Presentato in concorso a Locarno 66, Une autre vie di Emmanuel Mouret ha ricevuto alcune reazioni piuttosto negative, anche se nella nostra recensione abbia comunque cercato di difenderlo. Riportiamo alcuni estratti delle dichiarazioni rilasciate dal regista e dalle protagoniste Jasmine Trinca e Virginie Ledoyen durante la conferenza stampa locarnese e nell'incontro dopo la proiezione.
"Quello che mi interessa in un film non è il semplice realismo, bensì l'importanza dell'introspezione psicologica", racconta Mouret. "In questo caso, al di là del concetto di melodramma, non ho voluto lavorare su un genere, ma raccontare una storia che stuzzicava il mio interesse, usando i toni che mi sembravano più adeguati alla vicenda. L'intreccio sentimentale che stavo sviluppando non conduceva certo alla commedia. Ho scelto Jasmine e Virginie perché volevo due attrici che potessero incarnare un netto contrasto di personalità. L'incontro tra queste due donne è uno scontro tra delicatezza e perversione".
"Quando si incontra un regista e si sente un certo feeling tra te e lui, si ha voglia di lavorare insieme, anche più volte", afferma la sempre bellissima Ledoyen. "Per questo film Emmanuel ha reinventato il suo modo di lavorare, e io ho approfittato dell'ampia gamma di emozioni derivate dai suoi sguardi e dal suo assoluto talento. Il personaggio di Jasmine è sottoposto per tutto il film al peso della colpa, il mio è perfido, perverso, e non prova alcun imbarazzo per le sue azioni, mentre la presenza di Joey Starr non è legata al discorso dell'integrazione razziale: non ha un aspetto esotico, in Francia è pieno di persone con i suoi stessi tratti ".
Prende poi la parola Jasmine Trinca: "io ho una parte molto nascosta nella mia personalità, legata proprio al melodramma. Il modo di lavorare di Emmanuel è particolare, perché da un lato lascia ai suoi attori molta libertà, inserendoli in piccoli quadri in cui possono muoversi a loro piacimento, quasi come a teatro, ma dall'altro lato è un regista molto presente, con un'idea molto chiara della sua scrittura e dei suoi personaggi. Questo film per me è stato molto impegnativo, sia per la lingua, sia per il fatto di dover "diventare" una pianista nel giro di una settimana. Virginie la conoscevo molto bene come spettatrice, mentre Joey Starr l'avevo visto solo in Polisse. Amo molto quando ci sono caratteri femminili così diversi, che si incontrano e si scontrano. Il mio personaggio ha uno sguardo candido verso la vita; interpretandolo mi sono immedesimata al punto di portare la mia vita all'interno del film, e viceversa. Quest'anno è stato molto intenso per me. Il film di Valeria Golino (Miele) è stato un momento fondamentale, incredibile, forse irripetibile, da cui ho imparato molto. Ora sto girando un film a Barcellona con Sean Penn".
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
Articoli correlati: Une autre vie (recensione)
"Quello che mi interessa in un film non è il semplice realismo, bensì l'importanza dell'introspezione psicologica", racconta Mouret. "In questo caso, al di là del concetto di melodramma, non ho voluto lavorare su un genere, ma raccontare una storia che stuzzicava il mio interesse, usando i toni che mi sembravano più adeguati alla vicenda. L'intreccio sentimentale che stavo sviluppando non conduceva certo alla commedia. Ho scelto Jasmine e Virginie perché volevo due attrici che potessero incarnare un netto contrasto di personalità. L'incontro tra queste due donne è uno scontro tra delicatezza e perversione".
"Quando si incontra un regista e si sente un certo feeling tra te e lui, si ha voglia di lavorare insieme, anche più volte", afferma la sempre bellissima Ledoyen. "Per questo film Emmanuel ha reinventato il suo modo di lavorare, e io ho approfittato dell'ampia gamma di emozioni derivate dai suoi sguardi e dal suo assoluto talento. Il personaggio di Jasmine è sottoposto per tutto il film al peso della colpa, il mio è perfido, perverso, e non prova alcun imbarazzo per le sue azioni, mentre la presenza di Joey Starr non è legata al discorso dell'integrazione razziale: non ha un aspetto esotico, in Francia è pieno di persone con i suoi stessi tratti ".
Prende poi la parola Jasmine Trinca: "io ho una parte molto nascosta nella mia personalità, legata proprio al melodramma. Il modo di lavorare di Emmanuel è particolare, perché da un lato lascia ai suoi attori molta libertà, inserendoli in piccoli quadri in cui possono muoversi a loro piacimento, quasi come a teatro, ma dall'altro lato è un regista molto presente, con un'idea molto chiara della sua scrittura e dei suoi personaggi. Questo film per me è stato molto impegnativo, sia per la lingua, sia per il fatto di dover "diventare" una pianista nel giro di una settimana. Virginie la conoscevo molto bene come spettatrice, mentre Joey Starr l'avevo visto solo in Polisse. Amo molto quando ci sono caratteri femminili così diversi, che si incontrano e si scontrano. Il mio personaggio ha uno sguardo candido verso la vita; interpretandolo mi sono immedesimata al punto di portare la mia vita all'interno del film, e viceversa. Quest'anno è stato molto intenso per me. Il film di Valeria Golino (Miele) è stato un momento fondamentale, incredibile, forse irripetibile, da cui ho imparato molto. Ora sto girando un film a Barcellona con Sean Penn".
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Locarno
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