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CANNES 68 - Tutti i premi: vince "Dheepan" di Jacques Audiard

24/5/2015

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In tanti speravano in un trionfo italiano, invece la gioia è tutta francese. La giuria del festival di Cannes, capitanata dai fratelli Coen, lascia infatti completamente a secco la triade nostrana in concorso, non dando alcun premio né a Matteo Garrone né a Paolo Sorrentino né, soprattutto, allo splendido Mia Madre di Nanni Moretti; decisione, quest'ultima, che accogliamo con totale disappunto.

A trionfare è invece Jacques Audiard con il suo Dheepan: l'ennesimo riconoscimento per un autore che, come un vero Re Mida del cinema, riesce sempre a trasformare in oro tutto ciò che dirige. La Francia porta a casa anche il premio per Vincent Lindon come miglior attore: una soddisfazione meritatissima per un uomo troppo spesso sottostimato e da sempre capace di interpretazioni di eccelso livello. Premio a sorpresa inoltre per Emmanuelle Bercot come miglior attrice (ex aequo con Rooney Mara, a discapito della favoritissima Cate Blanchett). Come se non bastasse la Francia aveva già festeggiato ieri la vittoria di Arnaud Desplechin alla Quinzaine des Réalisateurs con Trois souvenirs de ma jeunesse.

Ecco l'elenco dei premiati durante la cerimonia di chiusura.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News


Palma d’Oro al Miglior Film: Dheepan di Jacques Audiard

Grand Prix Speciale della Giuria: Son of Saul di László Nemes

Prix d’interprétation féminine: Rooney Mara per Carol e Emmanuelle Bercot per Mon roi (ex aequo)

Prix d’interprétation masculine: Vincent Lindon per La Loi Du Marché

Prix de la Mise en Scène : Hou Hsiao-Hsien per The Assassin

Prix du Scénario: Michel Franco per Chronic

Premio della giuria: The Lobster di Yorgos Lanthimos

Camera d’Or: La Tierra y la Sombra di César Acevedo

Palma d’oro al Miglior Cortometraggio: Waves 98 di Ely Dagher

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CANNES 68 - Il programma ufficiale: tutti i film

9/5/2015

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Inizierà mercoledì 13 la 68esima edizione del festival di Cannes. Il programma è come al solito straordinario, con una sterminata quantità di grandi nomi impossibile da eguagliare in qualsiasi altra manifestazione internazionale. 
Da parte nostra, inutile negarlo, buona parte del "tifo" sarà indirizzata verso lo splendido Mia Madre di Nanni Moretti, nella speranza di poter festeggiare una seconda Palma d'Oro dopo quella già vinta dall'autore romano per La stanza del figlio. L'Italia comunque parte agguerritissima, con un invidiabile terzetto in concorso (oltre a Moretti anche Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e Youth - La giovinezza di Sorrentino), mentre sfogliando il programma si assommano un'infinità di titoli che attendiamo di scoprire con tantissima curiosità. 
Giusto per citarne alcuni, impossibile non fremere pensando ad esempio a The Lobster di Lanthimos, Carol di Todd Haynes (con Cate Blanchett), Marguerite et Julien di Valérie Donzelli (con Anais Demoustier), Dheepan di Jacques Audiard, Journey to the Shore di Kiyoshi Kurosawa, Macbeth di Justin Kurzel (con Michael Fassbender e Marion Cotillard), La tete haute di Emmanuelle Bercot (film d'apertura, con Catherine Deneuve e Sara Forestier), Une histoire de fou di Robert Guédiguian, Trois souvenirs de ma jeunesse di Arnaud Desplechin (con Mathieu Amalric), La loi du marché di Stéphane Brizé (con Vincent Lindon) e Yazuka Apocalypse di Takashi Miike. Ma davvero tanti sono i film sparsi nelle varie sezioni che speriamo di poter ammirare il prima possibile anche sugli schermi italiani. 

Qui sotto l'elenco completo dei titoli che saranno proiettati sulla Croisette dal 13 al 24 maggio e qualche trailer.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News


Film d'apertura

La Tête Haute, dir: Emmanuelle Bercot

In concorso

Sicario, dir: Denis Villeneuve
The Sea of Trees, dir: Gus Van Sant
Louder than Bombs, dir: Joachim Trier
Youth (La giovinezza), dir: Paolo Sorrentino
Saul Fia (Son of Saul), dir: László Nemes
Mia Madre, dir: Nanni Moretti
Mon Roi, dir: Maiwenn
The Lobster, dir: Yorgos Lanthimos
Macbeth, dir: Justin Kurzel
Umimachi Diary (Our Little Sister), dir: Hirokazu Kore-Eda Hirokazu
Shan He Gu Ren (Mountains May Depart), dir: Jia Zhang-Ke
Nie Yinniang (The Assassin), dir: Hou Hsiao Hsien
Carol, dir: Todd Haynes
Il Racconto dei Racconti (The Tale of Tales), dir: Matteo Garrone
Marguerite et Julien (Marguerite and Julien), dir: Valérie Donzelli
La Loi du Marche (A Simple Man), dir: Stéphane Brize
Dheepan, dir: Jacques Audiard
Chronic, dir: Michel Franco
The Valley of Love, dir: Guillaume Nicloux

Un Certain Regard

Madonna, dir: Shin Suwon
Maryland, dir: Anna Winocour
The Fourth Direction, dir: Gurvinder Singh
Masaan (Fly Away Solo), dir: Neeraj Ghaywan
Hruter (Rams), dir: Grimur Hakonarson
Kishibe No Tabi (Journey to the Shore), dir: Kurosawa Kiyoshi
Je Suis Un Soldat (I Am a Soldier), dir: Laurent Larivere
Zvizdan (The High Sun), dir: Dalibor Matanic
The Other Side, dir: Roberto Minervini
One Floor Below, dir: Radu Muntean
Shameless, dir: Oh Seung-Uk
The Chosen Ones, dir: David Pablos
Nahid, dir: Ida Panahandeh
The Treasure, dir: Corneliu Porumboiu
Alias Maria, dir: José Luis Rugeles Gracia
Taklub, dir: Brillante Mendoza
Lamb, dir: Yared Zeleke
Cemetery, dir: Splendour by Apichatpong Weerasethakul
Sweet Red Bean Paste, dir: Naomi Kawase

Fuori concorso

Mad Max: Fury Road, Dir: George Miller
Irrational Man, dir: Woody Allen
Inside Out, dir: Pete Docter and Ronaldo del Carmen
Le Petit Prince (The Little Prince), dir: Mark Osborne

Proiezioni speciali

Oka, dir: Souleymane Cisse
Sipur Al Ahava Ve Choshech (A Tale of Love and Darkness), dir: Natalie Portman
Hayored Lema’ala, dir Elad Keidan
Amnesia, dir: Barbet Schroeder
Panama, dir: Pavel Vuckovic
Asphalte, dir: Samuel Benchetrit
Une histoire de fou (Don’t Tell me the Boy was Mad), dir: Robert Guédiguian

Proiezioni di mezzanotte

O Piseu (Office), dir: Hong Won-Chan
Amy, dir: Asif Kapadia
Love, dir: Gaspar Noé

Semaine de la critique

Dégradé, dir: Arab and Tarzan Abunasser
Krisha, dir: Trey Edward Shults
Mediterranea, dir: Jonas Carpignano
Ni le Ciel, Ni la Terre, dir: Clément Cogitore
Paulina, dir: Santiago Mitre, Argentina
Sleeping Giant, dir: Andrew Cividino, Canada
La Tierra y la Sombra, dir: César Acevedo, Colombia
The Anarchists, dir: Elie Wajeman, France
Les Deux Amis, dir: Louis Garrel, France
La Vie en Grand, dir: Mathieu Vadepied, France

Quinzaine des réalisateurs

In the Shadow of Women, dir: Philippe Garrel
Allende, Mi Abuelo Allende, dir: Marcia Tambutti
Arabian Nights, dir: Miguel Gomes
The Brand New Testament, dir: Jaco Van Dormael
The Cowboys, dir: Thomas Bidegain
Embrace of the Serpent, dir: Ciro Guerra
Fatima, dir: Philippe Faucon
Trois souvenirs de ma jeunesse, dir: Arnaud Desplechin
Green Room, dir: Jeremy Saulnier
The Here After, dir: Magnus von Horn
Much Loved, dir: Nabil Ayouch
Mustang, dir: Deniz Gamze Ergüven
Peace to Us in Our Dreams, dir: Sharunas Bartas
A Perfect Day, dir: Fernando León de Aranoa
Songs My Brothers Taught Me, dir: Chloé Zhao
Yakuza Apocalypse: The Great War of the Underworld, dir: Takashi Miike
Dope, dir: Rick Famuyiwa

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CANNES A ROMA E MILANO - Il programma delle rassegne

10/6/2014

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Dal 10 al 16 giugno a Roma, dal 13 al 19 giugno a Milano: il Festival di Cannes come ogni anno arriva in Italia, sdoppiandosi (anzi triplicandosi, perché la rassegna è transitata anche a Firenze) per dare la possibilità agli appassionati di gustare in anteprima nazionale e in lingua originale alcuni dei titoli più importanti presentati sulla Croisette, molti dei quali saranno poi destinati a non trovare nemmeno una distribuzione ufficiale nei cinema.
Programma ricco e praticamente identico per l'evento romano e per quello milanese (salvato da un misterioso benefattore), con circa la metà dei film del concorso ufficiale, una decina di opere della Quinzane des Realisateurs, più qualche altro piccolo inserto dalle altre sezioni. 
Tra i titoli di spicco la Palma d'Oro Winter Sleep, l'amatissimo Mommy di Xavier Dolan, l'imperdibile Deux Jours, Une Nuit dei Dardenne e Sils Maria di Assayas; ci piace inoltre sottolineare la presenza di Alleluia di Fabrice Du Welz (il regista di Calvaire e Vinyan) e del francese Party Girl, vincitore della Caméra d'Or.


Ecco l'elenco completo dei film:

Concorso

WINTER SLEEP di Nuri Bilge CEYLAN
MOMMY di Xavier DOLAN
DEUX JOURS, UNE NUIT di Jean-Pierre e Luc DARDENNE
JIMMY'S HALL di Ken LOACH
LEVIATHAN di Andrey ZVYAGINTSEV
TIMBUKTU di Abderrahmane SISSAKO
WILD TALES (RELATOS SALVAJES) di Damián SZIFRÓN
SILS MARIA di Olivier ASSAYAS
MAPS TO THE STARS di David CRONENBERG (solo Milano)

Quinzaine des Réalisateurs

A HARD DAY (KKEUT-KKA-JI-GAN-DA) di Seong-hun KIM
ALLELUIA di Fabrice DU WELZ
CATCH ME DADDY di Daniel WOLFE
LES COMBATTANTS di Thomas CAILLEY
NATIONAL GALLERY di Frederick WISEMAN
NEXT TO HER (AT LI LAYLA) di Asaf KORMAN
PRIDE di Matthew WARCHUS
QUEEN AND COUNTRY di John BOORMAN
THE TEXAS CHAINSAW MASSACRE di Tobe HOOPER (in versione restaurata 4K)
TU DORS NICOLE di Stéphane LAFLEUR

Fuori concorso

COMING HOME (GUI LAI) dei Zhang YIMOU

Un Certain Regard

PARTY GIRL di Marie AMACHOUKELI, Claire BURGER e Samuel THEIS

Semaine de la Critique

PIÙ BUIO DI MEZZANOTTE di Sebastiano RISO

Far East Film Festival 2014

THERMAE ROMAE II di Hideki Takeuchi (solo Milano)

Cinéfondation

LIEVITO MADRE di Fulvio RISULTO (solo Roma)

Il programma dettagliato e le modalità d'ingresso per Roma sono disponibili a questo link, mentre per Milano trovate tutte le informazioni qui.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News

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CANNES 67 - I premi: vince Winter Sleep di Ceylan

24/5/2014

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È un palmarès che rivela non poche sorprese quello della 67esima edizione del festival di Cannes. La Palma d’Oro comunque è andata a uno dei film che avevano in assoluto più convinto e ben impressionato: Winter Sleep del regista turco Nuri Bilge Ceylan, habitué della Croisette già pluripremiato in passato (Grand Prix nel 2002 e nel 2011 per Uzak e C’era una volta in Anatolia e miglior regia nel 2008 per Le tre scimmie). Un riconoscimento che corona il bottino già straordinario di un talento che Cannes ha scoperto e consacrato, autore in questo caso di un film torrenziale girato quasi tutto in interni, con tantissimi dialoghi fluviali ed echi bergmaniani. 
Il secondo premio per importanza, il Grand Prix, è andato a Le meraviglie di Alice Rohrwacher: un film che noi non avevamo amato affatto (ne abbiamo scritto qualche giorno fa in concomitanza col passaggio in concorso) e che ha lasciato perplessa buona parte della critica sia italiana che internazionale (soprattutto i francesi, più tiepidi degli inglesi), ma che evidentemente deve aver ben impressionato la giuria guidata da Jane Campion. Un riconoscimento di sicuro eccessivo, per un’opera debole e fiacca, ma che da una regista come l’autrice di Lezioni di piano non suona poi così strano. Quanti si aspettavano un premio a uno sguardo femminile tra quelli presenti in concorso hanno dunque trovato conferma proprio nell’unico film italiano presente nella competizione ufficiale (l’altra donna, la Naomi Kawase di Still the Water, era data tra i favoriti alla vigilia ma è rimasta all’asciutto). 
Miglior regista è Bennett Miller, già dietro la macchina da presa per Truman Capote: A sangue freddo e Moneyball – L’arte di vincere, per il dramma sportivo Foxcatcher. Un premio piuttosto inaspettato e anche inconsueto per la giuria di un festival, andato comunque a un altro film che aveva entusiasmato molti e che mette insieme interpretazioni di gran livello (Steve Carrell, ma anche Channing Tatum e Mark Ruffalo). Gran Premio della giuria all’enfant prodige Xavier Dolan per Mommy: il giovane regista canadese si commuove, ringrazia la Campion per il premio e per l’ispirazione che il suo cinema gli ha donato e l’abbraccia anche. Anche nel ricevere il suo premio Dolan non pare un filo meno appassionato dei film che fa, suscitando le lacrime trattenute della sua bravissima attrice Anne Dorval e strappando più di una standing ovation in platea. A stupire e a lasciare interdetti è però l’ex-aequo con Jean-Luc Godard e il suo Adieu au langage: uno sdoppiamento un po’ comodo e facilone, incapace di discernere tra vecchio e nuovo e che si limita soltanto a prendere atto del congedo di un venerato maestro e della consacrazione (quasi) definitiva di una gran bella promessa. Non una scelta di grandissimo coraggio, insomma. 
Julianne Moore conquista il premio come miglior attrice per Maps to the Stars di David Cronenberg, nel quale è un’attrice senza scrupoli, abietta e meschina. Una prova agghiacciante, superba e sopra le righe ma con allo stesso tempo un controllo ammirevole sulle sfumature psicotiche del proprio personaggio. L’attrice ha avuto la meglio sulla Juliette Binoche di Sils Maria di Assayas, su Marion Cotillard del film dei Dardenne Deux jours, une nuit e sulla già citata Anne Dorval, date tutte quante tra le favorite della vigilia. I film di Assayas e dei Dardenne sono tra i grandi esclusi dal palmarès, in particolare i secondi che potevano vantare non pochi ammiratori disposti a conferire loro la terza Palma d’Oro, un record solo sfiorato. Snobbati anche i film di Sissako e Tommy Lee Jones. Palma per il miglior attore a Timothy Spall per Mr. Turner di Mike Leigh, che si lascia andare a un discorso di ringraziamento di considerevole lunghezza. 
Un palmarès in definitiva ondivago, tra grandi conferme, scelte originali e significative e altre che lasciano più di un dubbio. Ecco qui l’elenco completo dei premi.

Camera d’Or alla Miglior opera prima: Party Girl di Marie Amachoukeli, Claire Burger, Samuel Theis
Palma d’Oro alla miglior interpretazione maschile: Timothy Spall per Mr. Turner di Mike Leigh
Palma d’Oro alla miglior interpretazione femminile: Julianne Moore per Maps to The Stars di David Cronenberg
Premio per la miglior sceneggiatura: Leviathan di Andrei Zvyagintsev
Gran Premio della Giuria: Mommy di Xavier Dolan; ex-aequo con Adieu au langage di Jean-Luc Godard 
Premio per la miglior regia: Bennett Miller per Foxcatcher
Grand Prix: Le meraviglie di Alice Rohrwacher 
Palma d’Oro: Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: News

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CANNES E DINTORNI - Un benefattore salva la rassegna

24/4/2014

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In questo paese ormai totalmente disastrato dal punto di vista culturale (e non solo), ogni tanto per fortuna capita che possa anche arrivare una notizia tanto sorprendente quanto positiva.
Soltanto pochi giorni fa l'Agis aveva infatti annunciato la cancellazione della tradizionale rassegna "Cannes e Dintorni" a Milano, un evento grazie al quale da 18 anni gli spettatori lombardi potevano assistere a molti titoli presentati sulla Croisette, alcuni con svariati mesi di anticipo rispetto all'uscita nei cinema, e altri per la prima e unica volta, a causa della successiva mancata distribuzione. 
La comunicazione, spiegata dal fatto che "la Provincia, ente che aveva sostenuto la rassegna sin dalla sua nascita nel 1996, è in dismissione, mentre i partner privati, vista la contrazione degli investimenti, non riescono più a coprire le spese per l'organizzazione dell'iniziativa", era stata accolta ovviamente con tristezza e tanta delusione dagli affezionati spettatori della rassegna. Ma oggi all'ìmprovviso qualcosa è cambiato, nel momento in cui un imprenditore del settore dello spettacolo, esprimendo la volontà di restare nell'anonimato, ha contatto l'Agis dicendosi disponibile a pagare le spese non coperte dall'incasso derivante dalla vendita dei biglietti.
A quanto pare dunque "Cannes e Dintorni" si farà. I cinefili non possono che ringraziare di cuore il misterioso benefattore.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News

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CANNES 67 - Il programma ufficiale: nomi e riflessioni

18/4/2014

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Il Festival di Cannes ha rivelato ieri mattina il cartellone della 67esima edizione (14-25 Maggio), tra vecchie e consolidate certezze e pochissime ansie di novità. Se c’è un leitmotiv nella selezione della prossima edizione è infatti proprio la continuità col passato, la fedeltà a un novero di nomi spesso coccolato e negli anni puntualmente riproposto. In quest’ottica vanno considerati i Ken Loach, i Dardenne, i Bonello, i Nuri Bilge Ceylan, gli Assayas. Registi affezionati al più importante cine-concorso del mondo tanto da esserne parte integrante, verrebbe da dire sempre e comunque, in fisiologica alternanza con altri autori altrettanto fedeli (a seconda di chi ha un film pronto e chi no). 
Quest’anno poi la tendenza conservativa è sottolineata in modo macroscopico dalla presenza di Jean-Luc Godard, che ultraottantenne porta in Concorso un’opera di soli settanta minuti dal titolo già in partenza forte e provocatorio: Adieu au Language. Può sembrare la punta dell’iceberg di una coerente linea di condotta all’insegna della restaurazione, ma a onor del vero va detto che lo storico regista francese ha continuato in questi anni a usare il cinema come strumento da piegare e manipolare per indagare la molteplicità del presente e del reale. Magari con esiti (oggi) meno rilevanti e con soluzioni visive e formali che di questi tempi suonano sorpassate, ma con vitalità instancabile e mai doma. 
Cannes, invece, preferisce adagiarsi su se stessa, appagata dal suo status di festival più importante del globo. Si tratta, dopotutto, di una rassegna che si è rafforzata proprio nella ripetizione ostinata di un modello costante. Gonfierà pure sempre gli stessi muscoli, ma non è vuota ostentazione di muffa, non è body building fine a se stesso: Cannes, sotto la guida di un Thierry Fremaux alla sua ultima edizione, ormai pronto a lasciare e quindi ben attento a sparare in cielo i suoi ultimi fuochi, di fatto raccoglie quasi sempre il meglio. E in questa consapevole superiorità non ha timore di irrigidirsi, di fissarsi su un piedistallo. Anzi, è proprio quest’ultima una delle sue pose preferite, in attesa del passaggio di testimone a Pierre Lescure e degli scenari più o meno rinnovati che esso sarà in grado di suggerire. 
Oltre agli autori già citati, per tutti i titoli del Concorso l’attesa è sempre altissima: dal nuovo film di David Cronenberg Maps to the Stars, con Mia Wasikowska, Julianne Moore e Robert Pattinson, al nuovo film del talentuoso e instancabile Xavier Dolan, Mommy, definito da Fremaux un’opera “audace, barocca”, passando per Mike Leigh e Tommy Lee Jones. Il primo presenta un film dedicato al pittore William Turner, intitolato Mr. Turner, che diventa seduta stante uno dei capisaldi del Concorso: il regista inglese non è un autore estremamente prolifico ma fa sempre film sentiti e ispirati, non di rado baciati dalla meraviglia. Il suo ultimo Another Year ne era la riprova. L’attore premio Oscar ha invece realizzato un altro western che, come il suo precedente, bellissimo film da regista, Le tre sepolture, non dovrebbe mancare di ragioni d’interesse. 
A rappresentare l’Italia in Concorso ci sarà invece Alice Rohrwacher, uno dei pochi nomi nuovi nella selezione ufficiale, con la sua opera seconda, Le meraviglie. Dopo il sorprendente Corpo celeste, presentato tre anni fa alla Quinzaine des Réalisateurs, è lecito riporre grandi aspettative in una giovane autrice che ha già dimostrato con un solo film una forza di sguardo poetica e originale. Il suo lavoro era dato dai bene informati alla Quinzaine anche quest’anno, ma alla fine, spiazzando un po’ tutti, è riuscito a imporsi in Concorso. Era data invece in Concorso da qualcuno Asia Argento col suo nuovo film da regista Incompresa, con Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg nel cast, definito da Fremaux “molto personale”. Alla fine le è toccato il prestigioso Un Certain Regard, dove se la vedrà, tra gli altri, con Mathieu Amalric, Lisandro Alonso, Wim Wenders, Jessica Hausner e con l’esordio alla regia di Ryan Gosling. 
Per via delle elezioni europee che si svolgeranno il 25 maggio, la cerimonia di premiazione che vedrà la consegna della Palma d’oro e degli altri premi collaterali è stata anticipata quest’anno al 24 maggio. Il 23 maggio invece è stata scelta come data di premiazione per sezione Un Certain Regard. A presiedere la Giuria è stata chiamata la regista neozelandese Jane Campion, vincitrice della Palma d’Oro nel 1993 con Lezioni di piano. 

A seguire, ecco l’elenco completo di tutti i titoli della selezione ufficiale.

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: News


CONCORSO

"Adieu au langage" (Jean-Luc Godard)
"The Captive" (Atom Egoyan)
"Clouds of Sils Maria" (Olivier Assayas)
"Foxcatcher" (Bennett Miller)
"The Homesman" (Tommy Lee Jones)
"Jimmy’s Hall" (Ken Loach)
"Le Meraviglie" (Alice Rohrwacher)
"Maps to the Stars" (David Cronenberg)
"Mommy" (Xavier Dolan)
"Mr. Turner" (Mike Leigh)
"Saint Laurent" (Bertrand Bonello)
"The Search" (Michel Hazanavicius)
"Still the Water" (Naomi Kawase)
"Two Days, One Night" (Jean-Pierre and Luc Dardenne)
"Wild Tales" (Damian Szifron)
"Winter Sleep" (Nuri Bilge Ceylan)

FUORI CONCORSO

"Coming Home" (Zhang Yimou)
"How to Train Your Dragon 2" (Dean DeBlois)
"Les Gens du Monde" (Yves Jeuland)

FILM D’APERTURA

"Grace di Monaco" (Olivier Dahan)

UN CERTAIN REGARD

OPENER: "Party Girl" (Marie Amachoukeli-Barsacq, Claire Burger, Samuel Theis)
"Amour fou" (Jessica Hausner)
"Bird People" (Pascale Ferran)
"The Blue Room" (Mathieu Amalric)
"Charlie’s Country" (Rolf de Heer)
"Dohee-ya" (July Jung)
"Eleanor Rigby" (Ned Benson)
"Fantasia" (Wang Chao)
"Harcheck mi headro" (Keren Yedaya)
"Hermosa juventud" (Jaime Rosales)
"Incompresa" (Asia Argento)
"Jauja" (Lisandro Alonso)
"Lost River" (Ryan Gosling)
"Run" (Philippe Lacote)
"The Salt of the Earth" (Wim Wenders and Juliano Ribeiro Salgado)
"Snow in Paradise" (Andrew Hulme)
"Titli" (Kanu Behl)
"Tourist" (Ruben Ostlund)

PROIEZIONI DI MEZZANOTTE

"The Rover" (David Michod)
"The Salvation" (Kristian Levring)
"The Target" (Yoon Hong-seung)

SPECIAL SCREENINGS

"The Bridges of Sarajevo" (various directors)
"Eau argentee" (Mohammed Ossama)
"Maidan" (Sergei Loznitsa)
"Red Army" (Polsky Gabe)
"Caricaturistes – Fantassins de la democratie" (Stephanie Valloatto)

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CANNES 67 - Mastroianni sul poster del festival

15/4/2014

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Il poster dell'edizione 2014 del Festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio, rende omaggio al grande Marcello Mastroianni, con una sua immagine tratta dal capolavoro felliniano Otto e Mezzo. Un'idea sviluppata davvero molto bene dagli autori, Hervé Chigioni e Gilles Frappier, i quali hanno dichiarato: "il suo sguardo al di sopra gli occhiali neri ci rende complici di una promessa di gioia cinematografica mondiale, la gioia di vivere insieme il festival di Cannes". 
Molto orgogliosa la figlia di Marcello, la bravissima Chiara Mastroianni, che ha commentato: "trovo il poster bellissimo e moderno, oltre che ironico ed elegantemente distaccato, proprio come era lui".

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News

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AUTUNNO-INVERNO 2013 - I film che vedremo

3/7/2013

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In questi giorni si è svolta a Riccione la terza edizione di Ciné - Giornate estive del cinema, con workshop e convention utili per presentare il programma relativo alle uscite in sala dei prossimi mesi per quanto concerne i principali distributori italiani.
Dando un occhio ai listini, e concentrandoci sui titoli di sicuro o presumibile interesse per la nostra linea editoriale, la parte del leone può essere attribuita alla Lucky Red. La società di Andrea Occhipinti, ormai indiscussa leader nostrana per il cinema d'autore, porterà infatti al cinema alcuni dei migliori film appena visti al Festival di Cannes, a iniziare dalla Palma d'Oro La vie d'Adèle, la cui uscita è prevista nella seconda metà di ottobre, per poi proseguire con Inside L. Davis dei Coen (19 dicembre) e Nebraska di Alexander Payne (20 febbraio). Per l'autunno e l'inverno il programma Lucky Red prevede anche, tra gli altri, Bling Ring di Sofia Coppola (19 settembre), Gloria del cileno Sebastian Leilo (10 ottobre), il biopic su Grace Kelly Grace di Monaco (con Nicole Kidman, 13 marzo) e Philomena di Stephen Frears (con Judi Dench, 23 gennaio).
Sempre per quanto riguarda Cannes, molti dei film dell'edizione 2013 sono stati (per fortuna) acquistati dalla BIM, che distribuirà in sala, con date ancora da definire, Le passé di Farhadi, The Immigrant di James Gray, Jeune et Jolie di Ozon e Like Father Like Son di Kore-eda.
Non male anche il listino di 01 Distribution, nel quale possiamo evidenziare Rush di Ron Howard (19 settembre), The Wolf of Wall Street di Scorsese (a Natale), l'attesissimo Venere in pelliccia di Roman Polanski (con la splendida Emmanuelle Seigner, nella foto in alto a sinistra, in sala dal 14 novembre), e tanti autori italiani, da Gianni Amelio (L'intrepido, dal 5 settembre) a Daniele Luchetti (Anni felici), da Carlo Mazzacurati (La regina delle nevi) al nuovo di Nanni Moretti, ancora senza titolo ufficiale.
Più scarno, almeno per quanto ci riguarda, il listino degli altri distributori. Qualcosa di interessante arriva tramite Videa, che riproporrà al cinema in 3D L'ultimo imperatore di Bertolucci e porterà in sala anche The Butler, con Forest Whitaker nei panni di un maggiordomo della Casa Bianca che servì 8 diversi Presidenti, mentre come di consueto la Universal si dedicherà quasi esclusivamente ai blockbuster, con qualche (parziale) eccezione, come il remake di Old Boy diretto da Spike Lee, al cinema dal 14 ottobre.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: News

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CANNES 2013 - La vie d'Adèle, il trionfo di Kechiche

26/5/2013

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Un trionfo annunciato, una vittoria che una volta tanto ha messo d'accordo (quasi) tutti. Questa mattina gli articoli degli inviati a Cannes decantavano il plebiscito che ha accompagnato La vie d'Adèle, di Abdellatif Kechiche, toccante storia d'amore lunga tre ore ed ebbra di fascino e lirismo drammaturgico: un coro unanime di consensi, al quale Spielberg e gli altri membri della giuria non hanno potuto e voluto sottrarsi. 
Una Palma d'Oro probabilmente sacrosanta, accompagnata da una standing ovation di tutta la sala al momento dell'annuncio, e dalle parole dello stesso autore, che ha voluto ricordare l'importanza del concetto di libertà, con riferimento anche e soprattutto alla sua Tunisia. Sul palco, insieme a lui, Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, delicate Muse e assolute protagoniste di un film che, con ogni probabilità, si conquisterà un posto tra i capolavori del 2013. 
In Francia uscirà nei cinema a ottobre, in Italia lo vedremo (si spera) subito dopo, distribuito da Lucky Red. Intanto, per il regista dei bellissimi La schivata, Cous Cous e Venere Nera, un successo netto e forse, per una volta, indiscutibile.

Alessio Gradogna

E Kechiche fu. A coronamento della sessantaseiesima edizione del festival di Cannes la Palma d’Oro va proprio al regista tunisino di Cous Cous e al suo La vie d’Adèle , uno tra i maggiori favoriti della vigilia e di sicuro uno dei film più apprezzati in assoluto della kermesse. Una scelta ottimale da parte di una giuria eccellente, che ha dato vita a uno di quei palmarès che alla fine di un festival si vorrebbero leggere sempre, praticamente senza sbavature e contraddistinto da un auspicabile equilibrio generale, dalle caselle giuste riempite nel modo giusto. “Un omaggio ai modi diversi di intendere il cinema”, per il presidente di giuria Steven Spielberg, un capoclasse sicuro e con le redini salde. "Su noi alcuna pressione, per dieci giorni non ho neppure aperto l'iPad. Tutti concordi sui tre premi maggiori". 
Un premio che riempie il cuore di gioia anche per la natura del titolo premiato, che rischia di incappare in una censura non indifferente per via delle molte scene di amore lesbico presenti. Una carnalità che però chi ha visto il film asserisce essere pudica, lieve, accorata, così vera e sentita da risultare solo sacrale e amorevole e mai volgare e accanita nonostante la lunghezza sconfinata di certe scene d’amore. "Questo film vorrei lo vedessero ovunque" , ha sentenziato Spielberg. Un riconoscimento che è anche delle due interpreti, belle e commoventi da star male. Il film è anche una loro creatura, plasmata direttamente sui loro corpi, sull’unione fortissima di due attrici ancor prima che di due personaggi
Il premio di miglior attrice è andato a Berenice Bejo per The Past di Asghar Farhadi. La Bejo, commossa e spiazzata e con accanto il compagno e regista premio Oscar Michel Hazanavicius, ha poi chiamato sul palco anche il suo regista tributandogli platealmente la dovuta gratitudine. Una scelta condivisibile anch’essa, visto che le due interpreti de La vie d’Adele non potevano essere premiate data la parallela vittoria della Palma d’Oro da parte del film. Miglior attore è il Bruce Dern di Nebraska, gran vecchia colonna: una Palma senz’altro nelle corde di Spielberg date le corde nostalgiche del film e del personaggio e la sua voglia candida e inattaccabile di continuare a seguire la sua personale fetta di sogno americano, anche se è un sogno rabberciato. 
Il premio della giuria va a Like father, like son di Kore-Eda, anch’esso film apprezzatissimo, e non può che suscitare un'immane gioia cinefila il Grand Prix ai fratelli Coen, una scelta deliziosa, che regala ai fratelli di Minneapolis un ulteriore riconoscimento in quel di Cannes che va ad impreziosire il loro già sconfinato bottino di premi internazionali. Jia Zhangke trionfa per la sceneggiatura, mentre è un po’ a sorpresa il messicano Heli ad aggiudicarsi il premio per la miglior regia. Del film, passato il primo giorno, si era parlato poco o nulla, più per la scena dei genitali dati alle fiamme che per altro. Un altro lavoro messicano a vincere lo stesso premio dopo il Post Tenebras Lux di Reygadas l’anno scorso. Un’altra opera presumibilmente eremitica ed estrema per stile registico anche se molto diversa dalla visione metafisica dell’autore di Battaglia nel cielo, per un premio che sta diventando sempre più un riconoscimento al radicale e rupestre coraggio di chi osa e forza i limiti di una regia classica e composta.
La sensazione è comunque quella di un palmarès oculato e calibrato, sicuramente più meritevole di lode rispetto a quello morettiano dell’anno scorso che aveva distillato qua e là qualche scelta discutibile. Molta stampa generalista si concentrerà ovviamente solo sull’assenza dal palmarès de La Grande Bellezza di Sorrentino, perché in fondo che importanza può mai avere parlare e promuovere il bel cinema deponendo l’ascia delle polemiche inutili, partitiche e pseudopatriottiche? Figuriamoci, fare autentica e appassionata promozione culturale sui film non interessa più a nessuno, quindi meglio rintanarsi nella solita litania dell’Italia a bocca asciutta. In quell’Italia che poi i premi li vince anche, con (il Grand Prix a Garrone l’anno scorso)  o senza (Cesare non deve morire dei Taviani a Berlino) personalità italiane in giuria, non è in fondo lecito aspettarsi che si dica poi molto altro. Dopotutto, parliamo sempre di un paese che a Venezia dà puntualmente addosso al film italiano malcapitato di turno in modo greve e discutibile, in cui se non si riduce tutto alla contesa tra tifoserie e al campanilismo becero che non è in grado di guardare oltre il proprio naso non si è contenti. Se un grandissimo regista come Sorrentino, uno dei migliori del nostro panorama nazionale e uno dei più grandi in Europa, non viene premiato per quello che tra l’altro non è neanche il suo film migliore né tantomeno un capolavoro irreprensibile, insomma, non è una tragedia.
In chiusura, chapeau a una cerimonia di chiusura tosta, rapida, secca, di gran classe e stringatezza. Da prendere ad esempio anche altrove. Vive Cannes, vive Kechiche.

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: News


PALMARES COMPLETO

Palma d’Oro al miglior film: La vie d’Adele, di Abdellatif Kechiche
Grand Prix Speciale della Giuria: Inside Llewyn Davis, di Joel & Ethan Coen
Prix d’interprétation féminine (migliore attrice): Berenice Bejo, per The Past
Prix d’interprétation masculine (miglior attore): Bruce Dern, per Nebraska 
Prix de la mise en scène (miglior regista): Amat Escalante, per Heli
Prix du scénario (miglior sceneggiatore): Jia Zhang-ke, per Touch of Sin
Premio della giuria: Like father, like Son, di Kore-Eda Hirokazu 
Camera d’Or (miglior opera prima di tutte le sezioni): Ilo Ilo, di Anthony Chen
Palma d’oro al miglior cortometraggio: Safe di Moon Byoung-Gon

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CANNES 2013 - I vampiri di Jarmusch in concorso

27/4/2013

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Cannes rimpolpa ulteriormente il suo già ghiotto programma: arrivano infatti nuovi film alla 66/a edizione del Festival di Cannes tra cui, in competizione, Only Lovers Left Alive, storia di vampiri firmata da Jim Jarmusch con nel cast Tilda Swinton e Tom Hiddleston. 
Naturalmente c’è grande attesa per un titolo che pone uno dei temi letterari e cinematografici più abusati ma anche più ridicolizzati degli ultimi anni nelle mani di uno degli autori più originali e atipici del cinema americano contemporaneo. E’ lecito aspettarsi qualcosa di peculiare e originalissimo, conoscendo Jarmusch e il suo stile inimitabile, e c’è da scommettere che si tratterà di una boccata d’aria non indifferente per l’iconografia vampiresca dei nostri tempi. 
Fuori competizione ci sarà invece Le dernier des injustes di Claude Lanzmann, mentre nelle sezione Un certain Regard arriveranno My Sweet Pepperland di Hiner Saleem oltre a Tore Tantz di Katrin Gebbe (opera prima) e Wakolda di Lucia Puenzo, questi ultimi due a lungo in predicato per essere inclusi nel concorso principale. 

Davide Eustachio Stanzione

Sezione di riferimento: News

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