ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

IL CINEMA RITROVATO 31 - Nel tempo e nello spazio

3/7/2017

0 Comments

 
Foto
Il Cinema Ritrovato, al 31° atto, offre ormai un programma persino troppo pieno, al punto da generare un po' di frustrazione anche nel riepilogarlo.
Come sempre ci si muove nel tempo e nello spazio. Nel tempo perché si sono visti film del 1897, di Alexandre Promio, addestratore di operatori Lumière che firma centinaia di vedute, anche dall'Africa. E cinema del 1917, anno di guerra e delle rivoluzioni in Russia: da lì, alcuni film di Evgenij Bauer.
​Poi, pescando: Fear fa incontrare il regista Robert Wiene e l'attore Conrad Veidt prima de Il gabinetto del dottor Caligari. Protagonista un uomo che ha paura, perché per avidità ha sottratto un idolo sacro da un tempio. Un sacerdote si manifesta annunciandogli la morte di lì a sette anni: che saranno di bella vita, prima della tragedia. Soggetto impegnativo, che Veidt rende con una recitazione marcata. Un film di Victor Sjöström, La ragazza della torbiera, che ha deluso un po' ma vanta almeno qualche riuscito passaggio (come quello di imbarazzo familiare alla presenza della cameriera co-protagonista, considerata una ragazza immorale) ed è curioso, nella seconda parte, il suo basarsi su un particolare di cui il protagonista si è dimenticato al pari, probabilmente, dello spettatore. Brevi film animati, più i 41' de La guerra e il sogno di Momi di Segundo de Chomón, gioiello a passo uno che sotto le spoglie di un film per ragazzi mostra la crudeltà del conflitto mondiale.
Il regista italiano omaggiato è Augusto Genina, con muti quali il dramma L'innocenza del peccato con Maria Jacobini, film con un ritmo e una capacità di agganciare alla storia narrata superiore ad altri muti italiani. E sonori come l'interessante Les amours de minuit (1931) nella versione francese co-diretta con Yves Allégret – all'inizio sembra un talkie lentissimo ma poi si rivela praticamente un noir, attentamente padroneggiato – e Maddalena nella versione francese, a colori. Il che ci porta alla sezione sul colore nel cinema, e relativi lungometraggi in Technicolor e 35mm: Rancho Notorious di Fritz Lang e tre film di Douglas Sirk tra cui Magnifica ossessione sono solo alcuni esempi.
In “Colette e il cinema”, film sceneggiati o recensiti dalla scrittrice, oppure tratti da suoi romanzi. Come Divine di Max Ophüls e la prima versione di Gigi (che lui avrebbe dovuto girare). Il film sfoggia qualche motto di spirito colettiano, ma ci sarebbe voluto forse più umorismo e personaggi, come quello dello spasimante della protagonista, più a fuoco.
Tra le cose viste in Piazza Maggiore spicca il prologo de La roue di Abel Gance: 25 minuti che catturano, tra un drammatico incidente ferroviario e più leggere immagini di felicità familiare, in un montaggio rapido con molteplici effetti di colorazione. È l'assaggio del restauro di un'opera monstre, che si vedrà tra un paio d'anni. Seguiva La corazzata Potemkin con partitura originale eseguita dal vivo: chi scrive l'ha persa, ma chi c'era dice di una proiezione semplicemente esaltante. Poi The Patsy, con una vivace Marion Davies diretta da King Vidor. Tre serate di proiezioni con lanterna a carbone nella piazzetta Pasolini: Innocence-Little Veronika di Robert Land valorizza con la regia una storia parzialmente banale, quella di una fanciulla ingenua che va ad abitare con la zia maîtresse e cade tra le braccia di un seduttore.
Continua il progetto Buster Keaton, che oltre a corti e lunghi – come Io e il ciclone – ha proposto un programma di apparizioni tv, difficilissimo da organizzare per l'ottenimento dei materiali e frutto di un ridimensionamento. Spicca The Awakening (1954), episodio di una serie antologica. Storia distopica e rivoluzionaria ispirata a Il cappotto di Gogol', è un breve lavoro compiuto in cui Keaton interpreta un ruolo serio.
Nei documentari: l'ultimissimo lavoro di Rossellini, Beaubourg – del 1977, sull'inaugurazione del Centre Pompidou – , Becoming Cary Grant e (ancora in progress) Nice Girls Don't Stay for Breakfast su Robert Mitchum. Dell'attore omaggiato dall'immagine ufficiale di questa edizione si sono visti tra gli altri l'imprescindibile Le catene della colpa e il piccolo cult noir Gli amici di Eddie Coyle.
Viaggio nel tempo, si diceva, e nello spazio: torniamo alle cinematografie lontane. Per il cinema messicano dell'epoca “d'oro” (ma si spazia tra 1933 e 1960), film sulla rivoluzione nel paese come La sombra del caudillo di Julio Bracho, a lungo censurato. Dall'Iran, Samuel Khachikan, regista rimosso di cinema di genere negli anni '50 e '60, il thriller Strike tra i suoi titoli più apprezzati. E, ovviamente, una sezione giapponese. In una selezione di jidai-geki e drammi della seconda metà degli anni '30 spicca Umanità e palloni di carta, noto per essere uno dei pochissimi sopravvissuti di Sadao Yamanaka.
Usa: cinema degli anni '30 sia nella seconda parte dell'omaggio alla Paramount guidata da Carl Laemmle jr. sia nel focus su William K. Howard. Nella prima sezione si è visto E adesso, pover'uomo? di Frank Borzage: sfortune e ripartenze di una coppia positiva, nella poetica del regista. Di Borzage, in altra sezione, pure Secrets, muto con Norma Talmadge un poco deludente, curioso per il succedersi di toni ma anche di generi (c'è una parte western, con violento assedio), però lento e serioso. Howard è un regista relativamente sfortunato, noto soprattutto per Il potere e la gloria con Spencer Tracy che anticipa Quarto potere. L'uso di set interconnessi e uno stile fotografico con “geometrie di ombre e audaci effetti in controluce” sono citati dal catalogo tra i suoi segni stilistici, e li si ritrova anche in un film che intrattiene come Transatlantico, tra commedia corale e thrilling, aperto da movimenti di macchina che si fanno notare.
“Cauto sognatore: la malinconia sovversiva di Helmut Käutner” ha presentato otto film di un regista tedesco che definire eclettico pare banale (ma pertinente), tra Under the Bridges, girato tra le distruzioni del dopoguerra e Mad Emperor: Ludwig II; mentre A Glass of Water (1960), commedia a colori bagnata di musical, è molto interessante per l'antinaturalismo del set – gli ambienti di una corte – ma completamente autoreferenziale.
Nella macro-sezione “Ritrovati e restaurati” di tutto, da Giungla d'asfalto a Blow-Up, ma da citare due chicche italiane: “il primo grande film sul motociclismo” (almeno nostrano e secondo la stampa d'epoca), I fidanzati della morte di Romolo Marcellini (1956), e Romano Scavolini che ha presentato la versione pre-censura del suo sperimentale A mosca cieca – che Zomia Cinema ha intenzione di far circolare prossimamente – .
Infine il lavoro sulla scarna filmografia di Jean Vigo, con L'Atalante restaurato dalla copia originale, con altro materiale proiettato a parte, e Zero in condotta dalla copia della Cineteca Italiana, leggermente più lunga e “integrale” della versione vista in seguito.

Alessio Vacchi

Sezione di riferimento: Festival Reportage

0 Comments

IL CINEMA RITROVATO 30 - Cinema dal 1896 al 2016

6/7/2016

0 Comments

 
Foto
Il Cinema Ritrovato ha compiuto 30 anni con una edizione colma di proposte; parafrasando quanto udito da una spettatrice, al termine ne sfogli il catalogo e ti accorgi di aver visto poco. Dar conto di tutto in poche righe è impossibile, si può solo saltabeccare tra le sezioni.
Da “Cento anni fa”, i 198 minuti di Intolerance di Griffith, due film di Mauritz Stiller (Vingarne, Balletprimadonnan), l'incantevole e composto “melodramma pittorico”- storico L'esclave de Phidias di Léonce Perret e altre piccole cose, anche italiane: drammi di forte retorica patriottico-bellica – Il sopravvissuto di Augusto Genina – e il restauro dello spietato melodramma dannunziano La fiaccola sotto il moggio con Helena Makowska.
​Un passaggio di qualche decennio ed ecco l'omaggio a Mario Soldati: se la bellezza ben più che “calligrafica” di Malombra è nota, La mano dello straniero da Graham Greene è migliore della sua scarsa fama critica, forte del personaggio del deprecabile dottore (Eduardo Ciannelli). Se è vero che Soldati amava gli attori lo si vede anche qui, ad esempio nella scena al bar col bambino. La provinciale con Gina Lollobrigida, trasposizione da Moravia strutturata in flashback di più personaggi tutti inerenti la protagonista, è un'opera esatta e senza giri a vuoto, con un'atmosfera drammatica e concentrata.
La comicità e i suoi grandi: Buster Keaton del quale prosegue il Progetto col restauro di alcune comiche, di Our Hospitality e Seven Chances, Stan Laurel con alcuni minuti ritrovati di una comica che parodizza Valentino, Oliver Hardy (e Jimmy Aubrey) in Maids and Muslin, Jerry Lewis (con Jerry 8 ¾) e, ancora, Chaplin, di cui si è rivisto in piazza Maggiore Il monello. Oltre alle proiezioni serali in questa cornice (Legittima difesa, Spettacolo di varietà, L'albero degli zoccoli, Valmont), alcune serate in piazzetta Pasolini con muti da proiettore a carboni, come il programma finale – un'ora circa di film delle origini fra trucchi e colorazioni ipnotiche – e Coeur fidele di Jean Epstein.
Alla sorella Marie, attrice, sceneggiatrice e regista (con Jean-Benoît Levy) è stata dedicata una sezione, con opere tra gli anni venti e i cinquanta: il muto Peau de pêche (1929) conquista con la sua delicatezza, sebbene non esente da una convinta dose di retorica giocata sul binomio vita (in campagna) e morte (la prima guerra mondiale)
Si resta in Francia e si torna indietro, di molto: la sezione “1896. Cinema anno uno” è andata alle fondamenta della settima arte con la produzione di quell'anno dei fratelli Lumière, protagonisti anche di un cofanetto e di una mostra completa (prosegue fino a gennaio) che spazia dal pre-cinema alla loro attività industriale, toccando il lavoro degli operatori fatti viaggiare per il globo intero. Piccolo spazio anche per Méliès, con i pochi film sopravvissuti datati 1896 più due ritrovamenti, Une séance de prestidigitation e Bouquet d'illusions.
​Nell'omaggio a Jacques Becker, i suoi grandi classici (Casco d'oro, Il buco) e film più “piccoli” ma lo stesso riusciti come Edoardo e Carolina (1951), fresca e amara commedia di crisi di coppia e differenze sociali.
Non su un regista, come di consueto, ma su un produttore il focus sul cinema Usa tra muto e sonoro: Carl Laemmle jr, figlio del più noto patron della Universal, che la ereditò tra 1928 e 1936. Una selezione eterogenea con opere musicali, come King of Jazz, film-rivista per il gusto d'oggi stancante, ma con curiosità estetiche (a cominciare dal Technicolor a due colori, col trucco a gote rosse sugli attori di ambo i sessi) e narrative (perché tra un esibizione musicale e l'altra, hanno spazio alcuni momenti degni di un film-barzelletta), e film di James Whale, come Remember Last Night?, un giallo-rosa con alcuni personaggi molto gradevoli (la coppia di detective, uno burbero l'altro idiota, e il maggiordomo sdegnoso dei vacui signori tra cui lavora), dal dialogo talora sin troppo rapido e smart e un po' meno convincente verso la fine, quando si prende più sul serio. Bello A House Divided di William Wyler con Walter Huston, essenziale dramma con la sua poderosa interpretazione di un duro, ottuso e violento vedovo pescatore che si risposa con una giovane senza essere ricambiato e stimolando la reazione del figlio, molto diverso e considerato dal padre un inetto.
Immancabili le sezioni su Giappone – e il suo colore – e sul “cinema del disgelo” sovietico anni '50. Nella prima anche un Mizoguchi (New Tales of the Clan Taira) e una trasposizione da Mishima che non ci si aspetterebbe, Natsuko's Adventure in Hokkaido, da un romanzo giovanile, presentato come melodramma ma in realtà film ibrido e leggero, arduo da etichettare, tra umorismo e modesti brividi di avventura, in una copia mancante in vari punti dell'immagine e nel prefinale del sonoro.
Dal 1916 ancora Russia, ma quella zarista con drammi (Nelli Rainceva e A Life for a Life di Evgenij Bauer) e trasposizioni letterarie/teatrali (The Queen of Spades da Puskin), in copie perlopiù in bianco e nero, senza le colorazioni d'epoca.
Su “Technicolor & co.” il festival continua a tornare: il thailandese Santi-Vina (1954), primo lungometraggio a colori in 35mm della nazione, e, tra gli altri, una copia “dorata” di Riflessi in un occhio d'oro e Marnie.
Nei “Ritrovati e restaurati”, il bel cubano Memorias del subdesarrollo di Tomás-Gutiérrez Alea, che unisce il (molto) privato del protagonista, con le sue relazioni, al pubblico (esplicito) delle “parentesi” sul paese. Un film molto vivo, ottimamente recuperato da materiali malmessi. Poi, Il sorpasso, Io la conoscevo bene, Westfront di Pabst, oltre a qualche titolo decisamente più recente come La promesse dei Dardenne. Altri ritrovamenti da segnalare: i primissimi corti di Jacques Rivette.
Da citare infine, all'interno di un omaggio a Marlon Brando che ha incluso anche i soliti Ultimo tango a Parigi e Il padrino, Listen to me Marlon di Stevan Riley, emozionante doc che racconta l'attore e l'uomo dalla gioventù ai drammi legati ai figli.
Piccola novità di quest'anno la segnalazione sul programma delle proiezioni in pellicola; meno graditi i ripetuti “tutto esaurito” alle proiezioni dei film muti pomeridiani nella (non capientissima) sala Mastroianni, non solo per film noti come Destino di Fritz Lang, ma anche per A Woman of the World con Pola Negri.
Appuntamento all'anno prossimo, nel quale dovrebbe aggiungersi una sala in più, in attesa di riapertura da parte della Cineteca: il Modernissimo, in piazza Maggiore.

Alessio Vacchi

​Sezione di riferimento: Festival Report

0 Comments


    FESTIVAL

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutti
    Abel Ferrara
    Aki Kaurismaki
    Alberto Signetto
    Alex De La Iglesia
    Alfred Hitchcock
    Almas En Juego
    Amnesia
    Amy Winehouse
    Anderswo
    Anna Karina
    Ariane Ascaride
    Ariane Labed
    Bergamo Film Meeting
    Biografilm Festival
    Buster Keaton
    Chaika
    Charlie Chaplin
    Chroniques D'une Cour De Récré
    Cinema Erotico
    Cinema Francese
    Cinemambiente
    Cinema Muto
    Cinema Ritrovato
    Cord
    Courmayeur Noir Festival
    Crying Fist
    Dakota Fanning
    Deep Dark
    Die Saat
    Dirk Bogarde
    Documentari
    Dylan Thomas
    Edgar Reitz
    Elijah Wood
    Erik Gandini
    Fabrizio De André
    Femen
    Festival Cinema Africano
    Festival Del Cinema Europeo
    Festival Di Cannes
    Festival Di Venezia
    Festival Reportage
    Finding Vivian Maier
    Fish & Chips Festival
    France Odeon
    Fritz Lang
    Garnet's Gold
    Giornate Del Cinema Muto
    Go Forth
    Grey Gardens
    Ingrid Bergman
    In Uno Stato Libero
    Io Danzerò
    Iris
    I Segreti Di Kabiria
    It Is Not Over Yet
    Jalanan
    Jean Renoir
    Jean Vigo
    Jesse Eisenberg
    John Barrymore
    Joseph Cotten
    Julianne Moore
    Kelly Reichardt
    Korea Film Fest
    Kristen Stewart
    Lab 80
    La Californie
    La Dune
    Léa Seydoux
    Leave To Remain
    Linsday Lohan
    Living
    Love Hard
    Love Hotel
    Lucca Film Festival
    Lucia Puenzo
    Madonna
    Marie Heurtin
    Marlon Brando
    Mathieu Amalric
    Milos Forman
    Modris
    Monica Guerritore
    Montage
    Naciye
    New World
    Niels Arestrup
    Night Moves
    Oliver Stone
    On The Job
    Orlando Festival
    Orson Welles
    Os Maias
    Parasol
    Parfums D'Alger
    Paul Schrader
    Penelope Cruz
    Porno E Libertà
    Ravenna Nightmare Festival
    Rendez-vous
    Robert Guediguian
    Robin Williams
    Ruta De La Luna
    Sacro Gra
    Schnick Schnack Schnuck
    Sguardi Altrove Festival
    Sicilia Queer Filmfest
    Silmatera
    Sion Sono
    Solveig Anspach
    Sophia Loren
    Steven Knight
    Still Alice
    Stray Dogs
    The Canyons
    The Music Of Strangers
    The Sailor
    Toby Jones
    Tokyo Idols
    Torino Film Festival
    Torino Film Lab
    Torino Glbt Festival
    Torino Underground Cine Fest
    Toz Bezi
    Tsai Ming Liang
    Valeria Golino
    Valérie Donzelli
    Victor Fleming
    Vincent Rottiers
    Vittorio De Sica
    Wakolda
    Walking With Red Rhino
    Willem Dafoe
    Xavier Dolan
    Zomer - Summer


    ​SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI
    Immagine
    Immagine

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.