ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

BIOGRAFILM 11 - Garnet's Gold, di Ed Perkins

9/6/2015

0 Commenti

 
Picture
Esistono vincitori del cuore. Film che per qualche ragione guardiamo e scegliamo come “il più bello in assoluto” ancora prima di aver visto i rimanenti. C’è in alcune opere una vibrazione particolare che sembra destinata espressamente a noi, come se il regista ci chiamasse per nome e dicesse “questo l’ho pensato per te”.
Negli scorsi giorni, all’interno dell’undicesima edizione del Biografilm Festival, Garnet Frost ha fatto capolino sullo schermo con i suoi lineamenti duri e la sigaretta in bocca, rendendosi indimenticabile. Il film è Garnet’s Gold e il regista è il giovane e talentuosissimo Ed Perkins, la cui purezza dello sguardo incanta e commuove. A raccontare di lui è Simon Chinn, produttore del film intervistato da Michela Gallio, che ci spiega come a volte “fare un film sia più bello del film stesso”. Ricorda quel Sugarman che ha cambiato il panorama distributivo dei documentari, parla di Frost come di un eccentrico personaggio dei quartieri meridionali di Londra conosciuto anni prima, e del regista Ed Perkins racconta la grande sfida: filmare quasi tutto da solo, senza assistente, con una videocamera DSLR, occupandosi autonomamente dell’audio.

Il film ha inizio con fotogrammi gelidi dell’inverno alternati alla voce calda di un uomo che fuma; così ci è dato il permesso di entrare in punta di piedi nella quasi vita di Garnet Frost. Cinquantotto anni e boccale di birra in mano, fa le ore piccole al pub fra canti e schiamazzi ma torna ogni sera a una vita dove il silenzio regna sovrano. Vive lì, in quello che lui stesso chiama limbo, la casa dove si occupa della madre anziana costretta a letto. I due sono complici e fantasiosi, affettuosi a modo loro: la madre ha scritto filastrocche per l’infanzia in passato e ora ne cita i versi sorridendo in camera con due occhietti chiarissimi e vispi, pieni di ilarità bambina.
Garnet passa la vita immerso fra “progetti dal grande potenziale, senza guadagnare un penny”. Una lunga, folgorante, insolita carriera in quelle che definisce le “cose avventurose”, come imparare tutti i trucchi del grande Houdini o percorrere il deserto del Sinai. Ogni trovata di Garnet è fuori dal comune e ogni avventura ha una caratteristica: non arrivare mai a completamento. Garnet Frost è il donchisciottesco collezionista delle quasi cose; passa anni a studiare nuove missioni, le intraprende, si ferma, torna a casa da sua madre. Gli amici di sempre lo sanno e lo appoggiano senza discutere, fra grandi quesiti dolorosi come “Cosa è passato realmente nella sua testa in questi anni? Cosa è rimasto dei suoi sogni?”.
Garnet non pretende di essere diverso da ciò che è, ed è perennemente alla ricerca di qualcosa. Come l’amore di una donna, quell’amore che non arriva mai per uno che “non può permettersi un mutuo”. Così lui smette di sorridere, accende la sigaretta e parla con noi senza giri di parole: “Mi sembra di essere rimasto addormentato aspettando qualcosa che non è mai arrivato”, dice. Le tasche vuote, il sorriso triste, i progetti scritti a matita, il suo laboratorio che rigurgita invenzioni e fogli appallottolati, il senso di attaccamento verso quella mamma anziana che è tutta la sua famiglia ma al contempo lo lega a una vita di devozione e pazienza. Quasi libero, Garnet Frost. Quasi felice e quasi realizzato, pieno di entusiasmo per le sue quasi cose, ma condannato alle stesse.
E poi la fiaba, la leggenda, il mito, un racconto da coperta calda in una notte d’inverno, da focolare per i visi dei bambini seduti in cerchio: Garnet Frost, vent’anni prima, si è perso nelle Highlands scozzesi e ha fatto uno strano incontro, ha visto la morte. Durante una tempesta ha cercato riparo nei pressi di un ruscello e quando ormai si era rassegnato a morire in quello sperduto angolo di Europa tutto rocce, acqua ed erba folta, ha trovato un bastone dalla forma bizzarra. Era piantato nella sponda rocciosa del ruscello ed è con quel bastone che Garnet Frost è tornato a casa. Il bastone di Gulvain, come lui ama definirlo, quello che secondo la leggenda segna il luogo segreto in cui nel 1746 vennero sepolte quattromila monete d’oro. Verità o fiaba? Da un lato ci sono i testi della biblioteca che raccontano la guerra di Carlo Edoardo Stuart, testi che Garnet ha studiato per anni trovando incredibili corrispondenze con la propria teoria del tesoro. Dall’altro ci sono le inevitabili risate degli scozzesi che sono cresciuti fra queste storielle e non vi danno peso. Per Garnet questa è una quasi missione più dolorosa di ogni altra: tornare lì dove la sua quasi vita stava per finire a cercare il tesoro dimenticato, o forse l’uomo che è rimasto nel ruscello a sognare.
Un lungo, ipnotico, potentissimo momento di poesia. Spazi sconfinati, immortali, distese di silenzio e nebbia; un oceano d’erba fresca che sfiora i colori cupi e chiarissimi del cielo, montagne conficcate nel nulla a guardare le nuvole, pioggia scrosciante sulle spalle nude; il freddo del mattino, la tempesta gentile di rosa, azzurro e rame del tramonto. E Garnet Frost, vent’anni dopo la sua quasi scoperta, che cammina sulle gambe appesantite ma mai stanche tornando al ruscello che le mappe non segnano, perdendosi ancora una volta nel luogo che l’ha rapito.
Un film che trasuda passione, dolcezza, talento visionario, la ricerca di quella polvere d’oro che forse non è sepolta nel luogo più remoto del mondo, ma è vicina e brillante sul volto di chi ci ama, nonostante tante, strane, irragionevoli quasi caratteristiche.
La cosa certa è che, dopo questo film, troverete l’oro di Garnet. E non lo dimenticherete più.

Maria Silvia Avanzato

Sezione di riferimento: Festival Report


Scheda tecnica

Regia e sceneggiatura: Ed Perkins
Musiche: J. Ralph
Montaggio: Paul Carlin
Fotografia: Ed Perkins
Anno: 2014
Durata: 75'

0 Commenti


    FESTIVAL

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutto
    Abel Ferrara
    Aki Kaurismaki
    Alberto Signetto
    Alex De La Iglesia
    Alfred Hitchcock
    Almas En Juego
    Amnesia
    Amy Winehouse
    Anderswo
    Anna Karina
    Ariane Ascaride
    Ariane Labed
    Bergamo Film Meeting
    Biografilm Festival
    Buster Keaton
    Chaika
    Charlie Chaplin
    Chroniques D'une Cour De Récré
    Cinema Erotico
    Cinema Francese
    Cinemambiente
    Cinema Muto
    Cinema Ritrovato
    Cord
    Courmayeur Noir Festival
    Crying Fist
    Dakota Fanning
    Deep Dark
    Die Saat
    Dirk Bogarde
    Documentari
    Dylan Thomas
    Edgar Reitz
    Elijah Wood
    Erik Gandini
    Fabrizio De André
    Femen
    Festival Cinema Africano
    Festival Del Cinema Europeo
    Festival Di Cannes
    Festival Di Venezia
    Festival Reportage
    Finding Vivian Maier
    Fish & Chips Festival
    France Odeon
    Fritz Lang
    Garnet's Gold
    Giornate Del Cinema Muto
    Go Forth
    Grey Gardens
    Ingrid Bergman
    In Uno Stato Libero
    Io Danzerò
    Iris
    I Segreti Di Kabiria
    It Is Not Over Yet
    Jalanan
    Jean Renoir
    Jean Vigo
    Jesse Eisenberg
    John Barrymore
    Joseph Cotten
    Julianne Moore
    Kelly Reichardt
    Korea Film Fest
    Kristen Stewart
    Lab 80
    La Californie
    La Dune
    Léa Seydoux
    Leave To Remain
    Linsday Lohan
    Living
    Love Hard
    Love Hotel
    Lucca Film Festival
    Lucia Puenzo
    Madonna
    Marie Heurtin
    Marlon Brando
    Mathieu Amalric
    Milos Forman
    Modris
    Monica Guerritore
    Montage
    Naciye
    New World
    Niels Arestrup
    Night Moves
    Oliver Stone
    On The Job
    Orlando Festival
    Orson Welles
    Os Maias
    Parasol
    Parfums D'Alger
    Paul Schrader
    Penelope Cruz
    Porno E Libertà
    Ravenna Nightmare Festival
    Rendez-vous
    Robert Guediguian
    Robin Williams
    Ruta De La Luna
    Sacro Gra
    Schnick Schnack Schnuck
    Sguardi Altrove Festival
    Sicilia Queer Filmfest
    Silmatera
    Sion Sono
    Solveig Anspach
    Sophia Loren
    Steven Knight
    Still Alice
    Stray Dogs
    The Canyons
    The Music Of Strangers
    The Sailor
    Toby Jones
    Tokyo Idols
    Torino Film Festival
    Torino Film Lab
    Torino Glbt Festival
    Torino Underground Cine Fest
    Toz Bezi
    Tsai Ming Liang
    Valeria Golino
    Valérie Donzelli
    Victor Fleming
    Vincent Rottiers
    Vittorio De Sica
    Wakolda
    Walking With Red Rhino
    Willem Dafoe
    Xavier Dolan
    Zomer - Summer


    ​SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI
    Immagine
    Immagine

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.