“L’ira: un acido che può provocare più danni al recipiente che lo contiene che a qualsiasi cosa su cui venga versato.” Lucio Anneo Seneca
2007. A Madrid una rapina in una gioielleria si conclude con una carneficina. Una banda di ladri massacra a furia di botte il proprietario e una ragazza dandosi poi alla fuga mentre la polizia, dopo uno spettacolare inseguimento lungo le strade della capitale spagnola, riesce ad arrestare Curro (Luis Callejo), l'autista.
L'uomo si ostina a non collaborare con le forze dell'ordine, scontando una condanna a otto anni di prigione senza mai rivelare i nomi dei complici. La compagna Ana (Ruth Díaz), dalla quale ha avuto un figlio, lo aspetta e nel frattempo gestisce un bar con il fratello in un rione popolare. Passano i giorni e il rilascio di Curro è imminente, quando un nuovo cliente inizia a frequentare il locale dove lavora la donna. José (Antonio de la Torre), tipo solitario, taciturno, quasi goffo, dimostra da subito un interesse nei confronti della barista. I suoi tentativi impacciati fanno sorridere, però non lasciano indifferente Ana, che si trova coinvolta in una relazione passionale.
Curro, una volta uscito dal carcere, intuisce all'istante che la situazione dev'essere cambiata, perché la fidanzata lo tratta con fare freddo e distaccato. Lo scontro tra i rivali sembra inevitabile, quando un colpo di scena sconvolge l'intera narrazione. Il timido José ha in mente ben altri progetti: l'avvicinamento ad Ana non è fortuito, ma fa invece parte di un piano studiato per vendicare il padre (il gioielliere pestato durante la rapina, costretto in un letto di ospedale a causa dei traumi riportati) e la compagna Carmen (Alicia Rubio), che purtroppo non è sopravvissuta alle percosse.
Presentato nella sezione Orizzonti della 73esima Mostra del Cinema di Venezia, Tarde para la ira (La vendetta di un uomo tranquillo), opera prima dell'attore spagnolo Raúl Arévalo (La isla mínima, Gli amanti passeggeri), è un'opera di genere, un revenge-movie scarno e senza fronzoli, intriso di una tensione palpabile fin dalle prime scene, costruito attorno al rapporto che si instaura tra José e Curro. Non a caso la sceneggiatura, frutto di un lavoro a quattro mani, si avvale della collaborazione dell'amico e psicologo David Pulido, che ha aiutato il regista a delineare il profilo psicologico delle figure chiave della vicenda (anche per merito di scambi di battute asciutti ed essenziali, davvero ben interpretati).
La vendetta, spietata e brutale, condanna senza appello il boia a percorrere un vicolo cieco. E la pazienza (azzeccato il titolo inglese The Fury of a Patient Man), che accompagna per lunghi anni José nell'attesa di placare la sua sete di giustizia, non fa che alimentare un'ira sorda, che non avrà fine giunto il momento del regolamento di conti tanto agognato. José non troverà quindi la pace, ma dovrà piuttosto scontare un castigo perenne (non è appunto l'ira uno dei sette peccati capitali?), poiché la violenza non dona sollievo, non lascia spazio a false speranze, mentre (forse) Curro, che in realtà nella dinamica della rapina ha meno colpe dei suoi complici, potrà rifarsi una vita.
Il pubblico si cala allora nella parte dei due protagonisti e non può che provare pietà per entrambi. Chi è dunque la vittima? E chi il carnefice? Se, infatti, il tema della vendetta al cinema è ormai talvolta perfino abusato, l'approccio di Tarde para la ira non risulta banale, perché tenta di analizzare le “ragioni” di José e Curro, non per concedere facili giustificazioni, ma almeno per non giudicare senza indugio le loro azioni.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Festival Venezia, Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Tarde para la ira
Anno: Spagna 2016
Regia: Raúl Arévalo
Sceneggiatura: Raúl Arévalo, David Pulido.
Fotografia: Arnau Valls Colomer
Montaggio: Ángel Hernández Zoido
Durata: 92'
Interpreti principali: Antonio de la Torre, Luis Callejo, Alicia Rubio, Manolo Solo, Ruth Díaz, Raúl Jiménez.
Uscita italiana: 30 marzo 2017
2007. A Madrid una rapina in una gioielleria si conclude con una carneficina. Una banda di ladri massacra a furia di botte il proprietario e una ragazza dandosi poi alla fuga mentre la polizia, dopo uno spettacolare inseguimento lungo le strade della capitale spagnola, riesce ad arrestare Curro (Luis Callejo), l'autista.
L'uomo si ostina a non collaborare con le forze dell'ordine, scontando una condanna a otto anni di prigione senza mai rivelare i nomi dei complici. La compagna Ana (Ruth Díaz), dalla quale ha avuto un figlio, lo aspetta e nel frattempo gestisce un bar con il fratello in un rione popolare. Passano i giorni e il rilascio di Curro è imminente, quando un nuovo cliente inizia a frequentare il locale dove lavora la donna. José (Antonio de la Torre), tipo solitario, taciturno, quasi goffo, dimostra da subito un interesse nei confronti della barista. I suoi tentativi impacciati fanno sorridere, però non lasciano indifferente Ana, che si trova coinvolta in una relazione passionale.
Curro, una volta uscito dal carcere, intuisce all'istante che la situazione dev'essere cambiata, perché la fidanzata lo tratta con fare freddo e distaccato. Lo scontro tra i rivali sembra inevitabile, quando un colpo di scena sconvolge l'intera narrazione. Il timido José ha in mente ben altri progetti: l'avvicinamento ad Ana non è fortuito, ma fa invece parte di un piano studiato per vendicare il padre (il gioielliere pestato durante la rapina, costretto in un letto di ospedale a causa dei traumi riportati) e la compagna Carmen (Alicia Rubio), che purtroppo non è sopravvissuta alle percosse.
Presentato nella sezione Orizzonti della 73esima Mostra del Cinema di Venezia, Tarde para la ira (La vendetta di un uomo tranquillo), opera prima dell'attore spagnolo Raúl Arévalo (La isla mínima, Gli amanti passeggeri), è un'opera di genere, un revenge-movie scarno e senza fronzoli, intriso di una tensione palpabile fin dalle prime scene, costruito attorno al rapporto che si instaura tra José e Curro. Non a caso la sceneggiatura, frutto di un lavoro a quattro mani, si avvale della collaborazione dell'amico e psicologo David Pulido, che ha aiutato il regista a delineare il profilo psicologico delle figure chiave della vicenda (anche per merito di scambi di battute asciutti ed essenziali, davvero ben interpretati).
La vendetta, spietata e brutale, condanna senza appello il boia a percorrere un vicolo cieco. E la pazienza (azzeccato il titolo inglese The Fury of a Patient Man), che accompagna per lunghi anni José nell'attesa di placare la sua sete di giustizia, non fa che alimentare un'ira sorda, che non avrà fine giunto il momento del regolamento di conti tanto agognato. José non troverà quindi la pace, ma dovrà piuttosto scontare un castigo perenne (non è appunto l'ira uno dei sette peccati capitali?), poiché la violenza non dona sollievo, non lascia spazio a false speranze, mentre (forse) Curro, che in realtà nella dinamica della rapina ha meno colpe dei suoi complici, potrà rifarsi una vita.
Il pubblico si cala allora nella parte dei due protagonisti e non può che provare pietà per entrambi. Chi è dunque la vittima? E chi il carnefice? Se, infatti, il tema della vendetta al cinema è ormai talvolta perfino abusato, l'approccio di Tarde para la ira non risulta banale, perché tenta di analizzare le “ragioni” di José e Curro, non per concedere facili giustificazioni, ma almeno per non giudicare senza indugio le loro azioni.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Festival Venezia, Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Tarde para la ira
Anno: Spagna 2016
Regia: Raúl Arévalo
Sceneggiatura: Raúl Arévalo, David Pulido.
Fotografia: Arnau Valls Colomer
Montaggio: Ángel Hernández Zoido
Durata: 92'
Interpreti principali: Antonio de la Torre, Luis Callejo, Alicia Rubio, Manolo Solo, Ruth Díaz, Raúl Jiménez.
Uscita italiana: 30 marzo 2017