ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

LAURENCE ANYWAYS - Rivolta? No, rivoluzione

27/8/2013

0 Comments

 
Immagine
Dinanzi alla maestria prodigiosa del giovanissimo regista franco-canadese Xavier Dolan, ventiquattro anni e all’attivo una manciata di film sorprendenti, non si può non arretrare un attimo, un po’ frastornati dall’impeto compositivo di un enfant prodige nel senso più puro e pieno del termine. Capace di filtrare col melodramma e di sfidare coraggiosamente i limiti della messa in scena cinematografica aprendosi alla teatralità e al naturalismo esasperato dei corpi e dei gesti, Dolan elargisce talento da vendere a ogni suo nuovo film. Una maturazione da togliere il fiato che trova in Laurence Anyways un punto d’approdo di livello già eccelso ma ci auguriamo non definitivo, visti i margini di miglioramento enormi che Dolan ha lasciato fin qui intravedere.
Laurence Anyways, a pensarci bene, potrebbe però già essere l’opus magnum di Dolan. Più coeso e torrenziale dei suoi film precedenti (quasi 160 minuti di emozioni travolgenti), è l’opera consapevole di chi ha deciso di regalare una nuova veste alle tematiche che gli sono care senza però rinnegare quanto fatto in precedenza. Ed è così che l’omosessualità, nel film del regista dichiaratamente gay premiato con la Queer Palm a Cannes, diventa stavolta oggetto non solo di racconto ma anche di profonda riflessione, fatta dialogare con l’ipocrisia di un paese finto-progressista (il Canada), con gli sguardi sprezzanti dei passanti riversati violentemente sullo spettatore attraverso delle soggettive di notevole impatto. Il Canada sarà anche un paese più nuovo e giovane di altri, ma ciò non lo salva dall’onta, dal dover bollare a tutti i costi i disturbi della personalità legati alla sessualità come “malattia mentale”. Un’impietosa presa di posizione, specie se da parte degli psichiatri. E siamo in pieni anni ’90, tutt’altro che nella preistoria dell’immediato dopoguerra.
Il protagonista del film, Laurence Alia, è un uomo che solo in un’età già matura si rende conto di aver vissuto tutta la vita in un corpo che non lo rappresentava minimamente. Decide allora di cambiare sesso, di diventare donna, nonostante sia tutt’altro che attratto dal suo stesso sesso (le cose insomma sono lontane dall’essere semplici e didascaliche come spesso si vuole far credere). Laurence ha infatti una compagna ormai decennale, Frederique, che decide di stargli vicino nonostante lo shock per la scoperta fatta e la decisione che Laurence intende portare avanti. Ne derivano momenti di tensione esplosiva, con i livelli di guardia oltrepassati in più di un’occasione: magistrale la scena in cui Fred (Suzanne Clément) fa una scenata colossale in un ristorante prendendosela furiosamente con una cameriera un po’ troppo impicciona. Segue una corsa verso un taxi, uno dei tanti momenti incredibili in cui questa storia d’amore così particolare e sofferta prende vita dinanzi ai nostri occhi in tutto il suo coacervo di difficoltà, contraddizioni, sbalzi.
Quello di Dolan è un mélo di fattura raffinatissima e sfavillante, innestato su quella che Richard Brody ha definito sul New York Post una “opera libretto”. Ed estremamente liriche sono anche l’uso della grammatica cinematografica, la carica scenografica, la recitazione: senza mai sfociare nell’enfasi parossistica, Dolan ricorre molto spesso a didascalie e titoli in sovrimpressione, sublima e congela i momenti più toccanti in ralenti dentro i quali la poesia scorre tangibile e fluida; stringe non di rado su primi piani gravidi di passione e significato, fa esplodere i fuochi, regala uno scoppio pirotecnico di pathos e in definitiva fa sue delle scelte formali mai gratuite e sempre coerenti, supportate dalla necessità generosa di un approccio alla storia che suoni il più sentito possibile.
Un proposito, quest’ultimo, rispetto al quale Dolan non arretra in nessuna occasione: facendosi architetto della magnificenza glam, il giovane autore riempie il suo film di ottima musica anni ’80 e ’90 (Kim Carnes, The Cure, Depeche Mode, Duran Duran, Céline Dion, Visage) mischiandola senza timore alla Classica, in una sontuosa mescolanza che insegue la dimensione imperiosa e magniloquente del videoclip e in più di una sequenza la raggiunge con esiti abbaglianti. Tutto merito di un regista rapace, affamato di vita e selvaggiamente libero, qui come non mai.
Il respiro arioso arriva fin dentro gli abitacoli di un’auto, dove tutto va esorcizzato riparandosi dalla pioggia esterna, perché in fin dei conti: “death is just a breath away”. Primi piani convulsi, campo-controcampo classico in molte scene eppure nessun convenzionalismo all’orizzonte, ed in quei casi è anche merito di un uso quanto mai accorto della camera a mano. Lo stile sgranato di Dolan è un miracolo al servizio di un arazzo in cui i colori pop non sono mai saturi ma mantengono le loro zone d’ombra, affogando la pienezza in un’oscurità che non troverà via d’uscita se non nel finale, di bellezza stritolante e commozione impareggiabile. Quando Fred e Laurence si rincontrano anni dopo, il film ha ormai fatto breccia anche nello spettatore dal cuore più marmoreo.
Melvil Poupaud, feticcio di Ozon, è di una bravura non comune nei panni di Laurence, ma ancora più gigantesca è la Clement, che gestisce come meglio non si potrebbe la fragilità sensuale, sboccata e iraconda di un personaggio magnifico e tribolato, tridimensionale come di rado accade.
Vogliono rimanere insieme, Frederique e Laurence. Non importano i come, i perché, i se e i quando. Si abbandonano al peso dei ricordi che cade sulle loro teste come una carezzevole ma spietata cascata di foglie autunnali, vada come vada. Fred e Laurence comunque insieme, qualsiasi cosa succeda. Fred e soprattutto Laurence, in ogni caso. Anyways.

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: Eurocinema


Scheda tecnica

Regia: Xavier Dolan
Attori: Melvin Poupaud, Nathalie Baye, Suzanne Clément, Yves Jacques 
Fotografia: Yves Bélanger
Montaggio: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Anno: 2012
Durata: 159'

0 Comments
    LE NOSTRE
    ​PAGINE UFFICIALI
    Picture
    Picture

    ​EUROCINEMA

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutti
    Aki Kaurismaki
    Ananke
    Andy Serkis
    A War (krigen)
    Benedict Cumberbatch
    Bertrand Tavernier
    Blancanieves
    Bleeder
    Blind
    Bullhead
    Chloe Pirrie
    Cinema Britannico
    Cinema Italiano
    Cinema Scandinavo
    Cinema Spagnolo
    Cinema Tedesco
    Creation
    Death Of A Superhero
    Documentari
    Dogma 95
    Elio Petri
    Elle
    Elle Fanning
    Everyday
    Felix Van Groeningen
    Fucking Amal
    Gian Maria Volonté
    Ginger & Rosa
    Ida
    Il Caso Kerenes
    Il Grande Silenzio
    Il Mondo Sul Filo
    I Misteri Del Giardino Di Compton House
    Isabelle Huppert
    Italiano Per Principianti
    Jaco Van Dormael
    Jared Leto
    Jean-louis Trintignant
    Jennifer Connelly
    Jesus Franco
    Joachim Trier
    Kati Outinen
    King Of Devil's Island
    Klaus Kinski
    La Fiammiferaia
    La Isla Minima
    La Memoria Degli Ultimi
    La Morte In Diretta
    Lars Von Trier
    Laurence Anyways
    Leviathan
    Lina Romay
    Lotte Verbeek
    Lukas Moodysson
    Mads Mikkelsen
    Marcello Mastroianni
    Mariangela Melato
    Matthias Schoenaerts
    Melvil Poupaud
    Michael Winterbottom
    Mr Nobody
    My Nazi Legacy
    Nicolas Winding Refn
    Nina Hoss
    Nothing Personal
    Ombre Nel Paradiso
    Oslo 31 Agosto
    Pablo Berger
    Paul Bettany
    Paul Verhoeven
    Pawel Pawlikowski
    Peter Greenaway
    Rainer Werner Fassbinder
    Rams
    Romy Schneider
    Royal Affair
    Sally Potter
    Sergio Corbucci
    Shell
    Soledad Miranda
    Something Must Break
    Stellan Skarsgard
    Stephen Rea
    Submarino
    Suzanne Clement
    Tellurica
    The Bothersome Man
    The Broken Circle Breakdown
    The Guilty
    Thomas Vinterberg
    Todo Modo
    Tribeca Film Festival
    Turn Me On Dammit!
    When Animals Dream
    Xavier Dolan

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.