ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

LA MORTE E LA FANCIULLA - La verità relativa

10/10/2013

0 Comments

 
Immagine
Un luogo qualunque, nel Sud America. Paulina Escobar (Sigourney Weaver) e suo marito Gerardo (Stuart Wilson) vivono isolati in una casetta sul mare. Un’esistenza scura e tranquilla, scandita dalla pioggia, torrenziale almeno per quella sera. La sera in cui bussa alla porta il fantasma di Roberto Miranda (Ben Kingsley). La sera in cui l’orrore deve riemergere. Paulina riconosce in Miranda l’uomo che selvaggiamente l’ha torturata e violentata anni addietro, sotto la dittatura. Ma si tratta veramente di lui? Oppure la voce che Paulina pensa di avere riconosciuto è soltanto quella del suo passato irrisolto? Dell’indicibile subìto? Della psicosi riemersa? La mente di Paulina scatta. Miranda non è chi dice di essere. È lui, l’uomo. Che confessi, a ogni costo. Dopo tutto, la verità è relativa come il tempo. Conta ciò che dici. Che pensi. Conta ciò che è vero per te.
Paulina Escobar è la donna-Polanski che non ti aspetti. L’universo filmico del regista è ricco di donne-vittima, donne-fatali, mentitrici, ingannatrici, sensuali e archetipi di femminilità, oggetti e soggetti dell’attrazione. Ma chi è, dunque, la Paulina de La morte e la fanciulla? È l’icona desessualizzata Sigourney Weaver, statuaria e fragile, insinuante e abile con le parole finché le corde della nevrosi la convincono a trasformare la paura in reazione, il terrore in azione. La vittima che prende possesso di sé per la prima volta e dà sfogo alla tragedia interiore, allestendo il dramma nella propria casa. Sigourney la protagonista perfetta, che combatte ancora una volta l’alieno con l’ostinazione. La donna ribelle cui finalmente spetta il diritto di decidere, il clic tra la vita e la morte.
Gatto e topo. La morte e la fanciulla è un gioco al massacro fatto di parole taglienti come le immagini che vengono solo suggerite, una guerra di negazioni, ammissioni, confessioni e battute che riportano alla luce, con la vividezza di una scena davanti ai nostri occhi, i ricordi violenti e sconvolgenti, rievocati nella voce e nel volto teso di Sigourney. Gatto e topo. Ma le parti si confondono qui, come un gioco di ruolo, una partita a carte in cui vince chi sa barare meglio, chi sa fingere, chi si fa ingannare, chi riesce a credere, manipolare, cambiare o rivelare il vero. Gli equilibri vengono mantenuti intatti e sospesi, l’occhio del regista sa avvicinarsi quanto basta per cogliere un dettaglio, e poi allontanarsi tanto da non consentirci mai di comprendere da quale parte sia la ragione.
Spesso, nel cinema della tensione e nel thriller psicologico in cui tutto ruota attorno alla dinamica vittima-carnefice, alle fragilità mentali dell’una e alle patologie dell’altro, la linea della verità è già evidente e resa intellegibile dalla prevedibilità dell’intreccio e da una scarsa capacità registica nel tenere aperti i molteplici registri dell’interpretazione, quella dell’attore e quella dello spettatore. La morte e la fanciulla è un raro caso di ambiguità perfettamente mantenuta, in cui la ricerca della verità è addirittura secondaria alla necessità che questa venga verbalizzata. Paulina, la pena gravosa della sopravvissuta, ha bisogno di sentire riconosciuta la tortura subita. Ha una necessità quasi fisica di udire quelle parole, di sentire ammettere il crimine, di vedere finalmente affermata la dignità negata, di riappropriarsi della sua stessa vita, che nonostante tutto è come se fosse rimasta rinchiusa tra le celle della prigione. E anche la casa sul mare, calda e notturna (bellissima fotografia di Tonino Delli Colli), è la location unica dentro la quale si consuma, come già ai tempi della dittatura, la tortura. Fisica, psicologica. Il climax straordinario porta la palpabile tensione fino al punto di non ritorno. La confessione. La liberazione. L’obiettivo finale.
La morte e la fanciulla è stato rappresentato con successo per la prima volta nel 1991 a Londra, con Juliet Stevenson (caratterista di lusso per film in costume come Emma, Nicholas Nickleby, The Hour), Bill Paterson (popolare per la sua partecipazione alla serie Law and Order UK) e Michael Byrne (Indiana Jones e l’ultima crociata, Bravehert) come interpreti principali. Di maggiore richiamo popolare e impatto, tuttavia, è stato l’allestimento di Broadway, grazie a un cast all star (Glenn Close, Richard Dreyfuss e Gene Hackman, per la regia di Mike Nichols). 
Nell’opera cinematografica, Roman Polanski conserva intatto l’impianto teatrale, concedendo agli spazi angusti e ristretti di aprirsi solamente nel prologo e nell’epilogo, peraltro contraddistinti dal fondamentale accompagnamento musicale del brano La morte e la fanciulla di Franz Schubert, che non solo dà il titolo al film, ma rappresenta un inscindibile filo conduttore sonoro ed emozionale che richiama, dal principio alla fine, il senso del ricordo, l’angoscia della storia, il presente della memoria.

Francesca Borrione

Sezione di riferimento: Special Roman Polanski


Scheda tecnica

Titolo originale: Death and the Maiden
Anno: 1994
Regia: Roman Polanski
Attori: Sigourney Weaver, Stuart Wilson, Ben Kingsley
Sceneggiatura: Rafael Yglesias e Ariel Dorfman
Soggetto: dalla pièce omonima di Ariel Dorfman
Fotografia: Tonino Delli Colli
Durata: 101'

0 Comments
    - SPECIAL -

    ROMAN POLANSKI,
    L'INQUILINO
    DELL'ANIMA

    Immagine

    CATEGORIE
    DELLA SEZIONE

    Tutti
    Adrien Brody
    A Film Memoir
    Alfred Hitchcock
    Ben Kingsley
    Carnage
    Catherine Deneuve
    Charles Dickens
    Chinatown
    Christoph Waltz
    Cinema Polacco
    Cul De Sac
    Donald Pleasance
    Emmanuelle Seigner
    Eva Green
    Ewan Mcgregor
    Faye Dunaway
    Frantic
    Harrison Ford
    Il Coltello Nell'acqua
    Il Pianista
    Isabelle Adjani
    Jack Nicholson
    Jodie Foster
    John Cassavetes
    John C. Reilly
    Johnny Depp
    Kate Winslet
    Kristin Scott Thomas
    La Morte E La Fanciulla
    La Nona Porta
    L'inquilino Del Terzo Piano
    Luna Di Fiele
    L'uomo Nell'ombra
    Macbeth
    Mathieu Amalric
    Mia Farrow
    Oliver Twist
    Olivier Assayas
    Per Favore Non Mordermi Sul Collo
    Quello Che Non So Di Lei
    Repulsion
    Rosemary's Baby
    Sharon Tate
    Shelley Winters
    Sigourney Weaver
    Venere In Pelliccia

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.