ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • LA SFIDA
  • REDAZIONE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • LA VIE EN ROSE
  • EUROCINEMA
  • AMERICA OGGI
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • I NOSTRI CONTATTI

OSCAR 2015 - Tutti i premi: vince Birdman di Inarritu

23/2/2015

2 Commenti

 
Picture
Quattro statuette per Birdman, 4 per Grand Budapest Hotel, 3 per Whiplash, 1 sola per Boyhood, che era partito all’inizio della stagione cinematografica con i favori dei pronostici. È questo il dato che emerge al termine della notte degli Oscar, giunta quest’anno alla sua 87ma edizione.
Si era inteso già da diverse settimane che questo sarebbe stato l’anno di Birdman: perdente ai Golden Globes, ha recuperato il terreno sul suo diretto e più temibile avversario, Boyhood, vincendo tutti premi del Sindacato (Screen Actors Guild per il cast, Directors Guild, Writers Guild) ed è arrivato ieri sera, pur in un clima di incertezza, con il favore dei pronostici. Tutti, o quasi, rispettati.
Il film di Iñarritu ha conquistato l’Academy con la sua storia meta-teatrale e meta-cinematografica, ma, soprattutto, con i virtuosismi del suo regista. Un mondo totalmente diverso rispetto a quello sperimentale e di ricerca di Richard Linklater, che ha realizzato un’opera lunga dodici anni, frutto di una grandissima visione d’insieme e che si interroga non solo sul mezzo cinematografico, ma sulla dimensione del tempo nello spazio del film. Linklater è forse il primo, vero cineasta indipendente ad arrivare agli Oscar, così fuori dal circuito da essere poi inevitabilmente respinto.
Per certi versi, ha vinto il film che ha “urlato” più a gran voce le proprie qualità tecniche, tra piani sequenza, fotografia, sceneggiatura di matrice teatrale, attori sopra le righe. Gli Oscar sono stati il vero trionfo personale di Iñarritu, vincitore diretto di tre dei quattro premi assegnati al suo film – film, regia, addirittura sceneggiatura originale - con l’aggiunta dell’Oscar alla fotografia di Lubezki (dispiace vedere sconfitto per la dodicesima volta il grande Roger Deakins). Nella celebrazione di se stessa, Hollywood vira nettamente verso Birdman come opera che parla di se stessa e del suo universo.
Agli altri film non rimane che spartirsi ciò che resta. Grand Budapest Hotel di Wes Anderson si accontenta dei premi tecnici: i costumi di Milena Canonero, le scenografie, il trucco e la colonna sonora di Alexandre Desplat, finalmente vincitore. Whiplash, piccolo fenomeno in questa edizione, porta a casa tre Oscar per il montaggio, il sonoro, e soprattutto per il migliore attore non protagonista, JK Simmons, favoritissimo della vigilia pure in una categoria ricca di ottime performance.
L’Academy non rischia mai, e quest’anno in particolare dimostra di voler andare sul sicuro attribuendo anche i premi per la sceneggiatura ai “soliti sospetti”. Sbuca fuori allora The Imitation Game, biopic su Alan Turing, che sembrava destinato al nulla di fatto e che la spunta su script meno convenzionali ma anche più interessanti (Whiplash). Il giovane sceneggiatore Graham Moore commuove un po’ tutti con un discorso personale e una esortazione: “stay weird”.
L’Academy è votata inesorabilmente al politicamente corretto, declinato quest’anno nella sua forma più ipocrita dopo le polemiche per l’esclusione di Selma, il film su Martin Luther King, dalle candidature principali. Ecco allora che si susseguono sul palco vincitori che prendono il microfono per farsi portavoce di una causa impegnata, non importa quale. Apre le danze Patricia Arquette, vincitrice annunciata come migliore attrice non protagonista (Boyhood), che inforca gli occhiali e legge il suo ringraziamento con grande fervore, nemmeno fosse a un comizio, reclamando equità per le donne. Da lì in poi, siamo invitati a prendere consapevolezza di: Alzheimer, SLA, la percentuale di afroamericani in prigione, le problematiche degli afroamericani in generale, i segreti del governo americano, lo stipendio basso delle attrici, la discriminazione delle donne, le leggi sull’immigrazione, i messicani al confine, e così via.
In tale clima la standing ovation è la norma: addirittura tre solo per Glory, dal film Selma, vincitrice come migliore canzone in un’atmosfera così carica che quasi veniva da tifare per Everything Is Awesome. Almeno l’ovazione per Julianne Moore appare meritata. Chiaramente, il suo primo e sospirato Oscar per Still Alice è un riconoscimento alla carriera, ed è un peccato che gli venga assegnato proprio per il suo film più scontato e meno rappresentativo, ma tant’è. Sorprende invece, anche se non si tratta esattamente di una vittoria inaspettata, il successo di Eddie Redmayne, che nel ruolo di Stephen Hawking (La teoria del tutto) ha dato vita a una di quelle performance trasformative che tanto piacciono all’Academy, ma non per questo meno toccante, scrupolosa o emozionante. In una serata che sembrava destinata a decretare Birdman come vincitore assoluto, forse il discorso spontaneo di Redmayne, davvero attonito, è stato il momento più genuino.
Tutto il resto è, alla fine, come da pronostico. Il polacco Ida vince per il miglior film straniero, Citizenfour per il migliore documentario, Big Hero 6 per il miglior film di animazione. Wim Wenders rimane al palo per la terza volta, ma si sapeva già come sarebbe andata. Esclusi titoli come Life Itself e Lego Movie, la gara perde parte del suo fascino in quanto non c’è più competizione.
Lo stesso dicasi per i film e gli attori. I migliori, forse, sono rimasti direttamente a casa. Per fortuna sarà poi il tempo a decretare cosa rimane, cosa fa storia, cosa è immortale.

Francesca Borrione

Sezione di riferimento: News


L'elenco completo dei vincitori (in grassetto):

Oscar per il miglior film
American sniper
Birdman
Boyhood
The grand Budapest hotel
The imitation game
Selma
La teoria del tutto
Whiplash


Migliore regista 
Alejandro González Iñarritu per Birdman
Richard Linklater per Boyhood
Bennett Miller per Foxcatcher
Wes Anderson per The grand Budapest hotel
Morten Tyldum per The imitation game


Migliore attrice
Felicity Jones per La teoria del tutto
Rosamund Pike per Gone Girl
Julianne Moore per Still Alice
Reese Witherspoon per Wild
Marion Cotillard per Two days one night


Miglior attore
Michael Keaton per Birdman
Eddie Redmayne per La teoria del tutto
Benedict Cumberbatch per The imitation game
Steve Carell per Foxcatcher
Bradley Cooper per American Sniper


Miglior attrice non protagonista
Emma Stone per Birdman
Patricia Arquette per Boyhood
Keira Knightley per The imitation game
Meryl Streep per Into the woods
Laura Dern per Wild


Miglior attore non protagonista
Edward Norton per Birdman
Ethan Hawke per Boyhood
J.K. Simmons per Whiplash
Mark Ruffalo per Foxcatcher
Robert Duvall per The judge


Migliore sceneggiatura originale
Richard Linklater per Boyhood
Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo per Birdman
Wes Anderson e Hugo Guinness per The Grand Budapest Hotel
Dan Gilroy per Nightcrawler
E. Max Frye e Dan Futterman per Foxcatcher


Migliore sceneggiatura non originale
Damien Chazelle per Whiplash
Anthony McCarten per La teoria del tutto
Graham Moore per The Imitation Game
Jason Hall per American sniper
Paul Thomas Anderson per Inherent vice


Migliore fotografia
Roger Deakins per Unbroken
Emmanuel Lubezki per Birdman
Robert D. Yeoman per The Grand Budapest Hotel
Dick Pope per Mr. Turner
Lukasz Zal eRyszard Lynzewski per Ida


Migliore montaggio

Sandra Adair - Boyhood
Joel Cox e Gary D. Roach - American Sniper
Tom Cross per Whiplash
William Goldenberg - The Imitation Game
Barney Pilling - Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel)


Miglior film d’animazione
The Boxtrolls di Anthony Stacchi, Graham Annable e Travis Knight
Big hero 6 di Don Hall, Chris Williams e Roy Conli
How to train your dragon 2 - Dragon trainer 2 di Dean DeBlois e Bonnie Arnold
Song of the Sea di Tomm Moore e Paul Young
The tale of the princess Kaguya di Isao Takahata e Yoshiaki Nishimura


Miglior documentario
Finding Vivian, di MaierJohn Maloof e Charlie Siskel
Last Days in VietnamRory Kennedy e Keven McAlester
CitizenFour, di Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy and Dirk Wilutzky
The Salt of the Earth, di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado e David Rosier
Virunga, di Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara


Miglior film straniero
Leviathan (film dalla Russia)
Ida (film dalla Polonia)
Tangerines (film dall’Estonia)
Timbuktu (film dalla Mauritania)
Wild tales - Relatos salvajes (film dall’Argentina)


Migliori costumi
Colleen Atwood per Into the Woods
Anna B. Sheppard per Maleficent
Milena Canonero per The Grand Budapest Hotel
Jacqueline Durran per Mr. Turner
Mark Bridges per Inherent vice


Migliore canzone
Lost Stars
 di Gregg Alexander, Danielle Brisebois, Nick Lashley e Nick Southwood in Begin again
Everything is awesome
 di Shawn Patterson in The Lego movie
I’m not gonna miss you
 di Glen Campbell in Glenn Campbell: I’ll be me
Glory di Common e John Legend in Selma
Grateful
  in Beyond the lights


Migliore colonna sonora
Hans Zimmer per Interstellar
Alexandre Desplat per The Imitation Game 
Johann Johannsson per The Theory of Everything
Alexandre Desplat per The grand Budapest Hotel
Gary Yershon per Mr. Turner


Migliori effetti speciali
Dawn of the Planet of the Apes 
Guardians of the Galaxy
Captain America:  Winter Soldier
Interstellar 
X-Men: Days of Future Past


Migliori trucco e acconciature
Foxcatcher
The Grand Budapest Hotel
Guardians of the Galaxy



Miglior corto documentario 
Crisis hotline: Veterans press 1 
Joanna 
Out Curse 
The Reaper 
White Earth 



Miglior cortometraggio 
Aya 
Boogaloo and Graham 
Butter Lamp 
Parvaneh 
The Phone Call 


Miglior cortometraggio d'animazione 
The Bigger Picture 
The Dam Keeper 
Feast 
Me and My Moulton 
A Single Life

2 Commenti

OSCAR NOMINATION 2015 - Tutte le candidature

15/1/2015

0 Commenti

 
Picture
Nella conferenza stampa tenutasi al Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills, sono state annunciate le nomination per l’87esima edizione degli Academy Awards che si svolgerà il 22 febbraio al Dolby Theatre dell’Hollywood & Highland Center. La cerimonia sarà presentata da Neil Patrick Harris e sarà trasmessa negli USA dalla ABC. 
Tra le candidature, annunciate in due tempi da Alfonso Cuarón, J.J. Abrams, Chris Pine e Cheryl Boone Isaacs (presidente dell'Academy), primeggiano Birdman e The Grand Budapest Hotel (con 9 citazioni) e The Imitation Game (8). Colpiscono la quasi totale assenza di Gone Girl, le numerose candidature per Whiplash e la presenza di Marion Cotillard tra le migliori attrici. Qui sotto l'elenco completo.

Beatrice Paris

Sezione di riferimento: News


MIGLIOR FILM
American Sniper
Birdman
Boyhood
Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Selma
Theory of Everything
Whiplash


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA 
Steve Carell in “Foxcatcher”
Bradley Cooper in “American Sniper”
Benedict Cumberbatch in “The Imitation Game”
Michael Keaton in “Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)”
Eddie Redmayne in “The Theory of Everything”

 
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Robert Duvall in “The Judge”
Ethan Hawke in “Boyhood”
Edward Norton in “Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)”
Mark Ruffalo in “Foxcatcher”
J.K. Simmons in “Whiplash”

 
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Marion Cotillard in “Two Days, One Night”
Felicity Jones in “The Theory of Everything”
Julianne Moore in “Still Alice”
Rosamund Pike in “Gone Girl”
Reese Witherspoon in “Wild”


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Patricia Arquette in “Boyhood”
Laura Dern in “Wild”
Keira Knightley in “The Imitation Game”
Emma Stone in “Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)”
Meryl Streep in “Into the Woods”


MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
“Big Hero 6” Don Hall, Chris Williams e Roy Conli
“The Boxtrolls” Anthony Stacchi, Graham Annable e Travis Knight
“How to Train Your Dragon 2” Dean DeBlois e Bonnie Arnold
“Song of the Sea” Tomm Moore e Paul Young
“The Tale of the Princess Kaguya” Isao Takahata e Yoshiaki Nishimura


MIGLIOR FOTOGRAFIA
“Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)” Emmanuel Lubezki
“The Grand Budapest Hotel” Robert Yeoman
“Ida” Lukasz Zal and Ryszard Lenczewski
“Mr. Turner” Dick Pope
“Unbroken” Roger Deakins


MIGLIORI COSTUMI
“The Grand Budapest Hotel” Milena Canonero
“Inherent Vice” Mark Bridges
“Into the Woods” Colleen Atwood
“Maleficent” Anna B. Sheppard and Jane Clive
“Mr. Turner” Jacqueline Durran


MIGLIOR REGIA
“Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)” Alejandro G. Iñárritu
“Boyhood” Richard Linklater
“Foxcatcher” Bennett Miller
“The Grand Budapest Hotel” Wes Anderson
“The Imitation Game” Morten Tyldum

 
MIGLIOR DOCUMENTARIO (lungometraggio)
 “CitizenFour” Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky
“Finding Vivian Maier” John Maloof e Charlie Siskel
“Last Days in Vietnam” Rory Kennedy e Keven McAlester
“The Salt of the Earth” Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado e David Rosier
“Virunga” Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara

 
MIGLIOR DOCUMENTARIO (cortometraggio)
“Crisis Hotline: Veterans Press 1” Ellen Goosenberg Kent e Dana Perry
“Joanna” Aneta Kopacz
“Our Curse” Tomasz Sliwinski e Maciej Slesicki
“The Reaper (La Parka)” Gabriel Serra Arguello
“White Earth” J. Christian Jensen


MIGLIOR MONTAGGIO
“American Sniper” Joel Cox e Gary D. Roach
“Boyhood” Sandra Adair
“The Grand Budapest Hotel” Barney Pilling
“The Imitation Game” William Goldenberg
“Whiplash” Tom Cross

 
MIGLIOR FILM STRANIERO
“Ida” – Polonia
“Leviathan” – Russia
“Tangerines” – Estonia
“Timbuktu” – Mauritania
“Wild Tales” – Argentina


MIGLIOR MAKE-UP
“Foxcatcher” Bill Corso and Dennis Liddiard
“The Grand Budapest Hotel” Frances Hannon e Mark Coulier
“Guardiani della Galassia” Elizabeth Yianni-Georgiou e David White


MIGLIOR COLONNA SONORA
“The Grand Budapest Hotel” Alexandre Desplat
“The Imitation Game” Alexandre Desplat
“Interstellar” Hans Zimmer
“Mr. Turner” Gary Yershon
“La teoria del tutto” Jóhann Jóhannsson

 
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
“Everything Is Awesome” da “The Lego Movie” (Musica e testo di Shawn Patterson)
“Glory” da “Selma” (Musica e testo di John Stephens e Lonnie Lynn)
“Grateful” da “Beyond the Lights” (Musica e testo di Diane Warren)
“I’m Not Gonna Miss You” da “Glen Campbell…I’ll Be Me” (Musica e testo di Glen Campbell e Julian Raymond)
“Lost Stars” from “Tutto può succedere” (Musica e testo di Gregg Alexander e Danielle Brisebois)


MIGLIOR SCENOGRAFIA
“The Grand Budapest Hotel” Adam Stockhausen; Anna Pinnock
“The Imitation Game” Maria Djurkovic; Tatiana Macdonald
“Interstellar” Nathan Crowley; Gary Fettis
“Into the Woods” Dennis Gassner; Anna Pinnock
“Mr. Turner” Suzie Davies; Charlotte Watts


MIGLIOR CORTO ANIMATO 
“The Bigger Picture” Daisy Jacobs e Christopher Hees
“The Dam Keeper” Robert Kondo e Dice Tsutsumi
“Feast” Patrick Osborne e Kristina Reed
“Me and My Moulton” Torill Kove
“A Single Life” Joris Oprins


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO LIVE ACTION
“Aya” Oded Binnun e Mihal Brezis
“Boogaloo and Graham” Michael Lennox e Ronan Blaney
“Butter Lamp (La Lampe Au Beurre De Yak)” Hu Wei e Julien Féret
“Parvaneh” Talkhon Hamzavi e Stefan Eichenberger
“The Phone Call” Mat Kirkby e James Lucas

 
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
“American Sniper” Alan Robert Murray e Bub Asman
“Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)” Martín Hernández e Aaron Glascock
“The Hobbit: The Battle of the Five Armies” Brent Burge e Jason Canovas
“Interstellar” Richard King
“Unbroken” Becky Sullivan and Andrew DeCristofaro

 
MIGLIORI EFFETTI SONORI
“American Sniper” John Reitz, Gregg Rudloff and Walt Martin
“Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)” Jon Taylor, Frank A. Montaño e Thomas Varga
“Interstellar” Gary A. Rizzo, Gregg Landaker e Mark Weingarten
“Unbroken” Jon Taylor, Frank A. Montaño e David Lee
“Whiplash” Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley


MIGLIORI EFFETTI VISIVI
“Captain America: The Winter Soldier” Dan DeLeeuw, Russell Earl, Bryan Grill e Dan Sudick
“Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie” Joe Letteri, Dan Lemmon, Daniel Barrett and Erik Winquist
“Guardiani della Galassia” Stephane Ceretti, Nicolas Aithadi, Jonathan Fawkner e Paul Corbould
“Interstellar” Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher
“X-Men: Giorni di un futuro passato” Richard Stammers, Lou Pecora, Tim Crosbie and Cameron Waldbauer

 
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
“American Sniper” di Jason Hall
“The Imitation Game” di Graham Moore
“Inherent Vice” di Paul Thomas Anderson
“The Theory of Everything” di Anthony McCarten
“Whiplash” di Damien Chazelle

 
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
“Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)” di Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Jr. & Armando Bo
“Boyhood” di Richard Linklater
“Foxcatcher” di E. Max Frye and Dan Futterman
“The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson; Story by Wes Anderson & Hugo Guinness
“Nightcrawler” di Dan Gilroy

0 Commenti

OSCAR 2014 - I vincitori: nessuna sorpresa

3/3/2014

0 Commenti

 
Immagine
Fino all’ultimo si è detto che questa era un’annata incerta, un’edizione degli Oscar in cui non esistevano vincitori annunciati ma favoriti in diverse categorie, così equilibrate che la divisione dei voti avrebbe potuto significare la inaspettata vittoria dell’outsider. Al contrario, tutto si è svolto nella più totale prevedibilità, con ampie dosi di noia laddove, ad annientare la pazienza dello spettatore, si è aggiunta la discutibile scelta di inserire inutili parentesi cantate (Over the rainbow, ma perché?) alternate a clip di film di ogni epoca e paese, montate insieme senza un vero significato.
Gravity è di fatto il vincitore della serata: fa incetta di sette premi (sonoro, montaggio sonoro, effetti visivi, montaggio, fotografia, colonna sonora, la meritatissima statuetta per la regia ad Alfonso Cuaron) confermando che la barriera dell’Academy contro i film di genere, e in particolare di fantascienza, si sta spezzando. Meno male. Manca ancora il pensiero critico e indipendente nell’Academy, ma nel trionfo della retorica perbenista e politicamente corretta, un film come Gravity, a bilanciare il voto per senso di colpa (verso 12 anni schiavo), salva la faccia di una edizione già scritta, come se il film di McQueen avesse impressa l’etichetta del predestinato.
Jared Leto apre la serata e vince tra i pronostici come migliore attore non protagonista per Dallas Buyers Club, anticipando il successo annunciato ma non così tanto anche per il migliore attore, Matthew McConaughey, che finalmente vede premiato un percorso tutto in crescita e in un anno impreziosito anche dalla prova nel bellissimo True Detective. Dallas Buyers Club porta a casa anche il premio per il miglior trucco, arrivando a tre sorprendenti statuette.
Cate Blanchett conclude la sua cavalcata verso il secondo Oscar, il primo da protagonista, e tutto va come deve andare. Blue Jasmine è il film che meglio rappresenta le sue capacità tecniche di attrice e la sua maturità, anche se dispiace che rimanga in ombra Judi Dench (Philomena), alla quale un Oscar da attrice non protagonista va senz’altro stretto.
L’esordiente Lupita Nyong'o (nella foto) conquista l’Oscar di bandiera per 12 anni schiavo, film che sul piano dell’interpretazione avrebbe dovuto forse di più a Michael Fassbender e Chiwetel Ejiofor, ma questo è sempre stato lo stile dell’Academy: assegnare un premio (non importa quale) a un attore per premiare trasversalmente il film. La platea si alza in piedi quando la giovane attrice sale sul palco. Una volta non bastava ricevere l’Oscar alla carriera per guadagnarsi una standing ovation. 12 anni schiavo vince prevedibilmente anche il premio per la sceneggiatura, che secondo logica quasi mai è assegnato allo script migliore. Peccato per lo splendido Before Midnight, che avrebbe sicuramente meritato altra sorte.
20 feet from stardom batte The act of killing nella lotta per il migliore documentario. Ma questa serata è improntata alla cultura afroamericana, come si evince non solo dalla scaletta ma anche dai presentatori della serata. La presenza di Sidney Poitier, poi, è un chiaro segnale delle intenzioni dell’Academy.
Catherine Martin guadagna il suo terzo e quarto Oscar grazie ai costumi e alle scenografie di The Great Gatsby, mentre il film d’animazione Frozen porta a casa anche l’Oscar per la migliore canzone (“Let it go”) battendo gli U2 e Karen O con “The moon song” da Her, che comunque vince per la migliore sceneggiatura originale (a Spike Jonze).
Nota finale per il miglior film straniero. Questo è l’anno in cui l’Italia ritrova l’onore dell’Oscar dai tempi de La vita è bella, con il premio a La grande bellezza: nel suo discorsetto, Sorrentino omaggia ancora una volta Fellini. Pazienza se Alabama Monroe e Il sospetto sono migliori, almeno per chi scrive. La grande bellezza vince sul mercato e colma gli occhi dello spettatore non italiano con le sue suggestioni post-moderne, e con l’autocompiacimento e l’ambizione di ricreare La dolce vita nella decadenza contemporanea.

Di seguito, l’elenco completo dei candidati e dei vincitori.

Francesca Borrione

Sezione di riferimento: News




Miglior film

12 anni schiavo (12 Years a Slave), regia di Steve McQueen

American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle), regia di David O. Russell

Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips), regia di Paul Greengrass

Dallas Buyers Club, regia di Jean-Marc Vallée

Gravity, regia di Alfonso Cuarón

Lei (Her), regia di Spike Jonze

Nebraska, regia di Alexander Payne

Philomena, regia di Stephen Frears

The Wolf of Wall Street, regia di Martin Scorsese


Miglior regia

Alfonso Cuarón - Gravity

David O. Russell - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Alexander Payne - Nebraska

Steve McQueen - 12 anni schiavo (12 Years a Slave)

Martin Scorsese - The Wolf of Wall Street


Miglior attore protagonista

Matthew McConaughey - Dallas Buyers Club

Christian Bale - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Bruce Dern - Nebraska

Leonardo DiCaprio - The Wolf of Wall Street

Chiwetel Ejiofor - 12 anni schiavo (12 Years a Slave)


Miglior attrice protagonista

Cate Blanchett - Blue Jasmine

Amy Adams - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Sandra Bullock - Gravity

Judi Dench - Philomena

Meryl Streep - I segreti di Osage County (August: Osage County)


Miglior attore non protagonista

Jared Leto - Dallas Buyers Club

Barkhad Abdi - Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips)

Bradley Cooper - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Michael Fassbender - 12 anni schiavo (12 Years a Slave)

Jonah Hill - The Wolf of Wall Street


Migliore attrice non protagonista

Lupita Nyong'o - 12 anni schiavo (12 Years a Slave)

Sally Hawkins - Blue Jasmine

Jennifer Lawrence - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Julia Roberts - I segreti di Osage County (August: Osage County)

June Squibb - Nebraska


Migliore sceneggiatura originale

Spike Jonze - Lei (Her)

David O. Russell e Eric Warren Singer - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Woody Allen - Blue Jasmine

Craig Borten e Melisa Wallack - Dallas Buyers Club

Bob Nelson - Nebraska


Migliore sceneggiatura non originale

John Ridley - 12 anni schiavo

Richard Linklater, Julie Delpy e Ethan Hawke - Before Midnight

Billy Ray - Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Steve Coogan e Jeff Pope - Philomena

Terence Winter - The Wolf of Wall Street


Miglior film straniero

La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino (Italia)

Alabama Monroe - Una storia d'amore (The Broken Circle Breakdown), regia di Felix Van Groeningen (Belgio)

Il sospetto (Jagten), regia di Thomas Vinterberg (Danimarca)

The Missing Picture, regia di Rithy Panh (Cambogia)

Omar, regia di Hany Abu-Assad (Palestina)


Miglior film d'animazione

Frozen - Il regno di ghiaccio (Frozen), regia di Chris Buck e Jennifer Lee

I Croods (The Croods), regia di Kirk De Micco e Chris Sanders

Cattivissimo me 2 (Despicable Me 2), regia di Pierre Coffin e Chris Renaud

Ernest & Celestine, regia di Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner

Kaze tachinu, regia di Hayao Miyazaki


Migliore fotografia

Emmanuel Lubezki - Gravity

Philippe Le Sourd - The Grandmaster

Bruno Delbonnel - A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis)

Phedon Papamichael - Nebraska

Roger Deakins - Prisoners


Miglior scenografia

Catherine Martin e Beverley Dunn - Il grande Gatsby (The great Gatsby)

Judy Becker e Heather Loeffler - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Andy Nicholson, Rosie Goodwin e Joanne Woollard - Gravity

K.K. Barrett e Gene Serdena - Lei (Her)

Adam Stockhausen e Alice Baker - 12 anni schiavo (12 years a slave)


Miglior montaggio

Alfonso Cuarón e Mark Sanger - Gravity

Jay Cassidy, Crispin Struthers e Alan Baumgarten - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

Christopher Rouse - Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips)

John Mac McMurphy e Martin Pensa - Dallas Buyers Club

Joe Walker - 12 anni schiavo (12 years a slave)


Migliore colonna sonora

Steven Price - Gravity

Win Butler e Owen Pallett - Lei (Her)

Alexandre Desplat - Philomena

Thomas Newman - Saving Mr. Banks

John Williams - Storia di una ladra di libri (The Book Thief)


Migliore canzone

Let it Go, musica e parole di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez - Frozen - Il regno di ghiaccio

Happy, musica e parole di Pharrell Williams - Cattivissimo me 2 (Despicable Me 2)

The Moon Song, musica e parole di Karen O e Spike Jonze - Lei (Her)

Ordinary Love, musica e parole di Paul Hewson, David Evans, Adam Clayton, Larry Mullen e Paul Hewson - Mandela: Long Walk to Freedom


Migliori effetti speciali

Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk e Neil Corbould - Gravity

Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton e Eric Reynolds - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Roger Guyett, Patrick Tubach, Ben Grossmann e Burt Dalton - Into Darkness - Star Trek

Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash e Dan Sudick - Iron Man 3

Tim Alexander, Gary Brozenich, Edson Williams e John Frazier - The Lone Ranger


Miglior sonoro

Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro - Gravity

Chris Burdon, Mark Taylor, Mike Prestwood Smith e Chris Munro - Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips)

Skip Lievsay, Greg Orloff e Peter F. Kurland - A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis)

Christopher Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick e Tony Johnson - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Andy Koyama, Beau Borders e David Brownlow - Lone Survivor


Miglior montaggio sonoro

Glenn Freemantle - Gravity

Steve Boeddeker e Richard Hymns - All Is Lost

Oliver Tarney - Captain Phillips - Attacco in mare aperto (Captain Phillips)

Brent Burge - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Wylie Stateman - Lone Survivor


Migliori costumi

Catherine Martin - Il grande Gatsby (The great Gatsby)

Michael Wilkinson - American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle)

William Chang Suk Ping - The Grandmaster

Michael O'Connor - The Invisible Woman

Patricia Norris - 12 anni schiavo (12 years a Slave)


Miglior trucco e acconciatura

Adruitha Lee e Robin Mathews - Dallas Buyers Club

Stephen Prouty - Jackass Presents: Bad Grandpa

Joel Harlow e Gloria Pasqua-Casny - The Lone Ranger


Miglior documentario

20 Feet from Stardom, regia di Morgan Neville

The Act of Killing, regia di Joshua Oppenheimer e Signe Byrge Sørensen

Cutie and the Boxer, regia di Zachary Heinzerling e Lydia Dean Pilcher

Dirty Wars, regia di Richard Rowley e Jeremy Scahill

The Square, regia di Jehane Noujaim e Karim Amer


Miglior cortometraggio documentario

The Lady in Number 6: Music Saved My Life, regia di Malcolm Clarke e Nicholas Reed

CaveDigger, regia di Jeffrey Karoff

Facing Fear, regia di Jason Cohen

Karama Has No Walls, regia di Sara Ishaq

Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall, regia di Edgar Barens


Miglior cortometraggio

Helium, regia di Anders Walter e Kim Magnusson

Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me), regia di Esteban Crespo

Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything), regia di Xavier Legrand e Alexandre Gavras

Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?), regia di Selma Vilhunen e Kirsikka Saari

The Voorman Problem, regia di Mark Gill e Baldwin Li


Miglior cortometraggio d'animazione

Mr. Hublot, regia di Laurent Witz e Alexandre Espigares

Feral, regia di Daniel Sousa e Dan Golden

Possessions, regia di Shuhei Morita

Room on the Broom, regia di Max Lang e Jan Lachauer

Tutti in scena! (Get a Horse!), regia di Lauren MacMullan e Dorothy McKim


0 Commenti

OSCAR 2014 - Le nomination: tutte le candidature

16/1/2014

0 Commenti

 
Immagine
Nel pomeriggio sono state annunciate le nomination per gli Oscar 2014. In buona parte rispettati i pronostici e confermate le indicazioni emerse nelle recenti assegnazioni dei Golden Globes, con due film a svettare per numero complessivo di candidature, ovvero Gravity e American Hustle, entrambi a quota dieci. A seguire 12 Years a Slave (12 anni schiavo) con nove, più staccati Dallas Buyers Club, Captain Phillips e Nebraska con sei.
Si difendono abbastanza bene anche Her di Spike Jonze e The Wolf of Wall Street di Scorsese; disastro invece per Rush (totalmente ignorato) e per i fratelli Coen, a sorpresa esclusi da tutte le categorie principali. Tra gli attori stupisce l'assenza di Robert Redford e Tom Hanks, mentre Before Midnight agguanta una sacrosanta nomination ma (inspiegabilmente) come adattamento e non come sceneggiatura originale. Solo un paio di citazioni tecniche per Il Grande Gatsby, quattro candidature invece per Philomena.
Nella categoria riservata al miglior film non in lingua inglese arriva, come ampiamente previsto, la candidatura per La grande bellezza di Sorrentino, grande favorito per la vittoria finale, vista anche l'esclusione del concorrente sulla carta forse più pericoloso, ovvero The Grandmaster.

Qui sotto l'elenco completo delle nomination; il 2 marzo si terrà la premiazione.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News


Miglior film
12 Anni Schiavo
American Hustle
Captain Phillips
Dallas buyers club
Gravity
Her
Nebraska
Philomena
The wolf of wall street

Miglior attrice protagonista
Amy Adams - American Hustle
Cate Blanchett - Blue Jasmine
Sandra Bullock - Gravity
Judi Dench - Philomena
Meryl Streep - I segreti di Osage County

Miglior attore protagonista
Christian Bale - American Hustle
Bruce Dern - Nebraska
Leonardo DiCaprio - The wolf of wall street
Chiwetel Ejiofor - 12 Anni Schiavo
Matthew McConaughey - Dallas Buyers Club

Miglior regista
David O. Russell - American Hustle
Alfonso Cuaron - Gravity
Alexander Payne - Nebraska
Steve McQueen - 12 Anni Schiavo
Martin Scorsese - The wolf of wall street

Miglior sceneggiatura originale
American Hustle
Blue Jasmine
Dalls Buyers Club
Her
Nebraska

Miglior sceneggiatura non originale
Before Midnight
Philomena
12 Anni Schiavo
The wolf of wall
Captain Phillips

Miglior film straniero
Alabama Monroe (The Broken Circle Breakdown)
La grande bellezza
Il sospetto
The missing picture
Omar

Miglior documentario
The act of killing
Cutie and the boxer
Dirty wars
The square
20 feet from stardom

Miglior film d’animazione
I Croods
Cattivissimo Me 2
Ernest & Celestine
Frozen
Si alza il vento

Miglior attrice non protagonista
Sally hawkins - Blue Jasmine
Lupita Nyong’o - 12 Years a Slave
Jennifer Lawrence - American Hustle
Julia Roberts - I segreti di Osage County
June Squibb - Nebraska

Miglior canzone originale
Alone yet not alone - Alone yet not alone
Happy - Cattivissimo Me 2
Let it go - Frozen
The moon song - Her
Ordinary love - Mandela: Long walk to freedom

Miglior attore non protagonista
Barkhad Abdi - Captain Phillips
Jonah Hill - The Wolf of Wall Street
Bradley Cooper - American Hustle
Jared Leto - Dallas Buyers Club
Michael Fassbender - 12 Anni Schiavo

Miglior fotografia
The Grandmaster - Philippe Le Sourd
Gravity - Emmanuel Lubezki
A proposito di Davis - Bruno Delbonnel
Nebraska - Phedon Papamichael
Prisoners - Roger A. Deakins

Migliori costumi
American Hustle
The Grandmaster
Il Grande Gatsby
The Invisible Woman
12 Anni Schiavo

Miglior montaggio
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
12 Anni Schiavo

Miglior make-up e parrucco
Dallas Buyers Club
Jackass Presents: Bad Granpa
The Lone Ranger

Miglior colonna sonora
The Book Thief
Gravity
Her
Philomena
Saving Mr. Banks

Migliori scenografie
American Hustle
Gravity
Il Grande Gatsby
Her
12 Anni Schiavo

Miglior sonoro
All Is Lost
Captain Phillips
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
Lone Survivor

Miglior montaggio sonoro
Captain Phillips
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
A proposito di Davis
Lone Survivor

Miglior effetti visivi
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
Iron Man 3
The Lone Ranger
Into Darkness - Star Trek

Miglior cortometraggio 
Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me) - Esteban Crespo
Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything) - Xavier Legrand and Alexandre Gavras
Helium - Anders Walter and Kim Magnusson
Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?) - Selma Vilhunen and Kirsikka Saari
The Voorman Problem - Mark Gill and Baldwin Li

Miglior cortometraggio documentario
CaveDigger - Jeffrey Karoff
Facing Fear - Jason Cohen
Karama Has No Walls - Sara Ishaq
The Lady in Number 6: Music Saved My Life - Malcolm Clarke and Nicholas Reed
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall - Edgar Barens

Miglior cortometraggio d’animazione
Feral - Daniel Sousa and Dan Golden
Get a Horse! - Lauren MacMullan and Dorothy McKim
Mr. Hublot - Laurent Witz and Alexandre Espigares
Possessions - Shuhei Morita
Room on the Broom - Max Lang and Jan Lachauer

0 Commenti

OSCAR 2014 - Le candidature per il miglior film "straniero"

4/10/2013

0 Commenti

 
Immagine
Sono scaduti i termini per presentare all'Academy le candidature per l'Oscar riservato al miglior film non in lingua inglese. Tutti i paesi hanno espresso il proprio nome, e si è formata un'ampia rosa composta da una settantina di titoli, che si sfideranno per ottenere l'ambita statuetta.
Se l'Italia come da previsione ha optato per candidare il film di Sorrentino, da parte nostra non possiamo che gioire per la decisione del Canada, che ha scelto, proprio come speravamo, il meraviglioso Gabrielle, il nostro "film del cuore" dell'ultima edizione di Locarno.
Accogliamo con soddisfazione anche la decisione del Belgio, che ha candidato il notevole The Broken Circle Breakdown, film premiato al Tribeca che noi già avevamo recensito qualche mese fa. Abbastanza scontate alcune altre scelte, dal Wong Kar-wai di The Grandmaster per Hong Kong al fortissimo Le passé di Farhadi per l'Iran (anche se di iraniano ha ben poco). 
Molti i nomi noti presenti, da Lucia Puenzo con Wakolda per l'Argentina a Denis Tanovic per la Bosnia, e molti i titoli già premiati in giro per il mondo, da Il caso Kerenes per la Romania a Gloria per il Cile, fino a Il sospetto di Vinterberg per la Danimarca. Menzione anche per Wadjda, il primo film diretto da una regista donna nella storia dell'Arabia Saudita.
Studiando il prospetto, appare invece sorprendente e difficilmente comprensibile la decisione della Francia, che non potendo candidare per motivi temporali La vie d'Adèle (il film è uscito nei cinema troppo tardi) ha ben pensato di mandare allo sbaraglio Renoir di Gilles Bourdos, lavoro biografico notevole ma che ci pare non possa avere alcuna chance.

Aggiornamento 20 dicembre: sono stati comunicati i nove titoli che hanno passato la prima preselezione, tra i quali saranno poi promossi i cinque film che andranno in nomination. Scelte assai discutibili, per non dire pessime, utili per confermare per l'ennesima volta la poca attendibilità di questa competizione. Questi i nove titoli ancora in corsa: 

Belgio, Alabama Monroe (The Broken Circle Breakdown), di Felix van Groeningen
Bosnia Erzegovina, An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanovic
Cambogia, L’image manquante di Rithy Panh
Danimarca, Il sospetto di Thomas Vinterberg
Germania, Two Lives di Georg Maas
Hong Kong, The Grandmaster di Wong Kar-wai
Italia, La grande bellezza di Paolo Sorrentino
Palestina, Omar di Hany Abu-Assad
Ungheria, The Notebook di Janos Szasz

Qui sotto invece trovate l'elenco completo dei film che erano stati candidati da ogni nazione.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News


Arabia Saudita: Wadjda - La bicicletta verde - Haifaa al-Mansour
Argentina: Wakolda - L’angelo del male - Lucía Puenzo
Australia: The Rocket - Kim Mordaunt
Austria: The Wall - Julian Polsler
Bangladesh: Television - Mostofa Sarwar Farooki
Belgio: The Broken Circle Breakdown - Felix van Groeningen
Bosnia-Erzegovina: An Episode in the Life of an Iron Picker - Danis Tanović
Brasile: Neighbouring Sounds - Kleber Mendonça Filho
Bulgaria: The Colour of the Chameleon - Emil Hristov
Cambogia: The Missing Picture - Rithy Panh
Canada: Gabrielle - Louise Archambault
Cile: Gloria - Sebastian Lelio
Colombia: La Playa DC - Juan Andrés Arango
Corea del sud: Juvenile Offender - Kang Yi-kwan
Croazia: Halima’s Path - Arsen Anton Ostojić
Danimarca: Il sospetto - Thomas Vinterberg
Egitto: Winter of Discontent - Ibrahim El- Batout
Estonia: Free Range - Veiko Õunpuu
Filippine: Transit - Hannah Espia
Finlandia: Disciple - Ulrika Bengts
Francia: Renoir - Gilles Bourdos
Georgia: In Bloom - Nana Ekvtimishvili e Simon Groß
Germania: Two Lives - Georg Maas
Grecia: Boy Eating The Bird’s Food - Ektoras Lygizos
Hong Kong: The Grandmaster - Wong Kar-wai
Islanda: Of Horses and Men - Benedikt Erlingsson
India: The Good Road - Gyan Correa
Inghilterra: Metro Manila - Sean Ellis
Iran: Il passato - Asghar Farhadi
Israele: Bethlehem - Yuval Adler
Italia: La grande bellezza - Paolo Sorrentino
Giappone: The Great Passage - Yuya Ishii
Kazakistan: The Old Man - Ermek Tursunov
Latvia: Mother I Love You - Janis Nords
Libano: Ghadi - Amin Dora
Lituania: Conversations of Serious Topics - Giedrė Beinoriūtė
Lussemburgo: Blind Spot - Christophe Wagner
Messico: Heli - Amat Escalante
Montenegro: Bad Destiny - Draško Đurović
Marocco: God’s Horses - Nabil Ayouch
Nepal: Soongava: Dance of the Orchids - Subarna Thapa
Norvegia: I Am Yours - Iram Haq
Nuova Zelanda: White Lies - Dana Rotberg
Olanda: Borgman - Alex van Warmerdam
Pakistan: Zinda Bhaag - Meenu Gaur e Farjad Nabi
Palestina: Omar - Hany Abu-Assad
Perù: The Cleaner - Adrian Saba
Polonia: Walesa - Andrzej Wajda
Portogallo: Lines of Wellington - Valeria Sarmiento
Repubblica Ceca: Burning Bush - Agnieszka Holland
Repubblica Dominicana: Who’s The Boss? - Ronni Castillo
Romania: Il caso Kerenes - Calin Peter Netzer
Russia: Stalingrad - Fedor Bondarchuk
Serbia: Circles - Srdan Golubovic
Singapore: Ilo Ilo - Anthony Chen
Slovacchia: My Dog Killer - Mira Fornay
Slovenia: Class Enemy - Rok Biček
Spagna: 15 Years Plus a Day - Gracia Querejeta
Sud Africa: Four Corners - Ian Gabriel
Svezia: Eat Sleep Die - Gabriela Pichler
Svizzera: Un mondo in pericolo - Markus Imhoof
Taiwan: Soul - Chung Mong-Hong
Thailandia: Countdown - Nattawut Poonpiriya
Turchia: The Butterfly’s Dream - Yılmaz Erdoğan
Ucraina: Paradjanov - Serge Avedikian e Olena Fetisova
Ungheria: The Notebook - Janosz Szasz
Venezuela: Breach in the Silence - Luis Rodríguez e Andrés Rodríguez

0 Commenti

OSCAR 2014 - La grande bellezza candidato italiano

25/9/2013

0 Commenti

 
Immagine
La notizia era di gran lunga prevedibile, ma adesso è ufficiale: La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino rappresenterà l’Italia ai prossimi Oscar, battendo così gli altri titoli che si erano autocandidati: Viva la libertà di Roberto Andò, Miele di Valeria Golino, Razza bastarda di Alessando Gassmann, Salvo di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi e la sorpresa la cui presenza in lista aveva lasciato molti di stucco, ovvero Midway tra la vita e la morte di John Real. 
La commissione composta da Nicola Borrelli, Martha Capello, Liliana Cavani, Tilde Corsi, Caterina D'Amico, Piera Detassis, Andrea Occhipinti e Giulio Scarpati ha scelto il candidato palesemente più forte e accreditato per rientrare nella cinquina finale (l’Italia manca dal 2003, quando a spuntarla fu La bestia nel cuore di Cristina Comencini), acclamato da uno stuolo di recensioni entusiaste nel Regno Unito e molto apprezzato anche oltreoceano, dove il New York Times l’ha elevato a simbolo della decadenza italiana anche se tirando in ballo la metafora non troppo illuminata e originale della Concordia (con riferimento, tra l’altro, a una scena in particolare del film in cui Servillo/Jep Gambardella osserva il relitto).
La ricezione del film in Italia, naturalmente, non poteva che essere ben più controversa. Perché La Grande Bellezza parla del presente di una nazione regredita al totale svuotamento di senso del gesto e dell’azione, dove tutto è apparenza, medietà diffusa se non mediocrità imperante, abisso di inerzia e paralisi, con la cultura ridotta a scheletro sgretolato in nome dei fari luccicanti e distorti della patina esteriore. Naturale dunque che l’irritazione, il rifiuto, la repulsione montante in qualcuno abbiano superato il livello di guardia dando vita ad una selva di detrattori fitta almeno quanto quella degli entusiasti tout-court. Arrivando ad attribuire al film gli stessi vizi (sopraindicati) della realtà che vorrebbe ritrarre.
Il film di Sorrentino non può davvero fare a meno di innescare una connivenza tra se stesso e l’oggetto del suo vagare, verrebbe da dire, più che narrare. È la sua controversia più grande, forse anche il suo potere maggiore. È un film peregrino, dandy fuori tempo massimo, bigger than life, anacronistico e necrofilo perché parla di un paese e di un passato ormai morti, dove c’è tutto e allo stesso tempo non c’è nulla proprio come a Roma, città che più di ogni altra è metafora del Belpaese perché sembra non avere spalle abbastanza larghe per sopportare il peso della sua grandezza.
Il film invece ce le ha, anche nell’ipertrofismo e nei dolly di troppo. Avrà i suoi difetti, compiacimenti, montaggi malfermi di scrittura (e di montaggio), ma è un film che innalza il linguaggio cinematografico e i suoi strumenti, anche artificiali, soprattutto retorici. La sua forza sinestetica dispiacerà a chi fa dei voti di castità estetica una ragione morale ed etica sempre e comunque, ma è indubbiamente potente. E merita il riconoscimento ottenuto fino in fondo (a giudizio di chi scrive), non fosse altro per l’ambizione e la portata del suo sguardo.
Dando uno sguardo ai candidati degli altri paesi finora annunciati (qui sotto la lista), l’impresa non sembra proibitiva, nonostante l’ovvia presenza di tanti film di sicuro valore e importanza. In questi casi, molto spesso la differenza può farla il livello della campagna promozionale negli States. Il 16 Gennaio sapremo.

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: News


FRANCIA Renoir di Gilles Bourdos.

REGNO UNITO Metro Manila di Sean Ellis.

SPAGNA SHORTLIST: Alacrán enamorado di Santiago A. Zannou; 15 anos y un día di Gracia Querejeta; La gran familia espanola di Daniel Sanchez Arévalo; Cani¬bal di Manuel Martín Cuenca.

GERMANIA Two lives di Georg Maas.

POLONIA Walesa. Man of Hope di Andrzej Wajda.

BELGIO The Broken Circle Breakdown di Felix Van Groeningen.

PORTOGALLO Lines of Wellington di Valeria Sarmiento.

SVEZIA Eat Sleep Die di Gabriela Pichler.

DANIMARCA SHORTLIST: Il sospetto di Thomas Vinterberg; Northwest di Michael Noer; The Act of Killing di Joshua Oppenheimer.

NORVEGIA SHORTIST: It's Only Make Believe di Arild Astin Ommundsen; I Am Yours di Iram Haq; Pioneer di Erik Skjoldbjærg.

FINLANDIA A Disciple di Ulrika Bengts.

ROMANIA Il caso Kerenes di Calin Peter Netzer.

UNGHERIA The Notebook di Janos Szasz.

BULGARIA The Color of the Chameleon di Emil Hristov.

LETTONIA Mother, I Love You di Janis Nords.

GIAPPONE The Great Passage di Yuya Ishii (preferito a sorpresa al favorito Like Father, Like Son di Hirokazu Kore-Eda)

SLOVENIA: Class Enemy di Rok Biček (visto alla Settimana della Critica di Venezia 70)


0 Commenti

OSCAR 2013 - I film candidati per l'Italia

16/9/2013

0 Commenti

 
Immagine
Sono stati annunciati i film in lizza per rappresentare l'Italia ai prossimi premi Oscar. I titoli prescelti sono La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Miele di Valeria Golino, Razza bastarda di Alessandro Gassman, Salvo di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi, Viva la libertà di Roberto Andò e Midway tra la vita e la morte di John Real. La Commissione di selezione si riunirà mercoledì 25 settembre per votare e decidere quale film candidare agli Academy Awards.
Da parte nostra ci permettiamo di "tifare" per l'ottimo debutto della Golino, anche se appare chiaro ed evidente come tutti i favori del pronostico vadano dalle parti di Sorrentino.

Alessio Gradogna

0 Commenti
    SEGUI ODG SU


    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutto
    Abdellatif Kechiche
    Abel Ferrara
    Adèle Haenel
    Agnès Varda
    Alfonso Cuaron
    Alice Rohrwacher
    Andrzej Zulawski
    Audrey Tautou
    Bergamo Film Meeting
    Bernardo Bertolucci
    Cabal
    Cahiers Du Cinema
    Camille Claudel 1915
    Carmelo Bene
    Censura
    Charlie Chaplin
    Cinema Classico
    Cinema Ritrovato
    Clive Barker
    Courmayeur Noir Fest
    David Cronenberg
    Edgar Reitz
    Emanuela Martini
    Ernst Lubitsch
    European Film Award
    Fabrice Luchini
    Fear And Desire
    Festa Del Cinema
    Festival 50 Giorni
    Festival Cinema Africano
    Festival Cinema Erotico
    Festival Di Berlino
    Festival Di Cannes
    Festival Di Cannes
    Festival Di Locarno
    Festival Di Venezia
    Francesco Rosi
    Franco Brocani
    François Truffaut
    George Clooney
    Giuliano Gemma
    Golden Globes
    Isabelle Carré
    Jacques Audiard
    Jafar Panahi
    Jane Campion
    Jean-luc Godard
    Jean-pierre E Luc Dardenne
    Jim Jarmusch
    Julianne Moore
    Juliette Binoche
    Kristen Stewart
    Lab 80
    Lars Von Trier
    Lav Diaz
    La Vie D'adèle
    La Vie D'adèle
    Le Vie Del Cinema
    Lo Sconosciuto Del Lago
    Marcello Mastroianni
    Marco Bellocchio
    Margherita Buy
    Mario Monicelli
    Mia Madre
    Michael Cimino
    Michael Mann
    Mosaico D'europa Film Fest
    Movies Inspired
    Nanni Moretti
    Necropolis
    Nicolas Winding Refn
    Nightbreed
    Nuri Bilge Ceylan
    Nymphomaniac
    Orson Welles
    Paolo Sorrentino
    Patrice Chéreau
    Peter Jackson
    Premi César
    Premi Oscar
    Rai Movie
    Rainer Werner Fassbinder
    Rendez-vous
    Robert Bresson
    Roman Polanski
    Roy Andersson
    Sacher Film
    Scarlett Johansson
    Sergio Castellitto
    Sottodiciotto Festival
    Stanley Kubrick
    Torino Film Festival
    Valdarno Cinema Fedic
    Valérie Benguigui
    Werner Herzog
    William Friedkin
    Winter Sleep

    Feed RSS

Immagine
Questo sito si avvale di cookie tecnici e di terze parti, necessari al funzionamento e utili per le finalità illustrate nella cookie policy. Proseguendo la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie.
​Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta 
l'informativa sull'utilizzo dei cookie.


Orizzonti di gloria è una libera testata d'informazione e critica cinematografica. È vietata la riproduzione totale o parziale degli articoli senza il consenso della redazione. I marchi, le immagini e i video contenuti nel sito appartengono ai rispettivi proprietari, nel rispetto delle leggi riguardanti il diritto d'autore. © Orizzonti di Gloria, 2013-2020

Contatti           Redazione           Archivio Film 

Immagine
Immagine