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NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENO - Il futuro a colori

8/5/2013

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No. Un no carico di potenza, coraggio, speranza. Un no che significa libertà. È con questo messaggio che il promettente regista cileno Pablo Larrain chiude la sua trilogia sulla dittatura di Pinochet dopo i precedenti Tony Manero (2008) e Post Mortem (2010). Questa è una storia epica, la storia di un trionfo. Il mio film racconta come i cileni abbiano sconfitto un dittatore, probabilmente uno dei più grandi bastardi che la storia dell’umanità possa annoverare. Il regista presenta con queste parole il suo lavoro, vincitore della Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2012 e presente nella cinquina finale dei migliori film stranieri agli Oscar 2013.
Se con Tony Manero Larrain portò sullo schermo lo svuotamento morale della popolazione cilena causato dagli orrori della dittatura di Pinochet, e con Post Mortem, ambientato durante il colpo di stato, firmò forse il film più duro della trilogia, con No ne racconta la conclusione: una fine carica di speranza, e al tempo stesso un nuovo inizio.
Siamo nel 1988 e il Cile, grazie soprattutto alle pressioni internazionali sempre più insistenti, ha la possibilità di decidere con un Referendum se far proseguire o meno la dittatura del generale Pinochet. Il partito di opposizione, il partito del NO, ha per la prima volta a disposizione uno spazio pubblicitario di 15 minuti, per 27 giorni, per poter mostrare in televisione la propria campagna e convincere un’intera popolazione di come la vita possa essere migliore. La campagna viene affidata al giovane e innovativo pubblicitario René Saavedra, interpretato da un magnifico e intenso Gael Garcia Bernal. René ha l’intelligenza di comprendere che mostrare l’orrore della dittatura non è la chiave del successo. I continui riferimenti alla dittatura, con i suoi desaparecidos, le terribili torture e i violenti scontri, non possono bastare per convincere il popolo a votare NO. Il suo obiettivo è quello di proporre ai cileni un futuro diverso, e far loro toccare con lo sguardo un’esistenza ricca di speranza e felicità. Lo scopo è raggiungibile grazie al nuovo linguaggio pubblicitario che il giovane creativo ha imparato a conoscere e a valorizzare, un linguaggio tipico degli spot nord americani, nei quali le persone non hanno preoccupazioni e si divertono bevendo la bibita più cool del momento. Renè e il suo team, in attesa di un “aiuto divino”, riusciranno a creare una campagna così originale e rivoluzionaria da far cadere il generale Pinochet, e offriranno a un paese allo stremo e svuotato di qualsiasi emozione un nuovo avvenire.
Una delle numerose qualità del regista cileno, oltre alla grande capacità di racconto, è sicuramente l'intelligenza nel costruire i personaggi. La scelta di Gael Garcia Bernal è semplicemente perfetta: l’attore messicano regala infatti, come il resto del cast, un’interpretazione sublime, bucando lo schermo senza mai essere prima donna. Grazie all’ottima sceneggiatura non solo il personaggio di René offre linfa vitale alla campagna pubblicitaria permettendoci di viverla dall’interno, ma il racconto consente anche di entrare in contatto con un uomo a cui ci possiamo realmente sentire vicini. La sua vita privata è presentata quasi in punta di piedi, con delicatezza: il figlio con cui condivide l’eccitazione per invenzioni moderne come il microonde, una ex-moglie che lo accusa di supportare il regime prendendo parte alla farsa del referendum, i momenti solitari che trascorre con il suo skateboard e con le sue idee così moderne e intelligenti. Con questi piccoli ma singificativi elementi Larrain regala allo spettatore la possibilità di sentire il personaggio in maniera molto intima.
Il giovane autore ha anche il merito di essere riuscito in qualcosa in cui la gran parte dei suoi colleghi più esperti fallisce: unire con efficacia le immagini di fiction a quelle di repertorio. Il passaggio è quasi del tutto impercettibile grazie all’utilizzo di una telecamera dell’epoca, l’U-matic, che ci consente di vivere e respirare gli anni Ottanta appieno, senza filtri, toccandone i colori. Lo studio dell’immagine arricchisce di ulteriore valore un film che non solo racconta la tragica storia di un paese in chiave assolutamente rivoluzionaria, ma si dimostra anche un alto esperimento tecnico e stilistico. 
Con la conclusione della sua trilogia Pablo Larrain riesce quindi a confezionare un’opera in cui politica, storia, nuovi linguaggi e personaggi che entrano sotto la pelle si fondono fino a creare un gioiello da vedere e rivedere. Perché ogni  volta è una nuova scoperta. 

Eva Sampietro

Sezione di riferimento: Film al cinema


Scheda tecnica

Titolo originale: No
Anno: 2012
Regia: Pablo Larrain
Sceneggiatura: Pedro Peirano (Basato sul libro di Antonio Skarmeta El plebiscito)
Fotografia: Sergio Armstrong
Musiche:Carlos Cabezas
Durata: 118’
Interpreti principali:Gael Garcia Bernal, Aldrefo Castro, Luis Gnecco, Néstor Cantillana, Antonia Zegers
Uscita italiana: 9 maggio 2013

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