apprezzato Armand 15 ans l'été, selezionato a Cannes e premiato al Festival dei Popoli di Firenze.
L'Harmonie è un riuscitissimo esempio di docufiction in cui il regista, nell'arco di dieci mesi di riprese, segue le vicende dell'orchestra municipale di Pontarlier, un paese francese attorniato dalla neve. I 70 musicisti si preparano per i concerti, effettuano lunghe sessioni di prova, sfilano lungo le vie della città suonando durante il carnevale, poi tornano ad “allenarsi” per le successive esibizioni in programma. Ognuno di loro vive la musica in maniera del tutto personale e unica, cercando la giusta concentrazione prima e dopo le prove. C'è chi va a caccia, a pescare, o pedala in bicicletta. C'è chi si rilassa con il jazz, o si sfoga ascoltando a tutto volume brani epic power metal. Ogni membro della banda racchiude in sé un mosaico di dubbi, attenzioni, specificità che scivolano dagli spartiti alla vita di tutti i giorni, generando melodie in fondo mai banali.
Blaise Harrison conferma una volta di più come ormai le distinzioni tra documentario e film di finzione non abbiamo ormai alcuna ragion d'essere. Il suo (ottimo) lavoro abbraccia entrambi i campi di gioco, plasmandoli in una singola materia organica di ricco impatto visivo e sonoro; l'autore segue i musicisti estraendo godibilissimi e fondamentali momenti racchiusi nella loro quotidianità, e al contempo si aiuta con il montaggio per costruire una storia che possa respirare in autonomia, lasciandoci appassionare alle vicende di un microcosmo che unisce il particolare e l'universale senza alcuna foratura stilistica.
Harrison innalza la musica a soggetto preponderante della messinscena, alternando generi, velocità, epoche storiche, volando dalle sinfonie classiche alla Marsigliese, da tappeti sonori composti per l'occasione alla cavalcata metallica di Dawn of Victory degli italianissimi Rhapsody, creando contrasti affascinanti che si sposano con clamorosa sintonia alle immagini di quei volti accomunati dall'amore per la musica. Con ironia e sincera partecipazione, il regista cerca e trova l'armonia racchiusa ovunque, negli occhi di un noventatreenne che ha ancora tanta voglia di suonare così come nel viso mascherato di un bambino, nelle espressioni estatiche delle persone che assistono al concerto così come nella complicità intragenerazionale dei musicisti stessi; il mondo diviene un infinito contenitore di accese sinfonie sempre nuove, avvolte dall'eco primordiale della natura.
Prodotto anche da Ursula Meier (Home, L'enfant d'en haut), L'Harmonie abbatte le restrizioni della forma e trova una strada vincente; cinema libero, capace di portarci al cuore di ogni nota.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
Scheda tecnica
Regia: Blaise Harrison
Interpreti: L'orchesta municipale di Pontarlier
Musiche: Rhys Chatham
Sceneggiatura: Blaise Harrison
Sonoro: Cyril Harrison, Pascale Mons, Olivier Touche
Anno: 2013
Durata: 60'