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UNA TOMBA PER LE LUCCIOLE - Contro la guerra

22/4/2013

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Immagine
In Occidente esiste da sempre un pregiudizio molto forte nei confronti dell’animazione, un genere che spesso si è portati a ritenere, in modo affrettato e superficiale, come rivolto esclusivamente ai più piccoli. 
Chi è di quest’idea farebbe bene a recuperare al più presto Una tomba per le lucciole di Isao Takahata (cofondatore dello Studio Ghibli nel 1985 insieme ad Hayao Miyazaki), titolo distribuito direttamente in homevideo dalla Yamato e soltanto adesso, finalmente, approdato anche nelle nostre sale (con il titolo modificato in La tomba delle lucciole). Il regista del Sol Levante sceglie uno stile a tratti fortemente poetico ma al contempo saldamente ancorato alla realtà, per rappresentare tutto l’orrore della guerra in quello che è senz’altro il suo capolavoro, uscito nei cinema giapponesi nel lontano 1988 in contemporanea con Il mio vicino Totoro di Miyazaki.
Il film, tratto dall'omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, è ambientato nella città di Kōbe agli sgoccioli della seconda guerra mondiale. Siamo nel giugno del 1945, con la popolazione giapponese sottoposta a continui ed estenuanti bombardamenti da parte dell’aviazione americana. Durante uno di questi la madre del giovane  Seita e della sua sorellina Setsuko  viene ferita mortalmente, mentre il loro padre si trova lontano, impegnato  come ufficiale nella Marina imperiale giapponese. I due giovanissimi protagonisti vengono così accolti in casa di alcuni parenti, ma ben presto devono imparare a cavarsela da soli, per cercare di sopravvivere in mezzo a mille difficoltà, alla cronica mancanza di cibo e ai bombardamenti che proseguono incessanti, incuranti delle vite umane spezzate. 
Non era certo un’impresa semplice rappresentare tutto l’orrore e la follia della guerra attraverso un lungometraggio animato. Per riuscirci Takahata ricorre a una precisa cifra stilistica che alterna un crudo realismo a momenti toccanti e poetici di grande intensità, come nella scena in cui Seita e Setsuko catturano alcune lucciole per illuminare l’antro della caverna in cui si sono rifugiati. Il regista dimostra tutta la sua maturità e maestria nel mantenersi il più possibile sobrio e asciutto nonostante il tema trattato, senza voler indurre a tutti i costi alla lacrima facile. 
In Una Tomba per le lucciole emerge la vera natura umana che in tempo di guerra viene spogliata da ipocrisie e falsità per mostrare il suo lato peggiore fatto di crudeltà, egoismo e indifferenza. Solo i bambini, anime pure e incontaminate, si salvano da questo scenario desolante, misero e meschino conservando, nonostante tutto, la loro voglia di vivere, ridere e giocare. Davvero ispirato e struggente il modo in cui Takahata porta sullo schermo il forte legame che unisce Setsuko e Seita, col primo che si dimostra fino alla fine un fratello maggiore dall’ammirevole e ostinato istinto protettivo nei confronti della sorellina. È un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta, con una forte dignità messa a dura prova dal tragico scenario che lo circonda. 
Una Tomba per le lucciole è un film di rara bellezza, capace di sconvolgere totalmente le nostre coscienze e di ricordarci ancora una volta l’assurdità di ogni guerra e il pesante carico di morte e distruzione che si porta dietro. Un film d’animazione giustamente privo di un finale consolatorio, probabilmente non adatto ai più piccoli ma rivolto a un pubblico adulto e a ragazzi che possano comprendere il nobile messaggio contenuto in esso, per sensibilizzarli da subito alla condanna di tutte le guerre. Non è certo casuale in quest’ottica che i protagonisti della vicenda siano giovanissimi, come avviene nella stragrande maggioranza dei film prodotti in questi quasi trent’anni di attività dallo Studio Ghibli, rinomato, ammirato e stimato a livello internazionale. 
Resta dunque la soddisfazione per il fatto che finalmente il film di Takahata faccia capolino nelle nostre sale, così com’è avvenuto negli ultimi anni con diversi altri titoli targati Ghibli, ad esempio Porco Rosso, Il mio vicino Totoro, Il castello nel cielo e Kiki consegne a domicilio.

Boris Schumacher

Sezione di riferimento: Animazione


Scheda tecnica

Titolo originale: Hotaru no haka
Anno: 1988
Regia: Isao Takahata
Sceneggiatura: Isao Takahata
Fotografia: Nobuo Koyama
Musiche: Michio Mamiya
Durata: 89’
Uscita italiana: 10-11 novembre 2015

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