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MEDUSE - Una fiaba contemporanea

25/8/2016

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Foto
​Nella Tel Aviv contemporanea Batya (Sara Adler) fa la cameriera in un'agenzia che organizza catering per matrimoni. Il suo datore di lavoro, dispotico e maleducato, la riprende spesso e in malo modo. Keren (Noa Knoller) è invece la sposa sfortunata che si rompe la gamba durante il banchetto di nozze dove Batya presta servizio. La ragazza deve così rinunciare alla luna di miele ai Carabi per soggiornare con il marito Michael (Gera Sandler) in un mediocre hotel in città. Infine, Joy (Ma-nenita De Latorre) è una migrante filippina che si occupa di un'anziana inferma e scorbutica, che le parla soltanto nella sua lingua o in tedesco (idiomi che Joy non comprende, dato che ha studiato l'inglese). 
​
Le vite delle tre donne si sfiorano e si intrecciano per puro caso, grazie anche a una serie di personaggi femminili che ruota attorno alle loro esistenze. Incontriamo dunque la scrittrice con tendenze suicide che scambia la propria suite con la stanza rumorosa e sporca di Keren e Michael; la madre di Batya, famosa promotrice di eventi per la raccolta di fondi, il cui poster campeggia accanto alla cabina telefonica dalla quale Joy chiama il suo bambino nelle Filippine; e ancora: Galia (Ilanit Ben-Yaakov), la figlia della vecchia inferma, attrice di teatro contemporaneo, che detesta l'arrogante genitrice; la misteriosa ragazzina dai capelli rossi (Nikol Leidman), un personaggio che pare appena uscito da un anime di Hayao Miyazaki, che Batya incontra in riva al mare e che la segue ovunque per poi sparire nel nulla; e, per concludere, la fotografa dei banchetti di nozze, che aiuta la collega cameriera a cercare la strana creatura scomparsa senza alcun motivo. 
​
Meduse, Caméra d'Or a Cannes nel 2007 e opera prima dello scrittore israeliano Etgar Keret, diretto a due mani con la moglie Shira Geffen (che ha curato la sceneggiatura), è un delizioso collage di storie che spesso sconfinano nel surreale, una fiaba contemporanea narrata con toni lievi anche in presenza di un colpo di scena. Quando l'obiettivo inquadra con delicatezza i volti delle davvero splendide attrici, ciò che i loro sguardi comunicano vale più di mille battute; una pura poesia che emoziona lo spettatore. 
Se Tel Aviv rimane fissa sullo sfondo e non diventa mai vera protagonista, il mare sembra essere al contrario l'elemento che crea un legame tra le tre donne, meduse che si muovono senza poter effettivamente controllare il proprio destino. Il senso di spaesamento (e di solitudine) si percepisce infatti nell'arco dell'intero film, che si conclude con un (lieto) fine in bilico tra realtà e fantasia. 
Al pubblico non resta così che lasciarsi cullare dalle immagini, prestando ascolto alle parole della lettera iniziata da Keren e terminata dalla scrittrice suicida: “Una nave dentro a una bottiglia non potrà affondare mai. Nel ricoprirsi di polvere, è carina da guardare mentre naviga nel vetro. Nessuno è tanto piccolo da poterci salire, nessuno sa dov'è diretta. Il vento non può gonfiare le sue vele: non ha vele. Solo lo scafo come un vestito e sotto... meduse. La sua bocca è asciutta, nonostante sia circondata dall'acqua. Lei beve dal profondo degli occhi, che non chiude mai. Morirà senza far rumore, non si infrangerà sugli scogli. Lei rimarrà ferma... e orgogliosa. E se non hai baciato lei mentre andavi via, amore mio, se puoi bacia me quando ritorni”.
Il significato di Meduse sta tutto qui.

In onda su Rai Movie, domenica 28 agosto ore 09.30.

Serena Casagrande

Sezione di riferimento: Film in Tv


Scheda tecnica 

Titolo originale: Meduzot
Anno: 2007
Regia: Etgar Keret, Shira Geffen
Sceneggiatura: Shira Geffen
Fotografia: Antoine Héberlé
Montaggio: Sasha Franklin, François Gédigier 
Musica: Grégoire Hetzel, Christopher Bowen
Durata: 78'
Interpreti principali: Sara Adler, Nikol Leidman, Noa Knoller, Gera Sandler, Ma-nenita De Latorre, Bruria Albeck

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