ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

PRINCIPESSA MONONOKE - Il mondo sanguina

9/5/2014

0 Comments

 
Immagine
A diciassette anni di distanza dal clamoroso successo in patria (il maggior incasso di tutti i tempi, superato soltanto da Titanic pochi mesi più tardi), Lucky Red porta in Italia uno dei capolavori indiscussi di Hayao Miyazaki, con un nuovo doppiaggio e un adattamento dei dialoghi più fedele rispetto alla versione attualmente in circolazione, quella distribuita in home video solamente nel 2002. Ed è nuovamente magia: anche a costo di ripeterci, perché ogni qual volta ci si ritrova al cospetto di un film del grande regista giapponese l’oggettività e il raziocinio vengono inevitabilmente meno.
Ma a nessuno verrà mai in mente di accusarci di essere eccessivamente di parte, non se parliamo di Miyazaki, almeno; e Principessa Mononoke non fa eccezione, risultando ancora oggi tra i massimi risultati raggiunti dal suo autore, ma anche un film sotto alcuni aspetti anomalo, e persino spiazzante: perché mai fino a quel momento il sangue e la violenza erano stati messi in scena in maniera così esplicita, al punto che in alcune sequenze sembra quasi di trovarsi davanti a qualcosa di inadatto per un pubblico infantile, certamente meno avvezzo alla visione di arti mozzati e teste decapitate, neanche fossimo in un film horror. O di guerra.
La guerra, appunto: tema centrale dell’opera, seppure filtrata attraverso una sensibilità del tutto particolare. Principessa Mononoke è innanzitutto la storia del conflitto, eterno, tra l’uomo e la natura, tra il giusto e lo sbagliato, tra il Bene e il Male. Fin qui, tutto semplice. Oppure no? Miyazaki è Uomo e Artista dalla visione cristallina e purissima, da sempre in grado di esprimere una sua personalissima idea del mondo tramite una poetica bellissima e immediatamente riconoscibile, semplice eppure mai banale. E con questo film sembra aver elevato il livello del proprio discorso fino a un punto di non ritorno, sfocando la distanza tra gli opposti e lavorando sulle contraddizioni.
Opera magniloquente e straordinariamente evocativa, Principessa Mononoke mette in scena un universo nel quale ogni suo singolo elemento è in guerra: l’uomo è in guerra contro la natura, deturpandola e piegandola alle proprie esigenze; ma anche le vittime della sua mano, gli animali, sono in perenne conflitto tra di loro, andando a delineare i contorni di un disastro dal quale nessuno rischia di uscirne vincitore. Perché la guerra è per gli stupidi, come sottolinea giustamente l’ultima frase del film, e la Storia è qui a testimoniarlo.
Anche se il contesto è quello di un fantasy, con gli animali che parlano e le creature magiche della foresta, non per questo la potenza evocativa rischia di risentirne. Profondamente shintoista nello spirito, e quindi ricco di richiami a volte incomprensibili per lo spettatore occidentale, ma anche così colmo di magia e poesia da abbagliare gli occhi e il cuore, Principessa Mononoke è un film dolente e disperato, più che consapevole di cosa sia l’Orrore ma non per questo pessimista o disfattista; senza mai dare risposte facili e senza scadere nel manicheismo più scontato, al punto che, aspetto non secondario, nel film viene a mancare quasi completamente la figura del cattivo classico, dal momento che le psicologie di tutti i personaggi sono cangianti e sfaccettate, perché anche la realtà delle cose lo è.
Non è un caso, forse, che venga quasi spontaneo effettuare un parallelismo a posteriori tra questo e l’ultimo, magnifico Si alza il vento: ovvero tra il film più arrabbiato di Miyazaki e il suo commiato al cinema, che è anche il suo capolavoro. Due opere apparentemente agli opposti, dal momento che il secondo è privo di qualsiasi connotazione fantastica, eppure legate tra loro dal rifiuto totale e senza compromessi nei riguardi della guerra.
Il Miyazaki di Principessa Mononoke è un Uomo che sente ancora di dover dire la propria, mostrando la brutalità per quella che è senza per questo rinunciare alla poesia; quello di Si alza il vento, invece, lascia il testimone alle nuove generazioni e non permette alla rabbia di fare capolino, perché è tempo di vivere, innanzitutto e sopra ogni cosa.

Giacomo Calzoni

Sezione di riferimento: Animazione / Film al cinema


Scheda tecnica

Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Montaggio: Takeshi Seyama
Musiche: Joe Hisaishi
Fotografia: Atsushi Okui
Anno: 1997
Durata: 128’
Uscita Italiana: 08/05/2014

0 Comments

    ANIMAZIONE

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutti
    Aardman Animations
    Akira
    Arrugas
    Arthur Christmas
    Atmo
    Claude Chabrol
    Hayao Miyazaki
    Ignacio Ferreras
    Il Figlio Di Babbo Natale
    Il Pianeta Selvaggio
    Isao Takahata
    Jean-chistophe Dessaint
    Jean-francois Laguionie
    Jiri Trnka
    Katsuhiro Otomo
    La Canzone Del Mare
    Laika Entertainment
    La Mano
    La Storia Della Principessa Splendente
    La Tela Animata
    Le Jour Des Corneilles
    Mamoru Hosoda
    Metropia
    Nausicaa
    Paranorman
    Principessa Mononoke
    René Laloux
    Roland Topor
    Studio Ghibli
    Tarik Saleh
    Tomm Moore
    Una Tomba Per Le Lucciole
    Wolf Children

    Feed RSS

    SEGUI ODG SU
Powered by Create your own unique website with customizable templates.